Fino a poco tempo fa ero piuttosto apatico verso questa storica serie britannica.
Cosa assai anomala per me perché le serie britanniche mi sono sempre piaciute, da UFO a The Prisoner a Space: 1999 a George e Mildred.
Eppure il Dottore non riusciva a fare click.
Le serie del secolo scorso non mi sono mai piaciute (a parte la musica della sigla) e anche quelle di questo secolo mi lasciavano piuttosto indifferfente.
Sì, l’episodio del cinquantennale l’ho visto (e rivisto) e mi è piaciuto; ok, bella idea dei weeping angel, ma dopo un po’ sono dei cattivi come i Borg.
Ci voleva qualcosa, ci voleva qualcuno che mi offrosse il giusto punto di ingresso.
E chi meglio di un Rettiliano madrelingua britannico appartenente al NWO, agli Illuminati e a indicibili sette segrete poteva darmi la giusta imbeccata?
E così fu che questa estate mando una mail a Paolo chiedendo consigli e la risposta conteneva i due titoli The Girl Who Waited e The Girl in the Fireplace e il suggerimento di vedere anche la docufiction An adventure in Space and Time.
I poteri telepatici del Rettiliano non potevano che colpire un centro pieno: i due episodi mi sono piaciuti tantissimo. La prima reazione alla docufiction è stata “Oh, cazzo, hanno ricostruito Aldwych!” (non solo mi ricordo la sede della BBC a Aldwych, ma avevo fatto acquisti anche allo shop della BBC a Bush House)
E così yours truly ha mosso i primi passi come fan della saga: adesso ce n’e’ uno in più in giro.
Gli episodi di questo autunno con quella potenza di Peter Capaldi hanno fatto il resto: impossibile trovare altrove il protagonista che guarda la macchina da presa e, rivolto al pubblico, dice «Google it!»
Per quel che mi riguarda, Heaven Sent è entrato nel gruppo di episodi che potrei (e lo faccio) vedere e rivedere di tanto in tanto assieme a In The Pale Moonlight e The Day of the Dead.
E Heaven Sent non lo si può apprezzare al primo giro, bisogna vederlo più volte per capirlo; ma, per fortuna, ci si può fermare prima di aver trascorso 4 miliardi di anni a rivedere il medesimo episodio.
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