Il quotidiano locale di Pavia oggi riporta la notizia di un disservizio del DEA che si protrarrebbe da alcuni giorni.
Tra le righe, benché non venga citato espressamente il nome nell’articolo, si capisce che il problema è stato causato da una delle varianti di Cryptolocker.
La chiusa dell’articolo, riportata a fianco, dice espressamente che il pagamento del riscatto è “l’unico modo conosciuto finora per decrittare i dati”.
Affermazione vera nella forma, ma che lascia intendere una falsità nella sostanza.
Se è vero che non c’è altro modo se non quello di pagare il riscatto per decrittare i dati cifrati dal malware, è altresì vero che il ripristino del backup dei dati risolve il problema. E qui parlo per esperienza.
In altre parole, la soluzione al problema che ha bloccato alcuni uffici dell’ospedale di Pavia è il ripristino dei dati salvati, non il pagamento di un riscatto ai malviventi.
Certo, bisogna averlo fatto il backup. E, certo, non deve essere fatto su un NAS costantemente online.
Se queste sono informazioni ovvie per un professionista dell’IT, non lo sono altrettanto per un giornalista, che rischia, senza volerlo, di diffondere la convinzione che non ci sia altro modo per riprendere i propri dati se non dando soldi a dei malviventi.
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