Mentre negli USA la SOPA ha subito una battuta d’arresto, in Italia c’è il pericolo che venga silenziosamente introdotta una norma simile.
Stafano Quintarelli segnala che una commissione parlamentare ha dato parere positivo ad una modifica normativa del DLGS 70 del 9/4/2003.
L’articolo 16 recita:
Art. 16 (Responsabilità nell’attività di memorizzazione di informazioni – Hosting)
1. Nella prestazione di un servizio della società dell’informazione consistente nella memorizzazione di informazioni fornite da un destinatario del servizio, il prestatore non è responsabile delle informazioni memorizzate a richiesta di un destinatario del servizio, a condizione che detto prestatore:
- non sia effettivamente a conoscenza del fatto che l’attività o l’informazione è illecita e, per quanto attiene ad azioni risarcitorie, non sia al corrente di fatti o di circostanze che rendono manifesta l’illiceità dell’attività o dell’informazione;
- non appena a conoscenza di tali fatti, su comunicazione delle autorità competenti, agisca immediatamente per rimuovere le informazioni o per disabilitarne l’accesso.
2. Le disposizioni di cui al comma 1 non si applicano se il destinatario del servizio agisce sotto l’autorità o il controllo del prestatore.
Un emendamento proposto dall’On. Giovanni Fava (Open Parlamento) vorrebbe aportare questa modifica:
alla lettera b) dopo le parole: «autorità competenti» sono inserite le seguenti: «o di qualunque soggetto interessato,»;
Purtroppo questo emendamento ha ricevuto il via libera della commissione, come segnalato da Guido Scorza.
È evidente che un’aggiunta del genere metterebbe nelle mani «di qualunque soggetto interessato» il potere di censurare siti, limitando la libertà di espressione senza le garanzie e le procedure previste dalla legge italiana.
Come anticipato da Doctorow, la lotta contro chi vuole controllare ex ante la libertà di espressione su Internet è appena cominciata.
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