Categoria: Commenti

Commenti a fatti o notizie

  • E che la cammella si fosse finalmente lavata?

    L’anno scorso il buon Luigi ha seguito in diverse occasioni (qui, qui e, soprattutto qui) la vicenda alla liberalizzazione del wi-fi che, in Italia, è sempre stato legato ad una serie di inutili e stupidi adempimenti burocratici.

    Il 29 dicembre scorso anno è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l’immancabile classico di fine anno: il decreto “Mille Proroghe dove non appare alcuna proroga all’articolo 7 del D.L. 144/2005 e della sua conversione in legge 155/205.

    [youtube width=”260″ height=”210″]http://www.youtube.com/watch?v=C9EKsleJKQU[/youtube]

    Buon anno anche a voi!

  • Standardizzazione: basta volerlo

    Il mio vecchio regolabarba (meglio: la sua batteria ricaricabile) ha definitivamente tirato le cuoia e ne ho dovuto comperare un altro.

    Attratto dal display digitale e dalla regolazione elettronica del pettine (a step di un millimetro), ho comperato un Remington MB4550.

    Arrivato a casa, ho scoperto con piacevole sorpresa che il rasoio si carica attraverso un connettore micro USB, che, guardacaso e’ anche il connettore con cui si carica il mio telefono.

    Quindi assieme al regolabarba ho guadagnato un cavo USB type A – micro B e un caricatore micro USB.

    Onore al merito di chi in Europa ha insistito per la standardizzazione dei caricatori e complimenti alla Remington per non aver inventato la ruota, ma sfruttato gli standard.

    Un esempio da seguire.

  • La distorsione della realtà

    Sarà capitato a molti dei lettori di vedere uno dei nuovi prodotti della casa automobilista francese Renault, la piccola city-car Twizy. La caratteristica peculiare di questa auto è quella di essere unicamente elettrica, pensata appunto come il primo modello di serie che possa attirare una numerosa clientela, almeno nel suo circoscritto segmento.
    Se non avete visto lo spot televivo – che poi è l’argomneto di questo post – vi prego di dargli una occhiata grazie al filmato di YouTube che integro per comodità qui sotto.

    [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=CzAILLueF5Y&w=480]

    E’ a prima vista evidente come lo spot giochi sul concetto assurdo di vedere molti delle apparecchiature elettriche che usiamo tutti i giorni alimentati con qualche tipo di combustibile fossile. Da questo contrasto, il video ci porta poi a indurre che, dopo tutto, anche per viaggiare sarebbe in effetti più logico usare l’elettricità.
    Finito questo spot, qualcuno si sentirà sollevato nel pensare che finalmente ci stiamo avviando verso un futuro pulito basato sulla corrente elettrica a zero emissioni e che, dopo tutte le battaglie ecologiste che si sono combattute il mondo sta veramente cambiando.
    Lo spettatore un po’ più attento, che nel frattempo abbia nche acceso il cervello, invece ne tirerà fuori una conclusione diversa.

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  • Marketing done wrong

    Oggi sono a casa della mia signora, la quale, pur non essendo una nerd come me, non e` proprio a digiuno di tecnologia. Riceve una telefonata da un noto gestore telefonico fisso, del quale lei e` cliente:

    Operatore: “Buonasera, sono Marco di PippoPrada, vorrei segnalarle che solo per i nostri clienti piu` affezionati c’e` l’opportunta` di acquistare, in 30 comode rate mensili, pagabili nella bolletta telefonica, un TAGGET“.

    La signora, che ha capito benissimo cosa intedeva, non si lascia scappare l’occasione di farsi due risate, e risponde “EH?

    Operatore: “… Vorrei segnalarle che solo per i nostri clienti piu` affezionati c’e` l’opportunta` di acquistare, in 30 comode rate mensili, pagabili nella bolletta telefonica, un TAGGET…”

    Un cosa?

    Operatore: “Signora, un TAGGET… un TABBET… sa, quell’aggeggino moderno, quelle cose uscite adesso, simile a un IPPAD  (pronunciato come  “ippopotamo”, non “aipad”) ma molto piu` funzionale

     

    Ovviamente da qui e` andata in discesa verso un deciso fallimento della vendita del TAGGET… ma voglio dire, come si fa?

     

     

     

     

  • Di quanto spazio abbiamo effettivamente bisogno?

    Dovendo allestire il nuovo server casalingo mi sono posto anche il problema dello storage.

    All’inizio ho fatto una lista della spesa provvisioria per il mio pusher di hardware quasi con il pilota automatico e ho incluso due dischi da 2 Tb andando sulla scelta più conveniente per sostituire i 4 dischi attuali.

    Poi la notte ha portato consiglio.

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  • Da HD a USB

    Non erano tanti anni fa quando il disco riprodotto qui a fianco era il disco di sistema del mio PC.

    È stato un signor disco, Windows 2000 (prima, poi XP) volava (nei limiti imposti da Windows) con quel disco e con l’Adaptec 29160.

    Oggi al MARC di Genova ho comperato una chiavetta USB Verbatim da 32 Gb, con una capacità pari di fatto a quella di quel disco, grossa una minima parte e con un prezzo (27 euro) che nemmeno si avvicina a quello che avevo scucito per quel disco.

    Certo, l’USB2 non ha il transfer rate di un U160 SCSI, ma fa un certo effetto vedere che una chiavetta USB da 32 Gb costa così poco. Nello stesso banchetto con una spesa di cinque volte quella della chiavetta potevo portare a casa un disco SATA da 2 Tb.

