• 3, 2, 1… #CommonMark

    Chiunque operi per lavoro o hobby nel campo dell’informatica, probabilmente condivide lo stesso rapporto di odio e amore verso i file in plain text : hanno innegabili vantaggi come la portabilità, la facile interoperabilità e la semplicità di creazione.
    D’altra parte, risultano spesso difficilmente leggibili e poco versatile, non disponendo di opzioni di formattazione, nè quelle basilari come grassetti e sottolineature, nè più sofisticati come ad esempio il supporto di hyperlink.
    Questi ultimi rimangono esclusività di editor di testi e di markup più sofisticati.

    Negli anni sono stati fatti vari tentativi prendere il meglio di entrambi i mondi e unire la semplicità di file di testo alla versatilità del testo formattato: uno dei più popolari è Markdown, inventato da John Gruber e documentato principalmente in questa pagina.
    Dalla sua nascita, Markdown è stato utilizzato in maniera molto ampia: come semplice metodo per pubblicare commenti, per scrivere file ReadMe e per documentare il codice con commenti inline .

    Tuttavia questo strumento è oggetto di molte critiche, prima di tutto per alcune sue carenze.
    Una parte della sintassi risulta ambigua nella pagina di definizione e l’implementazione originale di un interprete Markdown/HTML scritta in Perl — sempre da John Gruber — è risultato contenere numerosi bug.
    Un secondo problema di questo progetto è il modo autoritario e decisamente poco aperto con cui Gruber pretende di gestirlo, con il risultato di avere poco o nessun coinvolgimento della comunità e relativa mancanza di progressi nel migliorare lo standard o il codice della sua implementazione.
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  • Bypassare i “blocchi” di alcuni siti

    Alcuni siti “bloccano” i contenuti sovrapponendo alla pagina un layer traslucido tipo <div style="opacity: 0.5; visibility: visible;"> e una finestra con richieste varie.

    Alcune volte il contenuto vero e proprio è presente (quindi è stato inviato al client), ma non è normalmente fruibile finché non se ne vanno la finestra di richieste e il layer semi opaco.

    Con Google Chrome si può facilmente eliminare il contenuto scocciante con questi semplici passaggi:

    • click destro + Inspect Element (l’ultima voce che appare)
    • appare nella parte inferiore il sorgente HTML della pagina
    • scorrere il codice dall’inizio e fermarsi quando viene evidenziato l’elemento da rimuovere
    • fare click destro sul codice e selezionare Delete Node
    • ripetere se restano altri pezzi da togliere
    • voilà!

    Esistono metodi analoghi con plugin o altri browser.

  • Uccide più una penna…

    Questo video mi è stato segnalato da Paolo Attivissimo.

    Le penne che hanno approvato il disegno fallato non hanno solamente stroncato le vite di Francis R. Scobee, Michael J. Smith, Ronald McNair, Ellison Onizuka, Judith Resnik, Greg Jarvis e Christa McAuliffe, ma hanno contribuito a ritardare il sogno di una vita nello spazio. Cola più sangue dalla penna di certi burocrati meschini, avidi e insignificanti che dalle mani di efferati criminali. Burocrati, legulei, azzeccagarbugli e passacarte assimilati: finirete tutti nel cestino dell’immondizia della Storia.

    Fatal accidents never happen because of just one mistake.It takes a whole chain of stupids lining up just so to put a full stop at the end of an epitaph. (Charles Stross, Fuller Memorandum)

