Il sistema attuale del computo del tempo è frutto della stratificazione di usanze e adattamenti che affondano le loro radici oltre 2.000 anni or sono.
Con l’avvento del calcolo automatico questo sistema ogni tanto gioca brutti scherzi, l’ultimo ha visto come vittima Windows Azure.
In un dettagliato e interessante rapporto che merita di essere letto anche se non interessati ad Azure, Bill Laing spiega dove sono iniziati i guai.
Uno degli agent del servizio crea dei certificati con un anno di validità, purtroppo la scadenza viene calcolata aggiungendo un’unità all’anno, nella presunzione che, se giorno e mese esistono quest’anno, esisteranno anche l’anno prossimo.
Presunzione sempre valida, tranne che per un giorno ogni 4 anni.
Chi ha in giro sistemi che calcolano le date di scadenza (o similari) usando l’algoritmo sopra descritto dovrebbe controllare se non sono state scritte o calcolate date inesistenti.
Il prossimo appuntamento è per il secondo intercalare di fine giugno.
Una risposta a “La trappola bisestile”
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