Tag: NASA

  • La NASA spegne il suo ultimo mainframe

    Foto NASA

    Mainframe è un termine che ricorda la prima era dell’elaborazione elettronica dei dati.

    Adesso siamo abituati alla virtualizzazione, all’elaborazione massiccia di dati, a server che non si fermano mai… Invece i mainframe erano sistemi che facevano elaborazioni massicce, non si fermavano mai e potevano virtualizzare altri computer.

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  • code.NASA

    La NASA ha lanciato il progetto Code.

    Il progetto serve da punto di riferimento per tutte le iniziative open source della NASA. Oltre ai progetti attualmente in corso, sono disponibili le linee guida per creare altri progetti open.

    Lo scopo finale del progetto, di cui sono previste varie fasi, è di avere una robusta piattaforma aperta per nuovi progetti open hardware e software e per il passaggio alla formula open dei progetti attuali.

    L’ente spaziale americano si unisce, quindi, al coro di coloro i quali credono nella validità dei progetti aperti, in cui tutti quante le persone interessate offrono il loro contributo, anche se infinitesimo, per migliorare il progetto.

    Godspeed code.NASA!

  • Uno sguardo attraverso le nubi

    Non diversamente da molti altri veicoli che l’hanno preceduta, anche la sonda Juno ha dovuto faticare non poco per farsi strada nello striminzito budget della NASA, ma – con poco più di due anni di ritardo rispetto al piano originale – da ieri pomeriggio si trova finalmente in viaggio per la sua destinazione finale.
    Questa sonda robotizzata è la seconda nel programma New Frontiers: dopo essere stata lanciata da un razzo Atlas V in configurazione 551, viaggerà per cinque anni e raggiungerà Giove nell’Agosto 2016, dopo aver effettuato anche un flyby con la Terra nell’Ottobre 2013.

    Juno si inserirà poi in una orbita polare con un periodo di 11 giorni terrestri intorno al pianeta più grande del Sistema Solare.
    I suoi strumenti sonderanno l’interno dell’atmosfera gioviana per misurare i rapporti di abbondanza tra idrogeno e ossigeno per dedurre quindi la quantità d’acqua.
    La sonda misurerà anche con precisione la gravità e il campo magnetico del pianeta, cercando ulteriori dati per avvalorare e raffinare la teoria della dinamo che cerca di spiegare la generazione della magnetosfera intorno a pianeti e stelle.
    Gli strumenti a bordo sonderanno il nucleo del pianeta (che si ritiene contenga idrogeno metallico) e cercheranno più informazioni sulla genesi del pianeta nel periodo di giovinezza del nostro Sistema Solare. Dato che si ritiene che Giove sia stato il primo pianeta a formarsi, si presume anche che una migliore comprensione dei meccanismi che hanno portato alla sua aggregazione ci possa aiutare anche a comprendere meglio le basi della planetologia. (altro…)

  • Space Shuttle: addio e grazie per averci fatto sognare

    Poco più di un’ora fa Atlantis ha toccato terra e ha posto fine al capitolo degli Space Shuttle.

    Ricordo ancora quando nella primavera del 1981 ero corso a casa da scuola per poter vedere il lancio del Columbia. Pensavamo che gli Shuttle potessero aprire la porta verso le stelle, rendendo un po’ più verosimile quello che raccontava la letteratura fantascientifica.

    Purtroppo così non è stato: adesso siamo qui a dire no ad ogni cosa, troppo pavidi e troppo attenti a quello che succede nel nostro giardino dietro casa per osare di andare al di là della nostra atmosfera.

    Troppo attenti anche alle PR, non riusciremmo nemmeno a portare due uomini sulla luna e a riportarli indietro salvi.

    La ISS orbita a 350 chilometri sopra la nostra testa, la luna si trova a 400.000 chilometri dalla Terra: dalle missioni Apollo abbiamo ristretto i nostri orizzonti anziché espanderli.