    Il tutto nell’attesa di mandare definitivamente in pensione questa tecnologia di dischi magnetici rotanti, che ai suoi esordi si chiamava winchester.

     

  • Il “registro”

    L’altro giorno mi è capitato tra le pagine del browser un post che tratta di un argomento piuttosto scottante per chi, come me, vive nel mondo dell’informatica: in Malesia si sta valutando una legge per creare un “registro” federale al quale ci si deve iscrivere per poter offrire qualsivoglia tipo di “servizio informatico”.

    La creazione di un “ordine degli informatici” è, spesso, argomento di conversazione tra addetti ai lavori quando ci si trova dinnanzi a dei veri e propri disastri tecnologici o a situazioni dove ignoranza nel campo e assenza di professionalità regnano sovrane.
    Quante volte, infatti, ci siamo dovuti fermare perchè qualcosa di informatico non stava funzionando (esempio) o funzionava secondo una logica difficile da comprendere (esempio)… chiedendoci il perchè si permette a chiunque di fare qualcosa che dovrebbe essere fatto solo da chi è in grado di farlo? (altro…)

  • L’applicazione web più brutta che abbia mai visto

    Questa mattina credo di aver visto l’applicazione web a pagamento più brutta degli ultimi anni.

    È sviluppata da una software house non piccola ed è pensata per la Pubblica Amministrazione (PA), di più non posso dire per ragioni professionali.

    È scritta in ASPX, ma il linguaggio non è la causa della pessima implementazione.

    Ad ogni discesa di menu (incluso il passaggio dal login al menu principale) si apre una nuova finestra del browser.

    Ogni menu ha uno stile grafico completamente differente. Alcune pagine sembrano fatte con un RAD o similare.

    I menu sembrano scritti da un programmatore COBOL o CICS.

    Se faccio copia/incolla di un URL applicativo dopo l’autenticazione senza aver fatto l’autenticazione, anziché essere ridiretto sulla pagina di login appare un errore ASPX con i dettagli di debug, inclusi i path dell’applicazione.

    Le stampe sono in RTF e vengono richiamate (con apertura in una nuova finestra, ovviamente) passando nell’URL il path completo del file system locale del template utilizzato. Se metto al posto del path del template il path di C:\WINDOWS\NOTEPAD.EXE , mi viene inviato l’eseguibile del Notepad con qualche modifica, probabilmente fatta dal sistema di stampa che ha tentato di interpretare un eseguibile come un template.

    Mi fermo qui per rispetto verso i lettori.

  • problemi “della” o “con la” globalizzazione?

    So benissimo che questo post mi attirerà le ire di molti ma… chissene.

    Oggi un amico mi ha fatto notare un post di tale Zambardino che ha un blog su uno dei tanti quotidiani italiani che prediligono il gossip alle notizie. La storia raccontata nel post, quella di un signor GA è, senza dubbio, triste, ma più che mettere in evidenza i “problemi della globalizzazione“, dovrebbe far pensare a “chi ha problemi con la globalizzazione“.

    Per chi non volesse leggersi il post, (che è comunque corto), si tratta del riassunto della storia un signor GA, traduttore, che nell’ultimo anno ha visto calare il proprio fatturato sino alla disoccupazione, perchè il suo modello, che tanto aveva riscosso successo all’inizio, viene battuto dai problemi della globalizzazione.

    Quello che io leggo in quella vicenda, non è tanto il terrore di quello che la globalizzazione può portare, ma il terrore di non volersi piegare e seguire il cambiamento che la globalizzazione necessariamente porta. (altro…)

  • La forza di una catena

    Poter gestire un conto corrente online è comodo, ma potrebbe essere problematico se sono coinvolti diversi attori.

    Lo scorso luglio dei malviventi hanno sottratto 45.000 dollari ad un australiano utilizzando tecniche di social engineering abbinate all’efficienza di un provider telefonico, nonostante il fatto che l’accesso al conto corrente fosse protetto da un sistema di autenticazione a due fattori.

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  • Idee geniali ma non pratiche?

    Girovagando nella rete ho incontrato questo link.
    Come si può vedere, è un concept art per delle pile ricaricabili mediante USB. Alla mia mente quasi del tutto ignorante sulle dinamiche di queste cose è parsa un’ottima idea ma la lettura dei commenti al post mi hanno fatto sorgere dei dubbi sulla sua attuabilità. Ma la domanda che mi chiedo più di tutte è forse la più banale: ma le pile per loro natura non devono essere del tutto chiuse? Nel senso, un’apertura laterale può inficiare le capacità di una pila? Al punto che forse un semplice caricabatterie USB da computer forse è un’idea più pratica… Specifico forse che a me le idee strampalate piacciono al di là della loro praticità e attuabilità…

  • La Germania abolisce i filtri Internet

    La Germania ha deciso di abolire il sistema di filtraggio preventivo di Internet in funzione dal 2009 con lo scopo di bloccare l’accesso a siti di pedopornografia.

    La legge era assai controversa fin dalla sua entrata in vigore ed era stata bollata subito come inefficace e come il seme di una possibile introduzione della censura su scala più ampia.

    Il blocco veniva effettuato dai provider tedeschi e tutti gli utenti avevano capito fin da subito quanto fosse facile aggirare il blocco, rendendo inefficace il provvedimento.

    L’attuale ministro federale della giustizia Sabine Leutheusser-Schnarrenberger ha definito questa legge una “soluzione superficiale”.

    La nuova soluzione adottata nel caso in cui si scopra un sito di pedopornografia è quella ovvia: cancellarlo.

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