Categoria: Cazzeggio

Quello in cui siamo dei maestri

  • Quando il contatto è impossibile

    Nel ’45/6 una coppia di artisti legati al mondo dello spettacolo e dell’arte decise di fare fronte comune e creare insieme un film.
    Ci furono decine di bozzetti e disegni preparatori e le idee scorrevano a fiume. L’artista che si occupò della parte disegno era geniale e per questo folle (molti sostengono che fosse una pazzia molto calcolatrice e una semplice maschera… ma con Avida Dollars non si può dare niente per scontato…). L’altro non era così stravagante ma anche lui un visionario in altro ambito. Tra i due c’era un uomo che Dollars chiamava una presenza fantasma che faceva da tramite e teneva assai al progetto contribuendo in ogni aspetto.
    Nonostante questo trio di alto livello, a causa guai economici e probabile altro (succede quando grandi personalità entrano in contatto ma questa è solo una mia speculazione), il progetto venne abbandonato. Venne riesumato 58 anni dopo, utilizzando le decine di storyboard e bozzetti. Il tutto corredato da splendida musica creata da Armando Dominguez e cantata da Dora Luz (a Dollars non piaceva ma io la trovo splendida…).
    Avete indovinato chi è questo trittico? Ho dato un bell’indizio con l’anagramma del nome dell’artista…
    Ecco qui il prodotto finito così vedrete da voi la soluzione del mistero.
    Su Google si possono trovare alcuni dei bozzetti.
    Per maggiori info qui e qui.

     

  • E’ Natale… anche per Google

    Grazie all’amico geocacher Ivan per la segnalazione.

    Provate a inserire “Let it snow” all’interno del campo di ricerca di Google e godetevi la neve e preparatevi a fare un “Defrost” del monitor.

     

    Sarà… ma questi continuano a stupirmi. Sempre.
    Buon Natale a tutti!

     

     

  • Da HD a USB

    Non erano tanti anni fa quando il disco riprodotto qui a fianco era il disco di sistema del mio PC.

    È stato un signor disco, Windows 2000 (prima, poi XP) volava (nei limiti imposti da Windows) con quel disco e con l’Adaptec 29160.

    Oggi al MARC di Genova ho comperato una chiavetta USB Verbatim da 32 Gb, con una capacità pari di fatto a quella di quel disco, grossa una minima parte e con un prezzo (27 euro) che nemmeno si avvicina a quello che avevo scucito per quel disco.

    Certo, l’USB2 non ha il transfer rate di un U160 SCSI, ma fa un certo effetto vedere che una chiavetta USB da 32 Gb costa così poco. Nello stesso banchetto con una spesa di cinque volte quella della chiavetta potevo portare a casa un disco SATA da 2 Tb.

    Il tutto nell’attesa di mandare definitivamente in pensione questa tecnologia di dischi magnetici rotanti, che ai suoi esordi si chiamava winchester.

     

  • Rivoglio la mia spada laser!

    Vi siete mai chiesti dove siano i Cavalieri Jedi?

    Questo articolo è in grado di darvi una prima prima risposta a questa fondamentale domanda: grazie al censimento decennale della Repubblica Ceca, i cui primi risultati  sono stati rilasciati Giovedì 15 Dicembre, è emerso che oltre 15.000 Cechi si identificano come Cavalaieri Jedi e di questi quasi 4000 vivono a Praga.

    May be  “the force” “the Schwartz” be with you…
    [youtube width=”260″ height=”211″]http://www.youtube.com/watch?v=UHw6KXbvazs[/youtube]

     

  • Scarabocchi con il puntatore

    Il percorso che fate compiere al puntatore potrebbe diventare un’opera d’arte.

    Questo a fianco è quello che IOGraph ha creato lasciandolo attivo nelle ultime due ore.

    Il traffico del puntatore in basso a destra è motivato dal fatto che ho attivato un hot point in quella posizione che esegue uno zoom out e visualizza i sei desktop.

    In alto a destra ci sono i controlli del player musicale.

    Il traffico nella parte in alto a sinistra potrebbe essere lo scambio di tab nel desktop in cui c’è il browser.

    La parte verticale sinistra è l’accesso al menu rapido di Unity.

    IOGraph e gira su Windows, Linux (Java) e Mac OS.

