Molti (tra cui persone “importanti”) mi chiedono perche’ nella mia Ubuntu (e in tutte quelle che installo per lavoro) perdo sempre tempo (chissa quanto!) a settare la password di root.
“ma tanto hai il sudo per tutti i comandi” “ma tanto basta fare ‘sudo su -‘, lo conosci questo trucchetto, no?” (come se non lavorassi su *nix da 20 anni): io li lascio parlare e setto sempre una password per root.
Poi capita il giorno che l’ultimo aggiornamento di VirtualBox (4.1.2) da repository va in errore e l’utente che ha lanciato l’upgrade perde l’appartenenza a tutti i gruppi tranne che “vboxusers” (il quale ovviamente non e’ definito tra quelli privilegiati).
… e se non c’e’ la passwd di root, adesso che si fa?
Smontare il portatile, togliere il disco fisso, attaccarlo via usb ad un’altra linux e modificare a mano /etc/sudoers? sempre che non sia su filesystem ext4 criptato?
Io li lascio parlare e setto sempre la password di root.
6 risposte a “L’importanza di chiamarsi root”
Va bene tutto il tuo ragionamento ma con 20 anni di esperienza dovresti sapere che non e’ necessario dover smontare l’hard disk per cambiare la password di root 🙂
basta editare grub all’avvio:
http://andrealazzarotto.com/2007/12/12/come-resettare-la-password-di-root-di-un-computer-attraverso-grub/
ovviamente a meno che tu non abbia anche blindato GRUB 🙂
In realta’ quello e’ stato il suggerimento di uno di quelli che mi aveva detto di non settare la password di root.
In ogni caso io sarei entrato in “single user mode” e senza cambiare la password di root avrei cambiato i files che mi interessavano.
non stiamo pero’ discutendo le modalita’, ma l’approccio ai problemi…
Io amo la mia password di root. Anche se in teoria non e` conforme alla fuffa sulla privacy, se c’e` piu` di un amministratore che entra come root direttamente, non c’e` modo di sapere chi e` realmente. Ma io me ne frego allegramente.
La password di root e’ sempre cosa buona e giusta settarla e ricordarla.
Ci sono programmi la cui installazione/aggiornamento richiede la password di root, il primo che mi viene inm ente e’ VMware per Ubuntu.
E poi e’ bello ogni tanto essere root senza sudare 😉
“perde l’appartenenza a tutti i gruppi tranne che vboxusers”
Ecco perchè non uso Ubuntu sul desktop :p
In ogni caso convengo che sia ottimo abilitare l’utente Root, anche sui mac, ma come la mettiamo con quella scuola che dice che non avere l’utente root e lavorare con un utente non privilegiato sia più sicuro?
Le due cose (sudo e su – per diventare root) non sono mutualmente esclusive, ma sono lasciate al giudizio dell’utente.
Quando si presuppone che il sistema operativo sia piu’ intelligente (battute sugli utenti a parte) di chi lo usa c’e’ un fondamentale errore di fondo.