Divieto di sosta


Ennesima notizia di multa salatissima ad una società.

Questo giro è Apple che deve pagare 234 milioni di dollari all’Università del Wisconsin.

Ma quanto incide sul bilancio di Apple? Un accidente, vediamo perché.

Secondo Wikipedia il fatturato lordo (Revenue) prima delle tasse e delle spese di Apple nel 2014 è stato di 182,795 miliardi di dollari, già questo dovrebbe dare un’idea, ma vogliamo un calcolo preciso.

Consideriamo un reddito lordo di 30.000 euro l’anno, convertiamo a braccio in euro il fatturato di Apple e otteniamo 207,6277 miliardi di euro; la multa in euro è di 265,79 milioni 205.725.866.

Rispolveriamo l’aritmetica della scuola dell’obbligo e impostiamo la proporzione:

207.627.770.000 : 265.790.000 = 30.000 : x

207.627.770.000 : 205.725.866 = 30.000 : x

Risolviamo quindi applicando la formula delle proporzioni (ripeto: scuola dell’obbligo) per trovare l’estremo x:

x = (265.790.000 * 30.000) / 207.627.770.000

x = (205.725.866 * 30.000) / 207.627.770.000

x = 38,40

x = 29,72

Ergo, ad Apple hanno dato l’equivalente di circa una multa per divieto di sosta.

Ringrazio l’On. Stefano Quintarelli per l’idea di evidenziare quanto incide una multa sul fatturato di un’azienda rapportandolo allo stipendio lordo di un dipendente.

Corretto un errore di conversione dopo la prima pubblicazione, grazie a chi l’ha segnalato nei commenti e via Facebook.


10 risposte a “Divieto di sosta”

  1. Mentre scrivevo la mia tesi, nel 2006/inizio 2007, ho ricercato un pochino anche in tema di organi di vigilanza, multe alle società, ecc.

    Uno dei problemi fondamentali è proprio questo qui sopra: il risarcimento di un danno dev’essere (giustamente) proporzionato al danno arrecato (ti bozzo la macchina, non importa quanto sono ricco, il carrozziere ti chiede X per sistemarla, io ti indennizzo X), mentre una multa dev’essere “punitiva” per scoraggiare un comportamento.

    Quando una multinazionale fa così TANTI soldi, la differenza tra “risarcimento” e “multa che scoraggia il ripetersi di un comportamento considerato socialmente dannoso” si misura in interi ordini di grandezza.

    Nel caso specifico mi sa che il giudice ha dovuto decidere sulla base di un risarcimento (l’articolo usa proprio la parola “damages”, legalese per “entità del risarcimento”).

    • E’ vero, ho mischiato un po’ le cose (spesso Stefano Quintarelli faceva questi paragoni per illustrare quanto fossero risibili le multe per le infrazioni delle Telco) e ho usato la sentenza contro Apple piu’ che altro per criticare i termini iperbolici con cui vengono spesso commentate certe somme di denaro che sono stratosferiche per il bilancio famigliare di un lavoratore dipendente, ma sono inezie per delle multinazionali.

  2. se ho interpretato bene il post, qui si va a fare la proporzione tra FATTURATO e REDDITO di una persona.
    Beh, penso sia fuorviante. Il fatturato è quanto vende la società, ma il reddito è FATTURATO meno costi. (non ho idea del bilancio di apple ma penso che il suo reddito sia molto più basso del fatturato).

    • Il reddito lordo è quello prima delle tasse e delle detrazioni, quello che discuti con il datore di lavoro quando ti assumono. Il reddito netto è quello che percepisci in busta paga.

  3. tutto corretto; il problema è che apple non ha come reddito (lordo delle tasse) il proprio fatturato, bensì il suo fatturato meno i costi per produrlo (il fatturato è il prezzo che pagano i clienti, ma il guadagno/utile/reddito è quel che ti pagano i clienti meno i costi di produzione) 🙂

  4. Attendo allora una formula opportunamente documentata per comparare un netto di un’azienda sotto la legge tributaria americana con il netto di un singolo sotto la legge tributaria italiana, con tutti what-if del caso (singolo non coniugato, coniugato, coniugato con figli, con redditi passivi (mutuo), eccetera), analogamente il medesimo what-if per il diritto tributario americano 🙂

    Lordo contro lordo sono i due valori “più comparabili”, man mano che si applicano i diritti tributari locali perdi di forza di comparazione.

  5. ahaha 🙂
    c’è da dire che – curiosità – ho provato a cercare il bilancio Apple e in effetti (neppure tanto sorprendentemente) la sua marginalità è alquanto elevata (utile netto su vendite)…in effetti è risaputo che i prodotti apple costicchiano 🙂
    Detto questo concordo sulla difficoltà del confronto.
    Il punto è che il confronto escludendo le imposte (le sole imposte) evita di dover fare assunzioni circa le tasse che paga un individuo e le tasse che paga una società (con basi di calcolo, criteri, aliquote etc diverse anche come logica).
    Il punto è che il mutuo per la casa di una persona fisica è senz’altro un COSTO, ma non è indispensabile per produrre il reddito da lavoro. Il dipendente ha praticamente costo “zero” nel produrre il proprio reddito (altro non fosse il tempo, e approssimando a zero il costo del trasporto e del vitto e alloggio -> ma questa è deformazione professionale, in buona parte sono spesato in tutto). Sono costi che derivano da scelte di COME CONSUMARE il proprio reddito, sono a valle della produzione dello stesso. Il tuo reddito da lavoro dipendente (entro certi limiti!!) è lo stesso anche che tu viva in affitto, che tu vada in vacanza al mare o meno o qualunque altra decisione di consumo tu prenda (scelte da cui dipendono le spese che sostieni, spese di consum).
    Il costo di acquisto delle materie prime, dei servizi, del lavoro etc. (e anche gli interessi sul mutuo) di un’azienda sono COSTI ma che sono NECESSARI a produrre il reddito. Senza costi non produci il fatturato, quindi non produci il reddito. Da cui la necesità di considerare il fatturato al netto dei costi di produzione (ESCLUSE le imposte). Questo rende il confronto più interessante.
    Detto questo, non cambierebbero di molto le conclusioni del costo comparato della “contravvenzione per divieto di sosta”…diciamo che magari sarebbe come che apple avesse lasciato in divieto di sosta la macchina per una settimana e che il vigile fosse passato ogni giorno a farle la multa 🙂 (sto andando a memoria e non ho fatto un calcolo preciso, ma parliamo di ordini di grandezza e quindi questo è un po’ più corretto di quello ipotizzato dell’articolo). Spero di aver reso l’idea, ciao 🙂

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