La maggior parte dei software di invio dati all’Erario, alle Dogane, alla Giustizia e al Registro Imprese si basa su Java. A questi si aggiungono alcuni Internet Banking e altre possibili applicazioni professionali.
Non ci sarebbe nulla di male, se ciascuno non volesse la propria specifica versione di Java.
Lo dico subito: Java non mi è mai stato simpatico. È dal 1995 che è l’anno in cui Java rende obsoleta ogni altra tecnologia; il contatore dei device che utilizzano Java visualizzato durante il setup del runtime mi ricorda più Heaven Sent che altro.
Per citare alcuni esempi.
Entratel vuole la versione 1.5.0.16 (e ci sono ancora gli esempi con Netscape); Intr@Web distribuisce il proprio pacchetto Java nel setup; ComUnica richiede la 1.6.0 o superiore; l’Internet Banking di un noto gruppo bancario non esegue alcune funzioni se non è installata l’ultima versione di Java; il sistema per le comunicazioni telematiche con la Giustizia ha un suo motore Java…
È vero: ci sono trucchetti non documentati dalla PA per cercare di utilizzare altre versioni di runtime con quei software, ma queste procedure non sono documentate o supportate in maniera esplicita, quindi la loro implementazione è responsabilità del contribuente.
Il vero problema è che la PA obbliga alcuni cittadini a mantenere sui propri computer dei software che non sono solamente vulnerabili, ma le cui vulnerabilità sono stranote a chiunque voglia attaccare un computer.
Al volgere del termine del 2016 dobbiamo avere ancora dei software simili installati sui computer per trasmettere dei dati alla PA?
Possibile che non ci sia nessun responsabile che butta tutti questi residuati bellici con nomi fantasiosi e un po’ stupidotti nel cestino e non costruisca una diavolo di applicazione web per trasmettere ‘sti cavolo di dati?!
E non è una questione di fattibilità: il rinnovo della patente è tutto basato su un’applicazione web a cui gli impiegati dell’ASL e i medici si collegano per aggiornare la pratica e la nuova patente arriva a casa in pochissimi giorni.
È solamente una questione di volontà di offrire un vero servizio al cittadino.
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