Tag: google

  • Rubare un account di Google con il cellulare

    Negli USA ci sono campagne basate sul social engineering in cui si cerca di rubare gli account di Gmail utilizzando la funzione di conferma via SMS.

    Una delle opzioni offerte da Gmail in caso di perdita della password è l’invio di un codice di verifica ad un numero cellulare fornito in precedenza, se un attaccante conosce l’account di Gmail e utilizza metodi di social engineering per carpire il codice inviato, il gioco è fatto.

    Ecco un esempio di come sia possibile un sistema del genere.

    (altro…)
  • Come passa il tempo quando ci si diverte

    Quella che vedete qui a fianco è il risultato della pagina di ricerca di Google.

    Non ci credete? Beh, provate a cercare “Zerg Rush” e… guardate.

     

    e c’è ancora chi è convinto che gli informatici non abbiano senso dell’umorismo.

  • Pulizie di primavera da Google

    Google ha annunciato alcune modifiche nei suoi servizi e la chiusura o lo spostamento di servizi non più utilizzati:

    • Le API subiranno alcune modifiche: alcune verranno ritirate, altre verranno marchiate come deprecated.
    • Il servizio Google Flu Vaccine Finder introdotto nel 2009 per combattere la pandemia di H1N1 negli Stati Uniti viene ceduto a HealthMap e ora si chiama Flu Vaccine Finder.
    • Il servizio Google Related viene cancellato.
    • Dal prossimo 1 giugno termina il supporto di Google Sync for Blackberry, da quel giorno non sarà più possibile scaricare l’applicazione, anche se quelle esistenti continueranno a funzionare.
    • Mobile web app for Google Talk cessa di funzionare, chi lo sta ancora utilizzando può passare all’applicazione nativa per Google Talk o a qualsiasi applicazione compatibile con XMPP.
    • Il servizio di pagamento One Pass è stato disattivato.
    • Il servizio di ricerca dei brevetti non è più un servizio a se stante, ma viene integrato nel motore di ricerca principale, mantenendo comunque la possibilità di fare ricerche avanzate sui brevetti.
    • Il supporto per l’uploader di Picasa basato su WINE viene interrotto, le installazioni attuali continueranno a funzionare, ma non saranno aggiunte altre feature al programma.
    • Picasa Web Albums Uploader for Mac e Picasa Web Albums Plugin for iPhoto non sono più supportati; anche in questo caso, le versioni installate continueranno a funzionare, ma gli utenti sono incoraggiati a passare a Picasa 3.9 for Mac.
  • Mens sana in corpore sano

    Non è solo un luogo comune, ma una forma fisica migliore porta effettivamente anche a migliori prestazioni mentali.
    Tutti noi, impiegati in campi ad alta tecnologia e ad alto impegno cerebrale, possiamo finalmente beneficiare di un prodotto appositamente studiato da un gigante del settore IT.

    Infatti Google ha appena rilasciato un nuovo prodotto che migliorerà il nostro tenore di vita.
    Non perdo altro tempo in chiacchiere e includo il video promozionale qui di seguito.

    [youtube width=”480″ height=”270″]http://www.youtube.com/watch?v=re0VRK6ouwI[/youtube]

    Buona giornata a tutti.

  • Android: trasferire gli SMS da un telefono ad un altro

    Articolo pubblicato contemporaneamente sul mio blog personale
    stefanopetroni.wordpress.com

    SMS Backup & Restore Ricordate i bei vecchi tempi in cui quando si cambiava cellulare occorreva prendere le ferie per passare i dati da quello vecchio a quello nuovo? Beh, nell’epoca degli smartphone ci si augura che le cose siano un po’ più facili, specie se si passa ad un altro cellulare con lo stesso sistema operativo (nel nostro caso Android).

    Una delle cose che non mi è mai riuscita era quella di esportare gli SMS da un cellulare ed importarli in quello nuovo. Era semplicemente impossibile anche se i due telefoni erano lo stesso modello della stessa marca (grazie Nokia). Ma questo è solo un brutto ricordo per gli Androidiani grazie ad un programmino semplice semplice che fa (bene) quello che promette. Stiamo parlando di SMS Backup & Restore by Ritesh Sahu (altro…)

  • Da Galaxy S a Galaxy S II

    Articolo pubblicato contemporaneamente sul mio blog personale
    stefanopetroni.wordpress.com

    Non sono una persona che cambia cellulare spesso, per me non è uno status simbol ma uno strumento di lavoro e come tale deve durare almeno tre o quattro anni. Questo è quello che pensavo quando l’anno scorso mi sono fatto regalare dai miei amici per il mio compleanno il Samsung Galaxy S. E devo dire che in questi 16 mesi di soddisfazioni me ne ha date tante, aumentando la mia produttività. Uno smartphone ti risolve problemi che prima non pensavi di avere (o che magari non avevi prima di avere uno smarphone :-D).

    E’ arrivato però il momento di rinnovare i contratti con il gestore di telefonia mobile dell’azienda per cui lavoro e come incentivo il gestore ci ha dato un nuovo fiammante Samsung Galaxy S II. (altro…)

  • Google Sky Map diventa open source

    Google ha deciso di donare Sky Map all’open source.

    Sky Map è un’applicazione per Android che permette, tra le altre cose, di riconoscere le stelle puntandole con il dispositivo o di cercare la loro posizione in maniera semplice.

    L’applicazione era nata nel 2009 negli uffici di Pittsburgh ad opera di un gruppo di dipendenti di Google appassionati di astronomia che hanno utilizzato il 20% del loro tempo per creare questo programma.

