Caro Digital Champion italiano,
leggo sul tuo sito che la tua è una carica istituzionale paragonabile a quella di un Ambasciatore dell’Innovazione.
Proprio per questo motivo mi aspetto che una figura del genere sia estremamente attenta a quello che è il panorama digitale italiano, perchè solo in questo modo può adoperarsi al meglio per per cercare di migliorare la digitalizzazione nel nostro paese.
Eppure, leggendo la parte finale di quello che haiu scritto su Repubblica il 20 Dicembre 2015 a pagina 23, sono rimasto basito:
Insomma, c’è da festeggiare, ma con moderazione. Per arrivare al 90 per cento di utenti di Internet degli altri paesi c’è una sola strada: usare la Rai che ogni giorno entra nelle case degli italiani per quattro ore. Come negli anni ’60, quando fu la Rai lo strumento per insegnare a leggere e a scrivere a milioni di italiani con uno storico programma tv, “Non è mai troppo tardi”, adesso serve una analoga campagna di alfabetizzazione di massa. Serve un altro maestro Manzi, o qualcosa di analogo, in tv tutti i giorni. Perché non è mai troppo tardi, ma se non si sbrighiamo, rischia di diventarlo.
Già, perchè questo è il secondo anno (e sottolineo secondo anno, quindi non una cosa appena iniziata) che Marco Camisani Calzolari ha uno spazio settimanale proprio alla RAI (per la precisione su RAI 1) per aiutare a far conoscere e a diffondere il digitale a tutti… esattamente come fece, negli anni ’60, Alberto Manzi.
Uno spazio che ha avuto talmente tanto successo che lo stesso Marco è stato definito da molti “Manzi 2.0“.
Sul numero del 19 Ottobre 2015, a pagina 13, del RadiocorriereTV appare anche un articolo che mette in luce quello che Marco sta facendo.
E il solo fatto che Giulia Manzi, figlia dello stesso Alberto, abbia voluto firmare la prefazione dell’ultimo libro di Marco Camisani Calzolari dimostra che questo “nickname” non è altro che il risultato di una operazione utilissima ad un paese che è molto indietro con il digitale.
E forse una parte di quei 2 milioni in più di utenti che citi nel tuo articolo, lo sono diventati anche proprio a quello spazio sulla RAI che Marco, settimanalmente, conduce.
Caro Digital Champion, sei un po’ in ritardo. E per il tuo incarico, scusa, questo è grave.
Molto grave.
Buon Natale.
Una risposta a “Digital Champion… che delusione!”
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