Aggiornamenti: che fatica!

Una settimana fa è uscito un aggiornamento importante per iOS e ho avvisato tutti i clienti con dispositivi iOS della necessità di aggiornare.

I più diligenti mi hanno risposto “grazie per l’avviso, l’ho già aggiornato”, altri l’hanno aggiornato in seguito. In un caso l’utente era convinto di averlo aggiornato, ma una verifica dava iOS ancora alla versione 7.0.5 e non apparivano notifiche. La pagina dell’iPhone con l’aggiornamento riportava nella parte bassa in grigio scuro su grigio chiaro un avviso che invitava l’utente a cancellare un po’ di dati dal telefono per avere lo spazio necessario per effettuare l’upgrade. Non molto furbo, ma è un’opinione di chi non se ne intende di design.

Lo scoglio più arduo non è stato questo, ma spiegare perché insistevo sull’importanza dell’aggiornamento.

Tecnicamente il problema consiste in un errore della verifica di una firma digitale che può spalancare le porte ad un attacco MitM, il tutto causato dalla duplicazione di una riga con scritto goto fail;

Ma come lo spieghi all’utente?

Non puoi descrivere il problema come nel paragrafo sopra perché vi perdete l’utente dopo “firma digitale” e quando arrivate a “MitM” è già lontano. Non è nemmeno possibile semplificare troppo perché ci sarebbe il rischio di generalizzare e poi avreste qualcuno che dice “Il mio consulente IT mi ha detto che l’iPhone non controlla i certificati” e la conversazione potrebbe continuare così:
“Che telefono usa il tuo consulente?”
“Un Android, credo.”
“Il solito hater, lascialo perdere.”

Mi ero già espresso sul fatto che aggiornare sempre sia la scelta migliore, ma la diffusione della tecnologia in contesti dove non sono presenti nozioni tecniche rende il compito arduo.

Il tutto viene complicato dal fatto che molti hanno un concetto oracolare o comunque non-scientifico dell’informatica: basta il cugggino di una persona con un telefono rotto con un problema quando si aggiorna che si crea una nuvola di “aggiornare rompe il vostro telefono” attorno a quella persona. Le notizie che impauriscono viaggiano più di quelle che raccontano la normalità e quindi avrete un gruppo di persone scoraggiate dall’aggiornare con motivazioni non-scientifiche grazie al fantomatico cugggino che ha comperato un telefono di terza mano da un collega, l’ha fatto cadere ripetute volte (il telefono, non il collega) e tenta di caricare Android su un iPhone perché l’ha visto fare su YouTube.

La tipologia analoga è l’utente non-tecnico che “sa lui” quando aggiornare. Decide lui, non si sa in base a cosa. Questo gli dà probabilmente l’impressione di controllare di più la situazione, come un genitore autoritario che decide lui quando i figli possono uscire e che persone frequentare. In realtà semplicemente non capisce un accidente di informatica. Una sottospecie di queste persone saranno quelli che tra 38 giorni festeggeranno perché finalmente Windows XP non chiederà più di essere aggiornato; finalmente!

La complessità dei sistemi rende spesso difficile far capire l’importanza di alcuni aggiornamenti e anche gli utenti più volenterosi alla fine dovranno fare un atto di fede e credere che sia davvero utile aggiornare il proprio sistema.


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