  • SIAE Una inutile società ferma al 1960

    10572039_10203275521666965_4353595355275909131_oPremetto che per la SIAE io sono sostanzialmente il sig. nessuno. Sono un autore compositore melodista che ha depositato svariati brani alcuni dei quali pubblicati su Itunes e simili.
    Premetto inoltre che per ogni vendita digitale, la SIAE mi riconosce un abbondante 0,03€ medio a brano (e prendo i 24/24). Da alcuni anni, mi arriva semestralmente il rendiconto, che quando va bene è composto da una dozzina di pagine fronte e retro a colori (1hg di carta).
    Il saldo è mediamente positivo di 0,5 o 1€ e quindi non mi vengono retribuiti in quanto inferiori a 15€. Tra costi di spedizione stampa normalmente alla SIAE costa più documentarmi che pagarmi. Se quello che succede a me che sono il Sig. nessuno, succede ai tanti altri Sig. nessuno saranno migliaia gli euro buttati in carta e spedizioni. Oggi incredibilmente mi arriva un plico un po’ più cicciotto, 16 pagine fronte e retro a colori e INCREDIBILE, un saldo positivo di oltre 20€. Sono andato subito a controllare, e scopro che ho ricevuto quella cifra per una canzone (che a loro dire è stata ‘rilevata’ in una trasmissione dal vivo, che ho depositato anni fa, ma che non è mai stata pubblicata. In conclusione, la SIAE, mi foraggia di carta ogni 6 mesi e si trattiene i miei euro (inferiori a 15) finché non diventano > 15. Nell’unica occasione in cui la cifra è diventata spaventosamente più grande (oltre 20€ !!), si tratta di un errore, ma dico io, A CHE CACCHIO SERVE LA SIAE.
    Speriamo solo che non arrivino altre 20 pagine per un’eventuale storno, nel caso remotissimo in cui si accorgano dell’errore. Ah, dimenticavo, l’importo è ritirabile entro 30 giorni presso qualsiasi ufficio postale presentato il foglio opportuno che mi è stato allegato, un sistema che andava di moda nel 1960, qualche anno dopo hanno cominciato ad andare di moda i comodi bonifici bancari, ma alla SIAE non piace correre. I geni della SIAE dovrebbero concentrarsi di più a tappare i buchi della cisterna piuttosto che aumentare il flusso, per tenerla piena.

    Al posto di studiare per mesi una nuova tassa sulla ‘copia privata’ avrebbero potuto semplicemente commissionare il ‘progetto innovativo’ per l’invio mediante PDF dei rendiconti e fare uno studio approfondito per i sistemi di pagamento elettronico, avrebbero risparmiato più di quanto incassano con la copia privata, facendo pure un figurone, ma purtroppo, il culo è troppo pesante, ASINI.

  • Il genio vero…

    Semplicemente immensi. Una delle migliori prese per il culo di Apple.

    e non rischiate nemmeno il furto delle immagini private.

  • Sicurezza, trasparenza, facilità d’uso

    Lascio all’articolo precedente lo sviluppo del lato tecnico della storia del furto di immagini, qui vorrei fare qualche commento.

    In molti abbiamo perso dei dati o abbiamo scoperto che per un errore (nostro o informatico) alcuni dati sono finiti in un contesto pubblico quando sarebbero dovuti rimanere privati. Ma quando si tratta di parti intime di persone famose o dei loro partner l’evento diventa una notizia. (altro…)

  • Dati tra le nuvole

    Bella la funzione di storage automatico sul cloud online, ma…

    Non è la prima volta che succede un casino e sicuramente non è nemmeno l’ultima, ma questa ha tutti i connotati delle 5 S di un certo giornalismo (sesso, sesso, sesso, sesso, sesso).

    È oramai noto che sarebbero state trafugate delle foto molto personali di alcune celebrità.

    Ho recuperato alcune foto da una fonte che credo sia attendibile e ne ho guardate un po’. Enfasi su un po’ perché dopo la l’n-sima serie di tette, fighe e culi ripresi male in contesti privati uno si stufa anche.

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  • #StrakerEraPresenteQuando

    #StrakerEraPresenteQuando
    #StrakerEraPresenteQuando

    Non ho paura ad ammetterlo, credo e reputo Twitter una piattaforma social molto più narcisistica rispetto a Facebook, dove fare un confronto serio e costruttivo diventa quasi impossibile, sia per la modalità con cui avviene il “botta e risposta”, ma soprattutto per la limitatezza del linguaggio imposto dal limite dei 140 caratteri. Mi ero iscritto ai suoi arbori ma poi, sfiduciato, avevo cancellato il mio account poco dopo, pensando che non mi sarebbe stato utile.

    Recentemente però ho dovuto parzialmente ricredermi (sottolineo il parzialmente) e ricrearmi un account per poter utilizzare al meglio una piattaforma (Socialbombing.org), ma non ne ho mai fatto un uso serio, se non altro perchè continuo a non vederne l’utilità.
    Ieri sera, però, grazie ad una idea di Ambra Giulia Marelli (@AmbraGiulia) ecco che mi sono divertito ad utilizzarla un po’ con l’hastag #StrakerEraPresenteQuando.

    Il tutto nasce quando Ambra viene a scoprire che il mitico Straker, al mondo Rosario Marcianò, famoso per essere uno dei pochi esseri al mondo a conoscenza di tutti i complotti nazionali ed internazionali, era presente, per sua stessa ammissione, nel tunnel dove avvenne l’incidente che costò la vita a Lady Diana nel lontano 1997.
    E così, come spesso accade, l’hashtag si e diffuso sino a generare alcune battute assolutamente straordinarie, riprese anche in questo simpatico post della stessa Ambra.