    Forse non siamo ancora pronti per le stelle o forse aveva ragione Sette di Nove quando diceva a Chakotay “You lack harmony… cohesion… greatness. It will be your undoing.” (Voyager, Scorpion Part II)

    Space Shuttle 1981 – 2011

  • Ultimo giro – Parte 3

    Con una sceneggiatura ancora una volta degna di un film, ecco che siamo arrivati all’ultimo capitolo della storia.
    Perché ieri, per l’ultima volta, abbiamo fatto la lunga camminata che porta la Space Shuttle dalla rampa di lancio allo spazio, per l’ultima volta gli SRB sono caduti in mare e per l’ultima volta i gli SSME si sono spenti.
    E’ iniziata così la missione STS-135, l’ultimo volo dell’Atlantis che rappresenta anche l’ultimo volo in assoluto dello Space Transportation System.

    All’inizio della giornata si prospettava un rinvio piuttosto scontato, dato solo il 30% di possibilità favorevoli al lancio a causa non di un problema tecnico, ma a condizioni meteorologiche non favorevoli. Contrariamente alle previsioni, invece il tempo si è rivelato benigno, mentre il colpo di scena questa volta si è manifestato a pochissimo dal lancio. (altro…)

  • Ultimo giro – Parte 2

    I diversi rinvii da parte della NASA sono infine risultati in un lancio in un momento assolutamente sconveniente per i lavoratori a tempo pieno.  Così molti di noi si sono persi la diretta del lancio, tuttavia non manchiamo qui una breve cronaca di quello che sarà l’ultimo viaggio della Endeavour nella missione STS-134.

    Nel primo tentativo di lancio, il conto alla rovescia venne interrotto a causa di un guasto a due riscaldatori delle condutture dell’idrazina nella APU numero uno, oggi si è verificato un problema minore con un piccolo danno ad alcune delle piastrelle isolanti vicine al portello di accesso.
    Mentre il primo problema è risultato appunto nello slittamento di due settimane del lancio, il secondo problema è stato invece risolto in breve tempo in loco grazie a un apposito kit di riparazione. (altro…)

  • Ultimo giro – Parte 1

    Inizio della STS-133
    La Discovery al decollo per la STS-133

    Dopo una apparentemente interminabile serie di inconvenienti tecnici e conseguenti rinvii, finalmente la missione STS-133 è iniziata con il decollo della navetta spaziale Discovery, dopo un countdown vissuto con il fiato sospeso per via di un ultimo inaspettato problema al range safety risolto poi nell’hold a T-5 minuti.

    Salvo (improbabili) sorprese, questa sarà al terzultima missione prima della chiusura definitiva del programma Space Transportation System e l’ultimo volo della Discovery. A parte per questa nota storica, la missione registrerà alcuni importanti obiettivi.

    Prima di tutto, la navetta spaziale porterà in orbita il MPLM Leonardo, rinominato ora Permanent Multipurpose Module per via del fatto che, da contenitore multiuso da trasportare nello spazio e far rientrare a terra, diventerà d’ora in poi una parte permanente della ISS, ampliandone così la superficie e la capacità di stoccaggio. Ricordiamo che i MPLM sono moduli costruiti in Italia su commissione della NASA che li ha “pagati” scambiando con il nostro Paese una parte del tempo di ricerca nei laboratori della ISS originariamente assegnato agli Stati Uniti.
    Questi moduli hanno viaggiato per 12 volte nello spazio e, per l’appunto, uno di loro ora diventa parte integrante della stazione spaziale.  Leonardo ha subito alcune modifiche prima di poter essere spedito definitivamente nello spazio. Una modifica sostanziale è l’aggiunta della copertura isolante cannibalizzata dal Donatello (l’unico dei tre MPLM a non aver mai volato) e poi modificata – di nuovo in Italia – per offrire una protezione migliore contro i micro-meteoriti.
    Leonardo sarà agganciato al portello inferiore del modulo Unity.

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  • Spazio commerciale o commercio dello spazio?

    In tempi di relativa calma nel mondo di Star Trek, sulla mailing list ItaTrek spesso escono discussioni un po’ border-topic, ma non per questo meno interessanti.
    Qualche settimana fa (sì, ormai il topic è freddo, cadavere, ma io ho i miei tempi per scrivere…) c’è stato un interessante scambio di battute tra alcuni di noi sull’argomento dell’esplorazione spaziale in generale e sull’idea di affidare a imprese commerciali in particolare.

