Autore: Kazuma

  • Oooops…

    Fa un po’ sorridere la notizia della morte di Jimi Heselden che qualche mese fa aveva rilevato la Segway, produttrice del famoso e costosissimo trabiccolo a due ruote.

    Il motivo di tanto cinismo sta nel modo con cui Jimi ha perso la vita. Stava infatti perlustrando la sua tenuta a bordo di una versione modificata (alcuni parlano di prototipo) del ‘suo’ trabiccolo quando ha avuto un non specificato incidente: non è ancora chiaro se sia stato un suo errore o un problema tecnico. Alcuni passanti hanno trovato il suo corpo senza vita nel fiume Wharfe.

    Ho come l’impressione che quel coso rimarrà uno status symbol per ricchi fighetti o per attirare l’attenzione dei passanti e poterli rifilare in mano qualche flyer di una discoteca o locale.

  • Prova di velocità…

    Vuoi sapere quanto “veloce” sia il tuo sito? Beh, provate WebPageTest.org e sicuramente diventerà immediatamente un vostro bookmark.

    Il sito permette di analizzare le persormance del sito con una serie di test dai quali è possibile ricavare una serie di interessantissimi dati. L’ho scoperto qualche giorno fa grazie a questo post su CyberNetNews e sono bastate un paio di prove per rimanerne positivamente colpito per come siano completi e utili i risultati (completi di checklist) dei test. Ah… possono essere facilmente esportati.

    Provatelo…

  • A Google Translate non piace Simona…

    Questo è l’ultimo post che ho scritto nel mio blog, ma visto che ancora “funziona” e che è una cosa divertente e da geek, voglio riproporla anche qui.

    1) Andate sulla pagina “iniziale” di Google Translate, all’indirizzo http://www.google.com/language_tools;
    2) nel box “Translate Text” scrivete “Grazie mille, Marco & Simona“;
    3) scegliete come lingue “Italian” e “English” (ossia dall’italiano all’inglese);
    4) premete “Tranlate“.
    Sulla pagina risultante la traduzione risulterà quasi corretto, ossia “Thank you, Mark & Simona” (certo, si può disquisire sul perchè ha deciso di tradurre il nome Marco, ma per questa prova va bene lo stesso).

    5) Ora  sostituite la “&” con una “e” nel testo originale in modo da trasformalo in “Grazie mille, Marco e Simona“. Quindi premete nuovamente il bottone “Translate“….
    Il testo in basso cambierà e Simona, magicamente, diventerà “Barbara“.

    6) Ma non basta. Sempre si trova il testo orginale, aggiungete un punto esclamativo (“!“), trasformandolo così in “Grazie mille, Marco e Simona!” e premete nuovamente “Translate“…
    E in questa nuova versione del testo tradotto Simona si trasformerà in “Monica“.

    “Simona” di tutto il mondo, non scoraggiatevi. Togliete la virgola e il vostro nome riapparirà immediatamente. E, anche qui, ripropongo lo stessa domanda che ho posto nel post originale… qualcuno mi può spiegare che cavolo succede?

  • Rowan, senza saperlo hai aggiornato il tuo status

    Chimatemi scettico, chiamatemi come volete, ma quando leggo articoli che parlano di Facebook in un certo modo, faccio immensa fatica a credere alle buone intenzioni dell’autore, ma mi viene spontaneo pensare che dietro ci sia una forte necessità di un po’ di sana pubblicità… gratuita.
    Mi riferisco a questo articolo: Six reasons Why I’m Not On facebook, nel quale l’autore, che altro non è che il direttore di Wired UK, spiega i sei motivi per i quali lui non è su Facebook. E mi chiedo… perchè il direttore di una rivista dovrebbe dedicare un intero articolo per spiegare una sua scelta personale, se non per sfruttare proprio il fenomeno che l’articolo stesso osteggia ed ottenere un po’ di nuova visibilità in rete?

    Ho ovviamente letto queste motivazioni e la prima impressione è stata quella di qualche idea a cui è stata data una pennellata di moralismo … insomma, il minimo sindacale per scrivere un articolo ad effetto.

    1) Private companies aren’t motivated by your best interests
    Wow, che pensatona… Probabilmente la mia Nicole, di 5 anni, sarebbe già in grado di capire che lo scopo di una società privata è quella di fare soldi per far felice gli investitori. Se poi questo combacia con i migliori interessi di chi usufruisce del servizio, allora bene. Esattamente come Wired, che non è una rivista a scopo benefico. Per quale motivo, quindi, questo dovrebbe essere diverso per Facebook?

