Nei giorni scorsi un’importante azione di polizia internazionale ha spento diversi siti del cosiddetto dark web.
Le notizie che rimbalzano sul web parlano principalmente di Silk Road, un sito .onion da cui era possibile acquistare molta merce illegale pagando in bitcoin. Silk Road non è stato l’unico sito oscurato, i numeri non sono certi a causa nel modo in cui funziona la rete .onion; guardando alcuni siti che si incaricano di mantenere un indice di siti .onion, sembra che l’azione abbia colpito ad ampio raggio e siano stati chiusi molti siti ben oltre il limite della legalità.
L’estensione dei siti .onion chiusi dalle forze congiunte di polizia potrebbe far pensare che sia stata scoperta una vulnerabilità nel protocollo Tor oppure nel modo in cui vengono contattati i siti .onion. Ovviamente le forze di polizia tengono la bocca cucita su questo tema. Si potrebbe anche trattare di una meritoria azione coordinata frutto di lunghe indagini.
Per capire come non sia stato così facile rintracciare i siti che sono stati chiusi bisogna capire come funziona il protocollo Tor Hidden Service.
Nella rete Internet normale quando un computer contatta un sito web, il computer conosce esattamente l’indirizzo IP del server (o proxy di bilanciamento) a cui si collega e il server conosce esattamente l’indirizzo IP dell’host (o proxy o gateway NAT) a cui inviare le risposte; questa è una condizione necessaria perché avvenga il transito di dati.
I siti .onion funzionano in una maniera un po’ diversa.
Innanzi tutto .onion è un TLD, ma non è gestito da alcun DNS, tecnicamente è uno pseudo-TLD come, ad esempio, il vecchio .uucp.
I nomi a dominio .onion sono degli hash di 16 caratteri di una chiave pubblica volutamente non mnemonici, anche se è possibile averli pseudo-mnemonici generando chiavi finché l’hash non soddisfa chi lo vuole utilizzare.
I siti .onion sono raggiungibili preferibilmente attraverso la rete Tor, esiste un gateway sulla rete Internet, ma la saggezza sconsiglia caldamente di utilizzarlo.
Sulla rete Tor i server .onion si annunciano in un database, chi li vuole visitare consulta questo archivio e inizia un handshake relativamente complesso a base di scambi di chiavi e scelte arbitrarie di nodi di collegamento intermedi (ne vengono scelti in totale tre dal client e tre dal server). Il tutto serve ad anonimizzare quanto più possibile le identità di client e server e ad impedire intercettazioni o attacchi di tipo man in the middle.
Sulla rete .onion si trovano molte cose, da Facebook a tutto ciò che i vari governi considerano illegale. Attenzione a questa definizione perché per noi potrebbero essere armi o droga, per altri potrebbe essere anche un sito come Siamo Geek. Senza Tor, la rete .onion e strumenti come Tails molti giornalisti o loro informatori sarebbero facilmente intercettabili e molte persone non avrebbero accesso ad informazioni che per noi sono pubbliche, mentre per loro sono illegali.
La rete .onion è molto pericolosa per i contenuti in cui si può incappare. Ci sono anche delle parole chiave che fanno capire che tipo di illegalità sta dietro alcuni siti. Chi si vuole avventurare in questa Mos Eisley di Internet deve esercitare estrema cautela: molti siti hanno contenuti illegali oppure link verso contenuti illegali. Per questa ragione non pubblico nessun link .onion e cancellerò senza avviso o spiegazione qualsiasi commento che contenga link a siti .onion.
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