    Tutto il discorso nasce originariamente da una battuta, notando che nonostante si sia ormai a 2010 inoltrato, letteralmente il futuro non è quello che ci sarebbe aspettato, soprattutto per quanto riguarda la tecnologia pesante. Se pensiamo agli anni ’60 (nascita di Star Trek, conquista della Luna e via dicendo), mentre i progressi in alcuni campi della scienza sono stati enormi – vedete elettronica, informatica in genere – in campo aerospaziale si è fatto ben poco. Addirittura nel campo dell’aviazione civile, i progressi sono stati miseri: qualcuno ha fatto uno sforzo per ampliare gli aerei (vedi la Airbus con l’A380), ma per la maggior parte si è solo pensato alla economia dei singoli aviogetti.

    Anche l’unico aereo supersonico civile – il celeberrimo Anglo-francese Concorde – è andato fuori mercato; quindi l’idea di statoreattori supersonici è appunto solo una idea e un gruppo di disegni schizzati da qualche disegnatore futurista. Non esiste niente che sia anche lontanamente commerciabile.
    Non parliamo neanche di spazioplani (preferibilmente con il logo Pan-Am) che avrebbero dovuto portarci dalla terra alla Luna con la facilità di un volo di linea attraverso l’Atlantico negli anni ’60.

    Fatta questa lunga premessa, scriviamo ora qualcosa a proposito dello spazio, che sarebbe il punto vero del post.
    Come ogni buon Geek sa, l’epoca dello Space Shuttle è ormai giunta al termine: anche con un volo in più per AMS02 e i ritardi accumulati nei mesi precedenti, tutti gli indizi portano ormai a una chiusura dei lanci entro la fine del 2011, più probabilmente nell’estate di quest’anno.

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  • Contact Light

    [vimeo http://vimeo.com/15711451 w=480]

    Paolo ha caricato da poco una versione aggiornata di Contact Light.

    Il filmato di quasi diciassette minuti è quello girato dalla macchina da presa montata su un finestrino del LEM e attivata durante la fase finale della discesa verso il suolo lunare; in alcuni momenti Paolo ha inserito le immagini riprese nel controllo missione. L’audio è quello originale del LEM, di CAPCOM e di alcune parti del canale del flight director Gene Kranz. Il tutto, ovviamente, sincronizzato; questa è stata la parte più laboriosa, in quanto gli spezzoni audio e video non sono time-coded.

    Il tutto, per la prima volta, in alta definizione.

    Contact Light è il trailer del documentario Moonscape che Paolo sta preparando grazie al contributo di molti appassionati.

    Da non perdere a 11:30 il momento in cui Gene Kranz chiede ai filight controller di confermare l’OK per l’allunaggio (aggiornato il 16/10/2010 con i nomi dei controller forniti da Paolo Attivissimo):

    – Gene Kranz: OK, all flight controllers go/no-go for landing… RETRO.
    – Chuck Dieterich: Go!
    – Gene Kranz: FIDO.
    Jay Greene: Go!
    – Gene Kranz: Guidance.
    Steve Bales: Go!
    – Gene Kranz: Control.
    – Bob Carlton: Go!
    – Gene Kranz: TELMU.
    Don Puddy: Go!
    – Gene Kranz: GNC.
    – Briggs N. “Buck” Willoughby: Go!
    – Gene Kranz: EECOM.
    John Aaron: Go!
    – Gene Kranz: Surgeon.
    – John F. Zieglschmid: Go!
    – Gene Kranz: CAPCOM, we’re go for landing.

    Il dialogo ricorda una scena di Apollo 13, dove, anche per ragioni di sceneggiatura, si assiste solamente una volta a quello scambio; in realtà durante la missione il flight director chiedeva molte volte, generalmente nei momenti chiave, ai vari controller la conferma per continuare o annullare; si può ascoltare un’altra richiesta si go/no-go alla fine del filmato quando Kranz chiede ai controller l’OK per rimanere sulla superficie lunare.

    Si possono anche vedere i momenti in cui l’AGC va in errore e la reazione dei controller che suggeriscono di ignorare l’errore.

    Buona visione.

