GitHub ha annunciato un cambio dei piani tariffari: in sostanza la tariffa ora si basa sugli utenti e non più sul numero di repository privati che si possono creare.
Per i singoli utenti o le piccole realtà questa è un’ottima notizia perché si può ora utilizzare GitHub per gestire tutti i progetti non pubblici e non solo quelli che, in qualche modo, giustificano i costi.
Uso GitHub da qualche tempo e sul lungo periodo mi è tornato comodo per tracciare le modifiche fatte in un giorno (o periodo) specifico e poter giustificare al cliente la motivazione o, comunque, la causa del comportamento del software.
Ma per me la feature più comoda di GitHub è il webhook: ogni volta che si verifica un evento su un repository (tipicamente un commit, ovvero un aggiornamento del repository), GitHub effettua un http[s] POST verso un URL indicato dall’utente.
È facile intuire che un metodo del genere può essere utilizzato per aggiornare la versione in produzione (o sviluppo, a seconda del branch) senza collegarsi direttamente al server. Sarà sufficiente fare in modo che il POST venga elaborato da n apposito script che verifica la legittimità del POST, esegue un pull dal repository e, magari, avvisa via mail chi di dovere dell’avvenuto aggiornamento (il post contiene anche l’elenco dei file modificati, aggiunti o cancellati).
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