E’ da un paio di giorni (ossia dalla data di pubblicazione) che sta spopolando su Twitter e, soprattutto su Facebook, il tweet di Flavia Vento nel quale la… hem… la… (qualcuno mi trova una definizione per favore?) si chiede cosa sia il MOSE.
I toni dei retweet o dei post su Facebook sono tutti simili: sgomento totale, commenti sbigottiti e un generale sconcerto per questa semplice domanda.
Autore: Kazuma
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I Social network e la ricerca delle pagliuzze
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Enjoy-Eni, ritorno al passato
Premessa: sono un felicissimo abbonato a Car2Go, il primo servizio di car sharing privato di Milano. Quando mi sono iscritto, dopo aver fornito tutti i miei dati online (inclusa la patente), mi sono recato a ritirare la tessera in uno dei diversi centri.
Verso la fine di Dicembre dello scorso anno ho cercato di iscrivermi ad un altro servizio identico, Enjoy, di proprietà di Eni. Durante la procedura di iscrizione fatta totalmente online (esattamente come quella di Car2Go) ho scoperto che “informaticamente” la mia patente era scaduta. Sottolineo l’”informaticamente” in quanto nella realta la mia patente era validissima, come aveva anche verificato Car2Go all’atto del ritiro della tessera.La procedura di iscrizione a Enjoy aveva, comunque, memorizzato la mia email. (altro…)
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La motorizzazione civile e la comunicazione
C’era una volta un povero informatico che, molto attento, alla data di scandenza della propria patente ha provveduto ad effettuare la visita medica e le pratiche necessarie per il rinnovo in un pomeriggio di fine Ottobre 2005.
Dopo qualche mese, non avendo mai ricevuto il famoso adesivino (solo in Italia potevano pensare ad una simile idiozia, nda), avevo telefonato alla Motorizzazione Civile che mi aveva detto che si trattava certamente di un ritardo delle Poste Italiane e che potevo tenere il certificato rilasciatomi durante l’esame sino a quando lo avessi ricevuto.
Gli anni passano, l’adesivino non arriva ma, a dire il vero, la cosa mi passa anche di mente. Le poche volte che sono stato fermato causa posti di blocco, semplice controlli o per l’unica multa presa per guida senza auricolare (ma non mi hanno mai tolto i punti, evvai, nda) quel foglio che tenevo nel mio portafoglio era sempre andato bene soddisfacendo le richieste della forza dell’ordine di turno che me lo chiedeva. (altro…) -
Ho ‘la’ soluzione…
Da quando sono diventato responsabile IT della società per la quale lavoro, ricevo le “telefonate a freddo” di chi prova a convincermi, spesso usando la tipica terminlogia da markettaro, che l’azienda non possa assolutamente andare avanti senza avvalermi dei servizi che mi stanno offrendo.
Essendo perfettamente consapevole della difficoltà di fare le “telefonate a freddo“, quando posso permettermelo scambio anche due parole con l’interlocutore e, per tagliar corto, mi faccio inviare via email il loro materiale.Ieri, però, la conversazione è stata differente:
Lei: “Buongiorno, posso parlare con il Dott. <nome del responsabile IT che ha preceduto quello che io ho sostituito>.”
Io: “Buongiorno, mi dispiace ma ha lasciato l’azienda circa 5 anni fa.”
Lei: “Ah… (pausa)… io ho questo contatto… (pausa)… posso parlare con chi lo ha sostituito?”
Volevo dirle che quello che lo aveva sostituito aveva lasciato l’azienda, ma non credo avrebbe colto la sottile ironia: “Sono io, dica pure…” (altro…) -
Telecom: applicazione del “Comma 22”
Non so quanti conoscano il “Paradosso del Comma 22“, definito da Wikipedia come “l’apparente possibilità di scelta in una regola o in una procedura, dove in realtà, per motivi logici nascosti o poco evidenti, non è possibile alcuna scelta ma vi è solo un’unica possibilità.“. Bonvi lo ha utilizzato all’interno di una delle sue tavole di Sturmtruppen in questo modo: “Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di guerra, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di guerra non è pazzo.”
Sembra impossibile, ma questo paradosso sembra essere alla base del servizio di Telecom Italia e, soprattutto, alla base dell’avventura che la mia amica ha dovuto affrontare nel mese di Dicembre 2013 con questa società che raggiunge, quindi, la terza (e spero ultima) puntata. Le prime due puntate sono disponibili qui e qui.
Ieri, all’interno di una discussione su Facebook, la mia amica mi scrive:
“Per la cronaca […], ricevo or ora telefonata dai tecnici Telecom che mi chiedono se e’ tutto a posto. Rilevano che la linea non e’ utilizzata da qualche giorno e si sono preoccupati di chiedermi se avessi bisogno di ulteriore supporto tecnico. Si scusano per il disguido (che imputano al 187) e mi invitano a chiamare (il 187 appunto) per ogni mia ulteriore necessità.”
Sin dalla prima lettura ho avuto l’immagine dei soldati di Bonvi che discutevano sul Comma 22. Perchè è esattamente questo. La colpa dei problemi che abbiamo avuto è del 187. Se ha bisogno chiami il 187.
Oltretutto, a quanto leggo, questa telefonata sembrava partita bene, dimostrazione che forse in Telecom Italia hanno iniziato a leggere la pagina 1 del manuale Marketing 101… “se è tutto a posto“. Si fossero fermati lì avrebbero fatto qualcosa di buono. E invece no, ecco che se ne escono con una frase che indica che tutte le volte che la mia amica ha spiegato l’urgenza dell’intervento trattandosi della seconda casa, usata solo durante i periodi festivi o qualche week-end (“Rilevano che la linea non e’ utilizzata da qualche giorno“).