  • Cello Wars

    [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=BgAlQuqzl8o&w=480]

  • Sondaggio

    Sono membro di un panel di indagini demoscopiche; alla fine delle interviste periodiche c’è sempre una domanda leggera che esula dall’indagine.

    L’ultimo sondaggio a cui ho partecipato poco fa aveva questa come domanda finale:

  • Sei la mia rosa poiché le rose mi ricordano sempre di te…

    Vorrei parlare in questa sede di un altro corto geniale e struggente.
    Proviene dalla terra del Sol Levante, dov’è uscito a metà degli anni ’90 e mescola molti temi: futuro, esplorazione spaziale, lirica, ossessione, amore e illusione.
    Il corto in questione è racchiuso con altri due fratelli sotto il nome collettivo di Memories che è un film ma gli episodi sono vedibili singolarmente come corti ed è così che identifico quello di cui parlerò. Qui il link del trailer. Il nome è bellissimo quasi quanto la storia che narra: Magnetic Rose. Il regista è Katsuhiro Otomo che ha scritto la storia originale da cui è tratto Magnetic Rose e il copione degli altri due corti, oltre a dirigere.
    Premessa fondamentale: pur possedendo il DVD di Memories, non sono mai riuscita ad interessarmi alla storia degli altri due corti: Stink Bomb e Cannon Fodder. Ho provato a vederli ma non riuscivo a seguirli forse per lo stacco netto di tema con Magnetic Rose. Quindi se volete cercare e comprare il DVD basandovi su quello che dirò del primo del mazzo e scoprite di ritenerlo un ciofecone, per favore tenete a mente quanto detto. Don’t shoot the messenger!
    Dunque Magnetic Rose. Qui un assaggio della colonna sonora che è meravigliosamente curata a opera di Yoko Kanno che si è occupata delle musiche di altri anime come nel caso di Wolf’s Rain, i Cieli di Escaflowne, Ghost in the Shell e tanti altri. Il motivo per cui ho incluso questo link è che l’elemento musicale è una parte fondamentale di una storia. Non posso dire troppo della trama per non rovinare la visione ma posso dirvi che siamo in un futuro neanche troppo lontano dal nostro (per quanto personalmente penso ci siano delle incongruenze nelle date che vengono menzionate ma questo potrebbe essere dovuto ad un doppiaggio imperfetto) dove un’astronave spazzin- ahem operatrice ecologica (:P), la Corona, riceve un misterioso SOS nelle forma di un’aria di Madame Butterfly, Un bel dì vedremo (cantato da Maria Callas). Per il rispetto delle regole spaziali sul soccorso i nostri sono costretti a investigare questo SOS… un’azione che darà avvio alla storia.
    E’ interessante vedere che, anche se la storia è estremamente breve (mezzora su per giù), c’è una buona caratterizzazione dei personaggi e i dettagli sono molto curati. I personaggi sono pochissimi ma si arriva a preoccuparsi per la loro sorte. Questo è sempre un buon segno di una storia ben raccontata. Considerato che lo script è opera dal compianto Satoshi Kon, maestro di un certo livello (se si vuol ricorrere a un eufemismo alquanto riduttivo) e autore anche del bellissimo film Millenium Actress,  direi che si riconferma una perla d’autore.
    Une delle attrattive di questo corto è che si riesce a mescolare e accostare argomenti ed elementi così disparati come le trine e le tute da esplorazione spaziale ad una storia d’amore che ha come suo elemento portante il rimpianto e l’ossessione, gestiti in un modo tale da compromettere chiunque ne venga in contatto nonostante la verità di un aspetto marcescente sia celato da illusioni e gloria passata. Non è l’unica forma di amore menzionata e questo sarà determinante per la conclusione della storia. Se volete qualcosa di leggero sappiate che qua non si ride. Per quello è più adatto Stink Bomb.
    Quando la storia raggiunge il suo climax con una potentissima versione di Tu Tu Piccolo Iddio, tratto anch’esso da Madame Butterfly, io ho sempre i brividi. Allo stesso modo la coda finale con un malinconico sassofono mi commuove sempre. Un gioiello.

    Godetevelo.

    E non guarderete più le rose con gli stessi occhi…

  • Compromesso l’archivio di Babbo Natale!

    Forse il colpo più sensazionale degli ultimi anni: gli archivi di Babbo Natale sono stati compromessi.

