Uno esce di cassa la mattina, sta in giro ore per la città andando a piedi sotto l’acqua per sistemare i problemi di tre clienti. Salta il pasto per farsi 50 km (sempre sotto l’acqua) in auto per andare da un ulteriore cliente (fortuna che è un laboratorio di dolciumi, quindi qualcosa sa mettere nello stomaco c’è sempre) per verificare se il software che ha scritto funziona, raccogliere le (per fortuna poche) segnalazioni di problemi e incassare parte della fattura. Quindi altri 50 km di auto sotto l’acqua per tornare finalmente a casa (e iniziare a lavorare).
Tornato a casa scopro che un’organizzazione ha deciso di imporre, obtorto collo, ai siti un balzello di 1.800 Euro l’anno (un operaio impiega oltre un mese e mezzo per portare a casa quei soldi, giusto per dare un valore alle cifre) per permettere loro di trasmettere dei trailer, ovvero la pubblicità dei film. È così che si fanno i soldi, non lavorando!
La pubblicità di Google qui a fianco mi ha fruttato 30 Euro in un anno e mezzo, ma a nessuno è mai passato per la testa l’idea di farmi pagare per mettere quella colonna pubblicitaria.
SIAE e AGIS invece hanno deciso che la pubblicità dei film deve passare a pagamento, inteso, però, nel modo opposto a quello che suggerirebbe il buon senso: chi paga è chi ospita l’inserzione pubblicitaria, non l’inserzionista.
Vediamo cosa succede se la gente si stufa di questi furti e di queste cazzate e decide di andare in pizzeria al posto di andare al cinema. Avete intenzione di andare al cinema? Pensate a chi state dando i vostri soldi. (via Fantascienza.com)
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