    2) They make it harder to reinvent yourself
    E perchè la gente dovrebbe reinventare se stessa? Per cancellare gli errori che uno ha fatto? E perchè? Ci viene insegnato che si impara dai propri errori… certo, bisognerebbe non farne, ma quando accade… perchè “reinventarsi”. Accettiamo l’errore e cerchiamo di non rifarlo più. Magari, bisognerebbe pensare più a lungo a quello che si condivide, non so… urlereste la stessa frase o fareste girare la stessa foto in mezzo ad uno stadio gremito? (e lo dice uno che di errori, su Facebook, ne ha commessi tanti, nda). Che Rowan abbia qualcosa da nascondere e abbia paura che andando su Facebook questi scheletri nell’armadio possano uscire e ‘rovinargli la carriera’?

    3) Information you supply for one purpose will invariably be used for another …
    4) … and there’s a good chance it will be used against you
    Dejavù… si diceva lo stesso quando, digitando su Altavista (si, quell’Altavista, quello a ‘altavista.digital.com’) un termine per una ricerca, ‘casualmente’ appariva un banner ad essa relativa. “Hey, loro guardano quello che fai… ti mandano la pubblicità in base alle tue ricerche.”
    E allora? Dov’è il male? Non metto in dubbio che sia possibile che qualcuno usi le mie informazioni per scopi “malevoli” ma, ripeto, basta usare un po’ il cervello e non rivelare troppo. Forse Rowan non è in grado di farlo?

    5) People screw up, and give away more than they realise
    Traduzione (non letterale): “gli altri sono ciula e si fanno fregare e per questo io non ci vado, perchè se mi faccio fregare faccio anche io la figura del ciula”.

    6) And besides, why should we let businesses privatize our social discourse?
    Per capire questo punto, è anche necessario aggiungere un pezzo della sua spiegazione: “Yes, it’s free to join — but with half a billion of us now using it to connect, it’s worth asking ourselves how far this ‘social utility’ (its own term) is really acting in the best interests of society“. Insomma siamo ad una differente versione di ciò che è stato espresso nel primo punto. Siccome Facebook si autodichiara ‘social utility’ da qualche parte nel sito, ed è gratuita, allora è deciso che lo sia e che debba funzionare per il bene della società. Scherza, vero? Ditemi che scherza e che il direttore di una rivista come Wired UK non può essere così ingenuo.

    Se non vuoi “andare su Facebook”, non c’è assolutamente nulla di male. E’ una scelta esattamente uguale a quella fatta da chi ci è andato. Nessuno ti contesta e se lo fa è un cretino. Lo trovi un giocattolo inutile? Può esserlo. Lo trovi solo una grande perdita di tempo? Possibile. Lo trovi stupido? Liberissimo di crederlo.
    Ma, per favore, non fare facili moralismi e usare banali luoghi comuni, perchè questo articolo non è molto diverso dallo scrivere sul tuo status “oggi ho sei motivi per non leggere wired”.

  • Zoom…

    Ci sono certe fotografie che ti lasciano a bocca aperta, che ti affascinano al punto da far fatica a distoglierne lo sguardo.
    Ma quando ti trovi davanti alle foto contenute in questa e quest‘altra galleria… che reazione si ha?

    (foto trovate grazie a questo post di Attivissimo sulle ‘scie chimiche’).

  • Ovvietà 2.0

    “Il mobile è il canale preferenziale quando il cliente è in mobilità.”

    Quando il mio collega (ps: grazie Fabio) è entrato nel mio ufficio e ha pronunciato questa frase sono rimasto un po’ stordito. Mi sembrava infatti assurdo che lui se ne potesse uscire con una ovvietà tale, degna di un Markettaro 2.0. Me la sono fatta ripetere e, subito dopo, ho voluto che mi comunicasse la fonte. Al che… ho capito.
    La frase è di Trenitalia ed è citata in una brochure sull’E-Commerce ed il Mobile nel 2010, insieme ad altri concentrati di ovvietà tipo:

    Oggi il consumatore non vuole essere limitato a scegliere tra 2G e 3G, ma vuole avere accesso alla migliore connessione possibile, come ad esempio il Wi-Fi, che non è ancora molto diffuso in Italia.” (Nokia)
    [dai… pensavo che il consumatore cercasse solo le cose peggiori]

    Ci sono migliaia di utenti paganti che acquistano sia dal browser del telefono sia dalle application.” (RCS)
    [pensa… acquistano e sono tutti paganti?]

    Il mobile permette di fornire un servizio anytime e anywhere.” (Trenitalia)
    [bestiale… dei geni, sono dei geni]

    Poi ci si chiede perchè siamo sempre indietro in tutto.