    Il fatto riveste particolare gravità perché i dati riguardano dei minorenni e le loro abitudini, in quanto le liste sarebbero divise tra buoni e cattivi, quindi si tratterebbe di dati sensibili.

    Tra i dati rubati dagli archivi elettronici del Polo Nord ci sono:

    • i nomi e gli indirizzi dei minorenni;
    • il percorso previsto per il prossimo Natale con gli orari dei recapiti;
    • l’elenco dei magazzini di Babbo Natale;
    • l’elenco delle apparizioni di Babbo Natale nei vari negozi e grandi magazzini;
    • l’elenco dei collaboratori di Babbo Natale;
    • i testi delle lettere dei minorenni già ricevute.

    L’analisi della compromissione e le eventuali misure di sicurezza sono già state commissionate ad un gruppo di consulenti della sicurezza informatica. (via AppSecInc)

  • Concentrato di obsolescenza

    Riordinando librerie e assimilati si trovano due cose in particolare: tanta polvere e tante cose dimenticate.

    In questo periodo di pulizie casalinghe ho trovato tanti di entrambi.

    Un pacchettino di fogli riesce a riassumere il concetto di obsolescenza nel mondo informatico e dintorni.

    La copertina del pacchetto di fogli è qui riprodotta e ricorda tempi, media e abitudini superati.

    Innanzi tutto, le stampanti che usano risme di carta perforata vengono utilizzate sempre meno spesso anche in ambito professionale. Numeri come 80,132, 66 e 72 che prima erano sulla bocca di tutti ora sono sostituiti da 210, 297, A4, A5, 12, 14 eccetera. Prima 6 righe per pollice era praticamente l’unica regola, ora si tende sempre meno a stampare (per fortuna).

    A parte il formato carta, quelle stampanti utilizzavano la rumorosissima tecnologia della stampa ad aghi, i cui comandi variavano da stampante a stampante ed erano raggruppati per famiglie di dialetti (IBM ProPrinter, EPSON, Diablo e tanti altri).

    Le stampanti erano collegate generalmente tramite l’interfaccia parallela, tramite la quale il PC sapeva generalmente ben poco della stampante, a parte le informazioni “sono pronta a stampare” e “ho finito la carta”. Altro che plug’n’play!

    Da ultimo, le agende a sei anelli, che resistono ancora, anche se con le ore contate. Ricordo l’ultima che ho avuto, comperata nel 1999 al MIT, rimasta in fedele servizio per 10 anni e pensionata in favore dell’agenda a rubrica integrate nel telefono. Quell’agenda e tutti i suoi fogli mobili colorati riposano da qualche parte nella libreria. Altra carta risparmiata.

  • Space Ipsum

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    In molti conoscono l’uso di questo testo come riempitivo. Esiste anche un sito che genera per voi il testo della lunghezza richiesta.

    Se non volete utilizzare il classico testo in latinorum, Space Ipsum è il sito che fa per voi.

    Al posto di parole latine assemblate a caso, Space Ipsum utilizza frasi tratte dai momenti storici del volo spaziale. (via BoingBoing)

  • Pulizie casalinghe

    Lo scorso weekend ho riconfigurato la parte di casa mia dove trascorro la maggior parte del tempo quando sono sveglio.

    La riconfigurazione ha coinvolto il ricablaggio di alcuni collegamenti, lo spostamento della scrivania e lo smontaggio, riconfigurazione e assemblaggio di oltre 50 metri lineari di scaffalatura IVAR, per aver inventato la quale IKEA dovrebbe ricevere il Nobel per l’Arredamento.

    In questa baraonda ho anche deciso di liberarmi di vecchi oggetti che erano di uso comune fino ad un po’ di anni fa e ora sono ignoti ai più, tra cui:

    • cavi nullmodem da 25 pin;
    • transceiver AUI-BNC;
    • cavi paralleli per PC (chi si ricorda che si chiamavano Centronics?);
    • innumerevoli cavi seriali 232, adattatori, flat cable a 25 fili crimpati e no;
    • un cavo seriale V.35;
    • cavi telefonici vari e adattatori per la tripla italiana;
    • adattatori per mouse da seriale a PS/2;
    • flat cable per floppy con connettore per il lettore a 5″¼ (sì, erano diversi);
    • cavi di alimentazione PC (me ne rimangono comunque una trentina).

    Nonostante tutto, ho comunque tenuto un sacco di fuffa di cui mi libererò probabilmente in seguito.