    Da oggi Sky Map è open source; Google sta collaborando con la Carnegie Mellon University per ampliare le funzionalità del programma e saranno gli stessi studenti ad implementare le nuove funzionalità.

  • L’onda anomala

    Ultimamente su SiamoGeek si è parlato di Google Wave, anche se in maniera collaterale.
    Ho preso spunto da lì per scrivere un post, probabilmente conclusivo, su quell’esperienza.
    Per chi non conoscesse lo strumento, si tratta (e forse fra poco scriveremo trattava) di una piattaforma di collaborazione e comunicazione online inizialmente lanciata durante il Google I/O del 2009 come una rivoluzione nel modo di scambiarsi informazioni. Personalmente ne ero rimasto veramente colpito e per alcuni mesi l’ho anche potuto usare grazie alla beta pubblica proposta da Google sui suoi server.

    Sfortunatamente Wave non ha raggiunto lo status di prodotto di massa come, ad esempio, GMail, probabilmente anche per colpa di poca attenzione da parte delle stesso team in Google che pare non averci creduto troppo fin dai primi mesi di vita. In sostanza il prodotto non esisterà più come piattaforma stand-alone, ma è stata ceduta alla Apache Foundation che pare interessata più che altro a farne un prodotto server, denominato appunto Wave in a Box.
    Quanta fortuna potrà avere questo prodotto non è possibile dirlo ora, anche se non sembra capace di raggiungere la diffusione massiva di altri prodotti “tradizionali” come server software di posta o di collaborazione.

    Chi avesse un account Wave da cui esportare informazioni, dovrebbe leggere il post finale sul blog ufficiale del prodotto, in vista della chiusura definitiva ora stabilita per il prossimo 30 Aprile.

  • Non c’è più il più

    Google ha tolto l’operatore + dalla sintassi delle ricerche.

    Fino a circa la metà del 2010 Google mostrava per default i risultati che contenevano tutte le parole specificate nel campo di ricerca; in seguito ha cambiato questo comportamento e ora si basa su algoritmi suoi per mostrare le pagine secondo un certo ordine.

    Fino a ieri l’operatore unario + serviva ad indicare che la parola seguente doveva apparire per forza nella pagina che si stava cercando.

    Da oggi per ottenere questo risultato bisogna mettere la parola tra doppi apici, come specificato quando si usa ancora il +.

    Se si mischia l’operatore + con le parole singole include in doppi apici non viene mostrato alcun messaggio di avviso.

    Questa è molto probabilmente una decisione legata al nome del servizio Google+ i cui risultati sembra che lascino un po’ a desiderare… (via Mikko Hypponen)

  • Vittoria di Pirro

    L’analogia tra un episodio che ha coinvolto la stampa belga e il fatto storico è più che mai adatta.

    Nel 2006 Copiepresse ha trascinato Google in tribunale sostenendo che l’attività di Google News violava il diritto d’autore di alcuni giornali.

    Nel maggio 2011 la sentenza passa in giudicato e Google viene obbligato a rimuovere ogni link ai giornali che hanno fatto causa.

    Il motore di ricerca ottempera alla direttiva della corte, ma subito dopo i giornali parlano di comportamento vendicativo.

    Ieri i giornali in questione hanno concesso il permesso a Google di reintegrare i contenuti nel motore di ricerca.

    Una vicenda che si commenta da sola.

  • La nuova sfida di Google

    Google non si ferma mai, nemmeno davanti a pietre miliari del web come lo standard di compressione definito dal Joint Photographic Expert Group (si, parlo proprio del JPEG), ideando il WebP, un nuovo metodo di compressione , anch’esso “lossy” (ossia con perdita di informazioni), ma che, a detta di Google, dovrebbe garantire, a parità di qualità, un incremento di compressione di circa il 39%.

    Personalmente sono più che convinto che Google non riuscirà a soppiantare facilmente un sistema di compressione così diffuso, come il JPEG, ma devo ammettere che le premesse ci sono, anche se sarà ovviamente il tempo (e la capacità di Google) a dare la risposta a questo dubbio.

    A breve ‘weppy‘ (questa è la pronuncia) dovrebbe essere integrato in Chrome ed avendo rilasciato tutto il sistema come Open Source Google sperando nel supporto della community. Per ora sono disponibili i sorgenti e una versione precompilata per Linux 64bit. Sicuramente a breve verrà rilasciato qualcosa per Windows.

    Nel frattempo bisogna fidarsi di Google e vedere qualche esempio di WebP… attraverso il vecchio formato PNG.

  • Google URL Shortener… ne avevamo bisogno?

    Sono un ‘fan’ di Google anche di alcuni dei loro fallimenti (Google Wave, ad esempio, non sarebbe stata una cattiva idea se fosse stato lanciato e diffuso non come il rivale di Facebook, ma per ben altri scopi), ma in questo caso mi chiedo se sia veramente necessario rendere ufficialmente pubblico il loro “Goo.gl URL Shortener“, in funzione da circa un annetto: non ce ne sono abbastanza… forse anche troppi?

    Ovviamente secondo Google la risposta è si. Secondo loro, infatti “With goo.gl, every time you shorten a URL, you know it will work, it will work fast, and it will keep working” ma, soprattutto, “when you click a goo.gl shortened URL, you’re protected against malware, phishing and spam” che credo sia uno dei punti su cui contano di più per la diffusione di quest’oggettillo.

    QRCode, prestazioni e statistiche a parte (non credo siano in tanti a leggere le statistiche dei loro shortened url) il tempo darà ragione (o meno) a Google.

    E nel frattempo, ecco un test 🙂