    Ma vi consiglio di continuare a sbirciare perchè dalla pubblicazione del post ad ora, altri ne sono arrivati (anche con il mio contributo) e mi sa che… altri ne arriveranno. Per seguirli andate qui: #StrakerEraPresenteQuando.

     

     

  • Cercare nel punto giusto

    Linux performance tools by Brendan Gregg«Il server è lento».

    Una frase molto comune che tutti possono pronunciare. La ricerca delle cause dei rallentamenti spesso non è così semplice perché non è affatto detto che la causa sia una sola né che risieda all’interno del server.

    Diversamente da Windows, Linux ha una struttura interna ben documentata al pubblico, inoltre negli anni sono stati sviluppati molti tool a livello utente che permettono di compiere analisi molto dettagliate sullo stato del kernel e del sistema e consentono di modificare i parametri operativi di funzionamento, molti dei quali senza riavviare il sistema operativo.

    Brendan Gregg, Senior Performance Architet di Netflix, ha fatto un lavoro encomiabile di raccolta e catalogazione dei tool che possono aiutare il SysAdmin nella ricerca dei problemi e nella loro soluzione.

    Sul sito ci sono alcune immagini come quella riportata in questo articolo che aiutano a capire quale sia il tool giusto per operare nel punto in cui si vuole analizzare il problema o modificare un parametro.

    Per chi ha a che fare con problemi di performance delle macchine Linux, la pagina di Brendan è un ottimo punto di partenza che guida il SysAdmin nell’analisi dei problemi.

  • Cos’è il genio? /11

    Hai fatto una scelta di vita “vegana” che io non voglio e tantomeno posso giudicare.

    Hai deciso di aprire una pagina su Facebook per “parlar male degli ‘onnivori’” perculandoli ad ogni piè sospinto, spesso utilizzando tesi che potrebbero essere facilmente confutate. Ma non voglio e tantomeno posso giudicare questo.

    Spesso (e volentieri) attacchi la sperimentazione sugli animali, associandola alla vivisezione, postando anche immagini, alcune (molte, nda) delle quali potrebbero facilmente essere ben lontane dalla sperimentazione sugli animali. Ma non voglio e tantomeno giudicare nemmeno questo.

    Cos'è il genio/11

    E poi mi citi i risultati di una ricerca che è stata fatta proprio grazie alla sperimentazione sugli animali (in particolare sui topi?)

    Sei un genio!

  • Chrome stabile a 64bit

    Google ChromeLa versione 37 per Windows di Google Chrome a 64 bit è ora dichiarata stabile.

    Da questa versione, quindi, è possibile utilizzare il browser su una versione di Windows supportata a 64 bit.

    Il passaggio alla versione a 64 bit comporta molti benefici, tra cui una maggiore velocità nella visualizzazione delle pagine e dei contenuti multimediali. Naturalmente ci sono anche dei benefici legati alla sicurezza: il codice a 64 bit riesce ad implementare meglio alcune contromisure codificate nel browser.

    In questa versione non sono più supportate le NPAPI, le API per i plugin introdotte da Netscape Navigator 2.0, che sono oramai passate alla storia e non sono comunque supportate dai dispositivi mobili.

    L’installazione della versione a 64 bit è per il momento opzionale e quella a 32 bit verrà ancora supportata per lungo tempo.

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  • Il moralismo e l’arte di essere incoerenti

    Bill Gates & Mark Zuckerberg
    Bill Gates & Mark Zuckerberg

    L’estate 2014 verrà probabilmente ricordata per l’estate dell’Ice Bucket Challenge, dove persone da tutto il mondo si sono “sfidate” a farsi un video mentre si versano un secchio di acqua ghiacciata in testa, tutto per promuovere la raccolta di fondi per combattere la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), la terribile malattia per la quale non si è ancora riusciti a trovare una cura. E così in rete abbiamo visto personaggi famosi e anche qualche amico compiere questa operazione “assurda” ma, soprattutto, abbiamo visto crescere il numero di donazioni a favore delle varie associazioni sia per il supporto dei malati che per la ricerca sulla SLA.

    Come tutte questo genere di iniziative, che diventano virali in pochissimo tempo, anche questa ha avuto un gruppo ben nutrito (e purtroppo in crescita) di moralisti che non si sono limitati a rifiutarla, ma l’hanno criticata, chi più chi meno pesantemente, spesso partendo da (altro…)