Leggo su La Stampa un’intervista a Roberto Opilio, il direttore della funzione Technology di Telecom nella quale Opilio difende (giustamente, dal suo punto di vista) certe posizioni di Telcom sulla rete e termina con questa perla:
No, Roberto Opilio, proprio no.
Gli Italiani e, soprattutto, le aziende italiane (quelle che vi danno più soldi dei privati) non usano Internet per andare solo su Facebook.
Le aziende (ripeto: la fascia di utenza che fa il grosso del vostro fatturato) usano Internet per lavorare e anche per adempiere agli obblighi di quelle leggi che prevedono l’invio di informazioni a mezzo telematico.
Questa mattina sarò da un cliente che ha una linea in rame a dir poco disastrata, eppure si trova in una zona di capannoni appena al di fuori di un capoluogo di provincia lombardo, non sulle alture dell’Aspromonte.
Con disastrata intendo che, per l’ennesima volta, sabato scorso in VPN mi cadeva la connessione ogni 5 minuti (letteralmente) perché ci sono giorni in cui l’ADSL del cliente fa così. Tra poco il cliente trasloca, quindi non è vantaggioso iniziare a litigare, vista la durata media delle liti su questo tema.
Roberto Opilio, mi ricordo quando, prima del 1992, ero fuori legge perché connettevo al rame della SIP un modem non certificato dalla SIP.
Mi ricordo quando, nel 1995, la Telecom dall’oggi al domani da nostro fornitore di connettività (lavoravo per un ISP) è diventato nostro concorrente (Interbusiness, ricorda?) e andava a fare offerte ai clienti per cui noi chiedevamo la connessione.
Mi ricordo quando, a cavallo del 2000, Telecom è stata più volte condannata per comportamento lesivo della concorrenza con le sue offerte HDSL.
E potrei continuare con i ricordi.
Quindi, capisco la necessità dello storytelling che va tanto di moda, ma cerchiamo ci darci tutti da fare e non piegare i dati per far sembrare che Telecom sia la migliore di Europa perché adesso è facile scrivere ad un amico che è espatriato e chiedere «Com’è Internet lì da te?»
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