…and so it begins

Era solo questione di tempo: The Pirate Bay ha aperto Physibles una sezione per gli oggetti fisici.

Gli scrittori di fantascienza come Charles Stross e Cory Doctorow l’avevano anticipato da anni: con l’abbassarsi dei prezzi delle stampanti 3D lo scambio di file che descrivono oggetti tridimensionali sarebbe diventato fiorente e sarebbe stato il nuovo bersaglio di chi combatte le guerre di copyright.

Una stampante 3D può essere acquistata ad un prezzo attorno ai 1.000 dollari: la stampante di Cubify presentata al CES costa 1.300 biglietti verdi. Non è difficile immaginare che, se il mercato dovesse decollare, i prezzi scenderebbero.

A cosa può servire una stampante del genere? Immaginate di aver bisogno di un sottovaso di dimensioni o forma particolare, oppure un fermalibri, o un’etichetta di plastica, o un qualsiasi altro oggetto. Anziché girare per i negozi per cercarlo, ve lo stampante a casa vostra.

Il livello successivo è, ovviamente, scaricare da Internet i file che descrivono gli oggetti: potreste stamparvi da soli il kit per assemblare un modellino senza doverlo acquistare.

Poi arriveranno i guerrieri del copyright e a questo punto ne vedremo delle belle. I file di descrizione degli oggetti sono relativamente piccoli, se paragonati ai film o alle canzoni e possono tranquillamente essere spediti in pochi istanti via posta elettronica. (via Boing Boing)


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Commenti

13 risposte a “…and so it begins”

  1. Avatar fulvioz
    fulvioz

    A 749 euro si trova la roland imodela. Chiedo il permesso di sbavare… 😉

    1. Avatar Luigi Rosa

      Permesso accordato 🙂
      Però quello è un device di vecchio stampo che toglie materiale da un blocco.

      Le stampanti 3D aggiungono materiale da zero e permettono di costruire oggetti difficilissimi o impossibili da realizzare con altri metodi.

      Inoltre le stampanti 3D di solito producono materiale elastico.

      1. Avatar fulvioz
        fulvioz

        Vero, non è una stampante 3d, però mi piace l’idea di poterla utilizzare con materiali “poveri” come la balsa. Rilancio con una reprap da assemblare a 699 euri! 🙂

  2. Avatar Kurgan

    Spero in un futuro brillante delle stampanti 3d. Come tecnico sai quante volte avrei voluto farmi qualche pezzetto meccanico?

    1. Avatar Luigi Rosa

      La cosa più banale: si rompe un tasto di una tastiera, o un pezzettino di un meccanismo.

      Il che darà via ad un fenomeno di modding sfrenato.

  3. Avatar Massimo Luciani

    The avalanche has already started. It is too late for the pebbles to vote.

    1. Avatar Luigi Rosa

      🙂

      Ogni tanto sono veramente orgoglioso dei lettori di questo blog

      1. Avatar Emilio
        Emilio

        Yes.

  4. Avatar Daniele Pinna
    Daniele Pinna

    A quando i file che permettono di costruire i pezzi per assemblare una stampante 3D?
    :-)))
    (OK servirebbe una stampante 3D, ma vuoi mettere la ricorsione?)

    1. Avatar fulvioz
      fulvioz

      A quanto ci ho capito, il progetto reprap è nato proprio con lo scopo di renderlo autoriproducibile: RepRap is about making self-replicating machines…

  5. Avatar Luigi Rosa

    Secondo me una delle stampanti 3D degne di nota è questa ad energia solare: http://www.youtube.com/watch?v=ptUj8JRAYu8

  6. […] Come avevamo già detto, era solo questione di tempo prima che qualcuno iniziasse a scatenare la propria fantasia con la disponibilita di stampe tridimensionali a baso costo. […]

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