Ne ho parlato un paio di settimane fa, presentando l’evento “Stand Up For Science” che si è svolto a Milano il 18 Dicembre, ma mi vedo costretto a riparlarne anche oggi. Il 1° Gennaio 2017 entrerà in vigore il vergognoso Decreto Legislativo 26/2014 che, recependo male e in modo restrittivo la Direttiva Europea 2010/63/Eu, non solo ci metterà in mora (si parla di 150.000 €/giorno) dinnanzi all’Europa, ma fermerà ogni possibile ricerca, che coinvolge l’uso degli animali, sia sulle sostanze d’abuso che sugli xenotrapianti.
E, puntuale come un orologio svizzero, ecco che arriva la campagna mediatica della LAV che cerca di spingere affinchè questa legge non subisca alcuna moratoria, sulla pelle di quei malati che grazie a queste ricerche possono ancora sperare di tornare a vivere normalmente.
Ma, come spesso accade in questi casi, ecco che questa campagna punta a colpire “la pancia” e non il “cervello” delle persone a cui è diretta. E il miglior esempio di questa tecnica è l’articolo apparso su Quotidiano.Net il cui testo contiene alcune inesattezze ma che, soprattutto, utilizza una foto che nulla ha a che vedere con l’argomento trattato.
Già nel sottotitolo si parla di “milioni di animali impiegati per testare le sostanze d’abuso” (lasciamo perdere pure il “typo”). Numero assolutamente inventato. In Italia, infatti, leggendo i dati ufficiali del 2014, il numero di animali utilizzati non arriva nemmeno a 700.000 esemplari.
Altre inesattezze si trovano poi nel testo, che pare essere quello del comunicato stampa della LAV. Si usa il termine “vivisezione” ben sapendo che questa è da moltissimi anni già vietata sia in Italia che in Europa.
Altra inesattezza riguarda proprio la moratoria: se è vero che qualora questa non venisse rinnovata scatterebbe il divieto dell’uso dei test sugli animali per le sostanze d’abuso ed i trapianti di organi tra specie diverse, è assolutamente falso parlare di “riutilizzo in una seconda sperimentazione degli stessi animali“, in quanto questa in Italia è già vietata e tale resterà.
Ma la cosa che più colpisce negativamente è l’immagine scelta per questo articolo, inclusa la didascalia. Se si parla di sperimentazione animale in Italia (ed in particolare per le sostanza d’abuso come sottolineato nel sottotitolo), perchè utilizzare la foto di un gatto da un veterinario spacciandola per un animale utilizzato per dei test all’interno di un laboratorio?
Premesso che anche solo leggendo i dati ufficiali 2014 si può facilmente scoprire che in Italia non esiste alcuna ricerca che utilizza i gatti per i propri test, quella foto non potrebbe mai essere stata fatta all’interno di un qualsiasi stabulario o, comunque, centro di ricerca dove vengono usati gli animali. L’animale, infatti, è sveglio, mentre quando si effettuano le sperimentazioni l’animale è assolutamente sotto anestesia. Lo stesso animale viene poi tenuto in modo poco professionale usando le mani nude da una persona che non indossa alcun camiche ma un normalissimo giubbotto. Questi due elementi non solo non sarebbero legali e accettati all’interno di un laboratorio, ma basterebbero per invalidare completamente i risultati della ricerca e, quindi, rendere la stessa assolutamente inutile.
Se si parla di sostanze d’abuso (per la quale la LAV dedica buona parte del proprio comunicato stampa) la quasi totalità delle ricerche sono effettuate sui ratti eppure l’immagine utilizzata nell’articolo è quella di un gatto da un veterinario. Mi verrebbe da pensare che questo sia stato fatto apposta perchè un ratto non è considerato un animale “puccioso” in grado di colpire la pancia del lettore.
Senza pensare che nella sola Milano ogni anno si parla di circa 750.000 mila ratti che vengono uccisi dai vari interventi di derattizzazione… numero assolutamente superiore a quello degli animali (non solo ratti) utilizzati per la sperimentazione in Italia. Ma evidentemente quelli sono animali di serie B…
La mia speranza è che il Governo pensi e guardi all’importanza della ricerca in Italia. Per il futuro dei nostri figli e del paese.
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