
[via twistedsifter.com]
[via twistedsifter.com]
[via twistedsifter.com]
[via twistedsifter.com]
No, non c’è nessun refuso nel titolo.
Un giovanotto, noto su internet come Morskoiboy, ha progettato una macchina da scrivere che converte ogni parola in un cocktail. Ogni tasto è collegato a una bottiglia contenente quello che sembra o liquore o succo di frutta (considerazione per fegati astemi?).
Leggete come qui.
E qui ci starebbe bene la tag, bevete responsabilmente! specie quando scrivete lettere! D’amore o odio poca è la differenza…
Segnalo un articolo a riguardo. Enjoy!
Per la prima volta, Google ha pubblicato le fotografie dell’interno di alcuni dei suoi data centre.
Sono ritratte varie parti delle strutture, tra cui la parte di raffreddamento, i rack, i sistemi di storage robotici su nastro e i dischi guasti dopo il trattamento fisico di cancellazione.
Aggiornamento 20/10 – Google ha pubblicato un’intervista al fotografo che ha realizzato il servizio, con alcuni esempi di immagini prima e dopo il ritocco applicato.
Un giovine decide un bel dì di farsi un tatuaggio. Oggidì non c’è più niente di sorprendente a riguardo visto lo sdoganamento di quest’arte ormai da decenni. Tuttavia il nostro baldo giovinotto ha deciso che non di tatuaggio normale dovesse trattarsi ma di uno munito di Qr Code. Enjoy!
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=f3qv2dSXQXk&w=480]
Da solo questo video di un’espulsione di massa coronale (CME) basterebbe a raggiungere e superare senza troppa difficoltà il sense of wonder di molte produzioni fantascientifiche.
E questa immagine in scala rende quasi impossibile comprendere la portata dell’evento:
(via Discover)
Alcune volte l’analisi al microscopio può generare vere e proprie sorprese.
L’immagine qui a fianco, benché ci assomigli, non è quella di un’orgia ripresa in visione notturna, ma un frammento di poliimmide.
Altre immagini altrettanto interessanti possono essere viste nella galleria di The Art of Failure 2012 (galleria senza flash).
Le password sono una rottura di balle, specialmente per chi non è sensibile al problema della sicurezza.
Molte realtà hanno una rete wireless, sia essa collegata alla LAN interna oppure direttamente ad Internet per gli ospiti.
In moltissimi di questi casi le password sono scritte in maniera visibile, specialmente quelle degli ospiti perché sembra che la cosa dia un senso di buona ospitalità e non debba costringere l’ospite a chiedere di poter usare la rete.
Bella idea, finché non arriva una troupe televisiva a fare delle riprese in HD:
National Geographic ha pubblicato un’immagine GigaPan del cockpit del Discovery realizzata da Jon Brack.
Questa e solamente una delle dodici foto GigaPan realizzate dall’autore. (via BoingBoing)
Come abbiamo visto in un altro articolo, il sistema dei nomi a dominio si basa sui root DNS.
Non ci vuole certo un esperto di networking per capire che i root DNS non solo sono un punto critico del sistema dei nomi a dominio, ma sono anche dei server molto trafficati.
Più i root DNS sono prossimi agli utenti più questi saranno veloci nel risolvere i nomi e, quindi, ad accedere ai servizi della Rete.
paf ha raccolto su Google Maps la posizione dei root DNS nel mondo; la mappa potrebbe non essere aggiornatissima, ma aiuta molto a capire come sono distribuiti questi server.
Val la pena di evidenziare che, a causa della topologia di Internet, per molti utenti di Milano potrebbe essere più vicino il root DNS di Roma o di un’altra città europea.
Aggiornamento 17/2/2012 18:30 – Il sito dei root DNS ha una mappa piu precisa e aggiornata da cui si evince che in Italia ci sono due istanze a Torino, tre a Milano, due a Roma e una a Napoli.