  • Terry Watson a Lugano

    Arriviamo assieme a Paolo con largo anticipo per allestire la sala e Terry Watson è già lì che sta chiacchierando con il personale del concessionario Ferrari vicino a cui si terrà l’incontro. Sì, perché le auto sono una delle tante passioni di Terry: ha fatto l’elenco delle automobili che possiede, incluse le due che ha venduto da poco per ragioni di spazio e mi sono perso alla terza.

    Iniziamo a decidere come scombinare la disposizione della saletta e Terry è già a proprio agio: chiacchiera con chi sta cominciando ad arrivare e inizia a raccontare storielle ed esperienze.

    Non posso non accennare a Gene Kranz, di cui Terry ha una grande stima. Una delle grandi figure della storia spaziale americana, su questo non ci piove.

    Prima dell’inizio dell’incontro vero e proprio ha già tirato fuori una chicca: la visualizzazione dei dati delle telemetrie sulle console delle prime missioni Apollo era un esempio di ingegno. I dati erano gestiti da una batteria dei computer IBM più potenti del periodo, i quali, nonostante tutto, riuscivano a visualizzare i valori elaborati su un solo monitor e senza le descrizioni. Il monitor era collocato in un capo di un tubo nero al cui altro capo c’era una telecamera; in mezzo un sistema meccanico spostava delle pellicole trasparenti su cui erano stampate le descrizioni a seconda della schermata selezionata. Il risultato (quando funzionava) era un’immagine televisiva con valori e relative descrizioni che veniva diffusa sui monitor dei controllori. Nelle ultime missioni i computer erano diventati più potenti e riuscivano a visualizzare autonomamente le descrizioni dei dati: ah, la tecnologia!

    Questo è stato il tono dell’incontro e della cena che ne è seguita: storielle, retroscena, foto politicamente scorrette, ricordi della guerra fredda, risate. E un racconto dell’esperienza di pochi giorni prima all’Oktoberfest di Monaco.

    Una serata unica, resa possibile grazie alla passione per le missioni spaziali di Paolo Attivissimo, sul cui blog leggerete tra poco un resoconto probabilmente più dettagliato. A me deve ancora passare l’emozione per aver potuto chiacchierare con Terry Watson per riuscire a mettere assieme qualcosa di più organico.

    Grazie Paolo!

    Aggiornamento 9/10/2010 13:40: alcune foto dell’evento.

  • Geek power: Space Shuttle Enterprise

    Space Shuttle Enterprise
    Space Shuttle Enterprise

    Il 17 settembre 1976 a Palmdale lo Space Shuttle Enterprise faceva la sua prima apparizione pubblica. Gran parte del cast di Star Trek, assieme a Gene Roddenberry (creatore della serie) era presente alla cerimonia d’inaugurazione e il tema musicale della serie fu eseguito come colonna sonora.

    L’Enterprise (OV-101) è stato il primo Space Shuttle costruito. Senza motori e senza scudo termico funzionante non era capace di operare realmente nello spazio senza ulteriori modifiche.

    Destinato a chiamarsi Constitution (in onore del bicentenario della costituzione degli Stati Uniti d’America), in seguito ad una massiccia campagna organizzata da Bjo Trimble oltre 200.000 lettere furono inviate dai fan di Star Trek direttamente al Presidente Gerald Ford e fu cambiato nome. La campagna ha anche dimostrato che i geek quando vogliono sanno rompere le scatole.

    Oggi l’Enterprise è esposto al Smithsonian National Air and Space Museum presso il Washington Dulles International Airport dove è uno dei pezzi pregiati della space collection.

  • La NASA partecipa a The Commons

    Albert Siepert Points Out Highlights of Apollo 10 Liftoff to Belgium King and QueenLa NASA si aggiunge ai vari enti che partecipano a The Commons di flickr.

    The Commons è l’iniziativa di flickr che ha lo scopo di rendere pubblici i contenuti degli archivi fotografici pubblici; inoltre gli utenti del social network fotografico vengono invitati a descrivere con tag o con esperienze dirette le foto pubblicate per renderle ancora più visibili e note a tutti.

    Per il momento l’account della NASA di The Commons contiene tre set: Building NASA, Launch/Takeoff e NASA Center Namesakes; altri set di foto seguiranno.