Poi sembra un nuovo ravvedimento (“Si scusano per il disguido”) e poi la mazzata imputando al 187 la colpa e invitando a chiamare quello stesso numero per ulteriori bisogni.Sono molto dubbioso di cosa possa succedere in futuro. Non so… ricevere un survey per sapere se la linea Fax e la ISDN sono state installate correttamente.
E’ offensivo dire che sono ridicoli? Beh, io lo dico. Punto.
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Telecom: mano destra e mano sinistra non accettano critiche
Giusto ieri avevo raccontato in modo goliardico la simpatica avventura natalizia di cui ero stato spettatore (non pagante oltretutto) tra Telecom Italia e una mia cara amica che ha dovuto attendere poco meno di un mese per riavere la propria linea (telefonica con ADSL) ri-attivata (e sottolineo riattivata).
Poichè si tratta di una storia vera (ridotta nella sua lunghezza e tagliuzzata di qualche simpaticissimo scambio quasi comico tra la mia amica e gli operatori Telecom) ho voluto inserire il link del post anche sulla pagina Facebook di Telecom Italia.
Ma questa sera, tornando a casa, ho trovato una notifica che mi comunicava (testuali parole): “Ciao Alessandro, siamo spiacenti ma abbiamo dovuto rimuovere il tuo messaggio in quanto conteneva violazioni della nostra policy: http://on.fb.me/policyTI“.Al che ho voluto andare a vedere questa policy per (altro…)
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Telecom: la mano destra non sa cosa stia facendo la mano sinistra
Babbo Natale quest’anno, ha deciso di regalarmi una vicenda di ordinaria follia con Telecom Italia: uno dei più classici esempi di come il proverbio “la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra” sia più realistico che mai.
La vicenda, a dire il vero, nasce, inconsapevolmente, dopo le vacanze estive, quando, a causa di un motivo sconosciuto durante il cambio di banca non sono stati spostati i RID per il pagamento del Telefono & ADSL installati nella seconda casa di una mia cara amica. E, all’inizio di Dicembre quando si è recata in quella casa, si è resa conto del problema e che Telecom le aveva sospeso entrambi i servizi.
Ha quindi immediatamente provveduto a pagare tutte le bollette arretrate direttamente su sito di Telecom chiedendo contestualmente la riattivazione di entrambi i servizi. Sottolineo riattivazione, in quanto sino alla sospensione sia la linea telefonica che la ADSL funzionavano perfettamente.
Ma questa riattivazione, però, non può avvenire “velocemente”, ma ha bisogno di almeno una decina di giorni… “normali tempi tecnici“.Piccola nota: il termine “tempo tecnico” (altro…)
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Marco “FunkyProfessor” Zamperini (1963 – 2013)
“La mente è come un paracadute, perchè funzioni bisogna aprirla.”
Ho avuto l’onore di conoscerti un anno fa, dopo che “digitalmente” ci eravamo incontrati diverse volte.
Quella volta ho scoperto che i tuoi gusti musicali non collimavano con i miei e per questo preferivo ascoltare le tue idee e cercare di rimanere il più contagiato possibile da quel tuo fantastico entusiasmo di vivere la rete.Un grosso abbraccio a chi, da oggi, dovrà fare a meno della tua splendida presenza, a partire da Paola, Blanca e Rebecca.
Ciao Marco.
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E tu, dove sei?
Quasi un miliardo e trecento milioni di utenti. Quasi un miliardo e trecento milioni di foto di profili messi tutti insieme all’interno di una singola pagina web.
Ecco l’ultima applicazione (assolutamente inutile, nda) ma, almeno, con un fantastico impatto visivo, presente in rete, realizzata dall’americana Natalia Rojas. Dopo aver scoperto che tramite le API di Facebook era possibile accedere ai profili di tutti gli utenti del social network, Natalia ha impiegato oltre un anno per realizzare l’applicazione (afferma di averlo fatto solo nel tempo libero, però).
Ovviamente l’applicazione vi permette di ingrandire frammenti della pagina per vedere le singole foto dei profili e, se accettate di fornire un po’ di informazioni a Facebook, potrete anche cercarvi, trovarvi e, soprattutto, scoprire dei votri amici chi si è iscritto prima e dopo di voi.
Sono cose importanti, no?
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Il decreto sui libri digitale? Riprova, sarai più fortunato!
Ieri, durante la presentazione di “Il Mondo Digitale“, l’ultimo libro scritto dall’amico Marco Camisani Calzolari, si è parlato, tra l’altro, di come i genitori possano aiutare i propri figli ad entrare nel mondo digitale. Figli che, a dire il vero, sono più vicini a questo mondo di quanto non lo siano la stragrande maggioranza dei genitori. Come tutti i discorsi che guardano al futuro, soprattutto a quello dei nostri figli, anche questo è stato caratterizzato da qualche spunto interessante legato, tra le altre cose, al controllo o all’approccio del genitore rispetto alla volontà eplorativa e conoscitiva dei ragazzi.
Poi arrivo a casa e l’occhio cade sulla notizia della firma dell’attuale ministro Carrozza sul decreto sui libri digitali a scuola… e mi rendo tristemente conto che quello che avevo vissuto, durante la presentazione, era un sogno. Il sogno di un paese dove si guarda al futuro e non si continua a rimanere nel passato. La realtà è quella di un paese dove si tutelano, prima di tutto, gli interessi privati; dove si pensa a tutelare il presente di pochi eletti a scapito del futuro dei nostri figli, dei bambini ed i ragazzi… di oggi e di domani.