Ah, il progresso: la televisione


C’è una cosa che mi infastidisce nell’evoluzione della tecnica. Quando il progresso sostituisce l’oggetto obsoleto con l’oggetto nuovo, o la procedura obsoleta con la procedura nuova, io mi aspetto che il nuovo funzioni meglio dell’obsoleto, o costi di meno, o sia più facile da produrre, o che so io. *In tutto.* Prendiamo il sistema televisivo.

Il sistema televisivo è rimasto praticamente immutato per decenni, e per decenni è rimasto “impercettibile”, nel senso che uno non stava certo lì a domandarsi che tipo di telecamera stessero utilizzando o quanto fosse complicata la catena di elaborazione del segnale dal presentatore allo spettatore. A me in genere capitava solo quando invertivano i campi del fotogramma (il link fa riferimento all’NTSC, ma il problema può affliggere anche il PAL).

Negli ultimi anni, invece, al mio occhio (che forse è particolarmente allenato o particolarmente rompiscatole, non so) salta sempre più spesso che la qualità delle riprese TV in diretta o registrate sul campo, come i servizi del telegiornale, fa spesso e volentieri schifo. Uno schifo decisamente percettibile. E fastidioso, almeno per me. Un qualsiasi geek, facendoci caso, potrà notare come minimo difetti di compressione, bassa risoluzione, basso frame rate, sfocatura (ballerina, per giunta), sbilanciamento del bianco (ballerina pure questa) e la suddetta inversione dei campi. Bleah.

Per fortuna non succede sempre, però succede troppo spesso per i miei gusti. La causa è talmente ovvia che mi sembra di insultarvi mettendola per iscritto: qualcuno sta giocando al risparmio.

Difetti di compressione, bassa risoluzione e basso frame rate significano quasi sempre che l’operatore sta usando attrezzatura amatoriale o persino uno smartphone / tablet per fare la ripresa. Sì… OK… ci sono dei cellulari che costano più di un camcorder *amatoriale*, ma questo non ne fa un camcorder professionale. E se un professionista utilizza mezzi di fortuna per fare una ripresa professionale, significa che qualcuno l’ha autorizzato a farlo, no, peggio, gli ha dato disposizioni di farlo. Qualcuno sta giocando al risparmio.

Sfocatura e sbilanciamento del bianco sono indice di attrezzatura video di qualità (e quindi prezzo) inferiore, oppure più probabilmente di operatore incapace. La seconda ipotesi è la peggiore, perché un operatore capace è, be’, capace di impedire anche a una telecamera giocattolo di andare fuori fuoco e di perdere il bianco. L’incompetenza dell’operatore non è colpa né responsabilità dell’operatore stesso, ma di chi l’ha messo in quella posizione senza l’addestramento necessario. Un operatore esperto va pagato più di uno inesperto. L’addestramento necessario a trasformare un operatore inesperto in esperto va pagato. Qualcuno sta giocando al risparmio.

Certo, è comprensibile. Non perdonabile, comprensibile. La rivoluzione digitale ha aperto nuovi orizzonti, fornisce nuove possibilità ed è sotto certi aspetti, più a buon mercato. Guarda caso, i decision maker vengono accecati dall’ultima caratteristica e vedono male le prime due. Le nuove possibilità, tante, varie e potenti, sono anche complesse, e possono facilmente venire gestite male, sia nel senso tecnico che nel senso decisionale. Con i prezzi minori, certe attrezzature che prima (ormai qualche lustro fa) si potevano permettere solo i professionisti sono ora alla portata di tutte le tasche. Ma il fatto che un telefono cellulare odierno sia più potente di un mainframe di qualche lustro fa non autorizza nessuno a scambiarle per un dispositivo di ripresa e registrazione video professionale. Tanto per dire, lo schema ottico dell’obiettivo fa ridere i polli. Be’, i polli professionisti. Un camcorder amatoriale va già meglio, ma gli mancano tutte quelle funzioni e funzioncine professionali “superflue” senza le quali il lavoro viene fuori di qualità amatoriale. Inferiore. Costa di meno. È comprensibile.

L’inversione dei campi del fotogramma accadeva anche prima del passaggio al digitale, ma dal passaggio in poi si verifica con una frequenza decisamente superiore. Potrei sbagliarmi (in fondo non sono un professionista addestrato e pagato in questo campo), ma per me è chiaro: prima ne potevano soffrire solo le emittenti che utilizzavano videoregistratori digitali per registrare il segnale analogico; oggigiorno il segnale analogico non esiste più (o almeno non dovrebbe) e tutti i segnali da registrare sono digitali. Parlando con diversi geek e non-geek, mi sono fatto l’idea che sia un problema noto ai più (è uno dei difetti più fastidiosi e facilmente notabili in TV), ma le sue cause sono abbastanza ignote. Partendo da zero, un geek motivato, un non-geek molto motivato e certamente un principiante professionista pagato con dietro un addestratore professionista pagato possono secondo me arrivare a capire tutta la faccenda (preistoria, storia, situazione attuale, cause tecniche, difetto e contromisure) in un paio d’ore o di giorni anche solo leggendo qui e qui. Complicato, sì, ma niente di impossibile. Il fatto che le emittenti televisive lascino passare attraverso le loro antenne una bella manciatona di segnali scombinati, che massacrano gli occhi, quando basterebbe fare due clic nei programmi di editing (o giù di lì) per correggere la situazione è francamente scoraggiante.

Aggiungiamo gli altri difetti elencati sopra e la situazione non diventa certo più simpatica… non so, mi offende come spettatore pagante, se presumo che i loro capi sappiano del problema e se ne freghino perché correggerlo costa. Se invece presumo che i capi e tutti i loro sottoposti non abbiano proprio idea delle cause del problema, e magari non se ne siano proprio nemmeno accorti, la cosa mi lascia un bel po’ nello sconforto. È per questo bel risultato che pago?

Insomma, una ripresa di questo genere può essere accettabile se la fa un passante colto di sorpresa che riprende in emergenza col telefonino un evento imprevisto che si svolge sotto i suoi occhi, non se la fa un professionista pagato e preparato che da un altro professionista pagato è stato inviato apposta a riprendere un qualche evento pianificato.

Cioè, non stiamo parlando solo di Telecalzinobucato e Teletirchia, stiamo parlando anche delle maggiori emittenti nazionali pubbliche e private. Un minimo di dignità, ohibò!

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2 risposte a “Ah, il progresso: la televisione”

  1. Amen, fratello, Amen!

    Ti sei dimenticato solo gli errori di rapporto d’aspetto, quando sono passati a 16:9 e per pigrizia riprendono immagini e 3:2 e le stropicciano per portarle a pieno schermo…

    Per il resto, analisi da manuale, che dovrebbero leggere tutti gli addetti ai lavori.

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