La classificazione dei contenuti fino a poco tempo fa era realizzata unicamente per categorie gerarchiche.
Questo tipo di classificazione consiste in un albero che parte da un singolo nodo e si articola in vari rami, fino ad arrivare ad una foglia, che rappresenta una categoria atomica. La classificazione è data dal percorso che si effettua per arrivare alla foglia.
Ad esempio, la classificazione scientifica completa dell’uomo partendo dal dominio fino alla specie è Eukaryota, Animalia, Eumetazoa, Bilateria, Deuterostomia, Chordata, Vertebrata, Gnathostomata, Tetrapoda, Mammalia, Theria, Eutheria, Euarchontoglires, Euarchonta, Primates, Haplorrhini, Simiiformes, Catarrhini, Hominoidea, Hominidae, Homininae, Hominini, Hominina, Homo, Homo sapiens.
Se volessimo classificare un romanzo come 2001 Odissea nello spazio potremmo inventare qualcosa come Letteratura, Di fantasia, Fantascienza, Space opera. A differenza della classificazione scientifica, che ha delle basi rigorose, quella delle opere dell’ingegno è più suscettibile ad interpretazione o a personalizzazioni, ad esempio nella classificazione che ho citato non si sa nulla della nazionalità dell’autore né del periodo di pubblicazione né del fatto che il romanzo è collegato ad un film.
Negli Stati Uniti hanno risolto parzialmente il problema dei libri con la classificazione della Library of Congress, un metodo molto efficace, che indica anche l’organizzazione fisica della biblioteca. Però è una classificazione che riguarda solamente i libri disponibili negli USA, per il resto del mondo e per il resto delle opere resta il problema.
Fino a poco tempo fa, le macroclassificazioni delle opere tenevano abbastanza ed erano utilissime ai negozianti per poter collocare il libro o il disco nello scaffale giusto, dove i clienti l’averebbero trovato con facilità (forse). Anche le opere stesse erano più facilmente classificabili, forse per l’imposizione di restare all’interno dei canoni rigidi di un genere.
Le classificazioni delle opere fin qui descritte partono dal presupposto che l’opera da classificare sia unica e sia fisica.
Per un dipinto o una scultura la definizione di unica è abbastanza intuitiva: in un museo non si può collocare un quadro di Monet in due stanze diverse (pittori francesi e pittori impressionisti) perché esiste un esemplare solo di quel dipinto.
Anche nei negozi, se metto la copia di un libro in più scaffali (nell’esempio di 2001, potrebbero essere fantascienza, cinema e magari autori britannici) si crea un delirio logistico perché innanzi tutto devo tenere come minimo tante copie quante sono le classificazioni diverse e, in caso di vendita, dovrei cercare in tutte le posizioni per verificare il riassortimento.
Nella classificazione dei documenti informatici si è seguita fin’ora la medesima strada, in quanto i file system obbligano ad avere quel tipo di tassonomia e la moltiplicazione del medesimo documento è da evitare, in quanto non si riuscirebbe a capire qual è la versione aggiornata del file.
I progressi tecnologici e i cambiamenti sociali degli ultimi anni potrebbero portare delle novità.
È un fatto che le opere d’ingegno stanno abbandonando il mondo fisico per vivere principalmente nel mondo informatico; nelle aziende stanno prendendo piede i sistemi documentali; i negozi fisici di musica, film e libri sentono fortemente la concorrenza degli omologhi online. In altre parole, stiamo perdendo la fisicità del supporto, almeno nel momento in cui il contenuto viene venduto.
Questo cambiamento del modo di vendita e, quindi, di ricerca, degli articoli potrebbe portare anche ad un diverso modo di classificare gli stessi oppure ad un nuovo modi di classificazione che si affianca a quello tradizionale.
Il vantaggio della vendita online o del sistema documentale è che viene frapposto un piano di astrazione tra il fruitore e il contenuto: il software di interfaccia che porta l’utente o l’acquirente alla scheda relativa al prodotto o al documento.
In questo contesto si perdono unicità e fisicità dell’articolo o del documento, che permettono una classificazione più dettagliata e meno rigida: al posto di un albero posso utilizzare dei tag, delle parole chiave.
Per 2001 Odissea nello spazio i tag potrebbero essere: romanzo, fantascienza, space opera, cinema, adattamento, autore britannico, Stanley Kubrick, 1968, monolito, luna, saturno. Notare che nei tag non rientrano i dati o i metadati del romanzo già presenti nell’archivio, come l’editore, l’autore, l’ISBN, il traduttore, il titolo originale, eccetera.
Attraverso i tag si possono fare ricerche molto specifiche: un appassionato di Kubrick potrà cercare tutti gli adattamenti dei film; un appassionato di space opera potrà cercare i racconti che parlano del nostro satellite e così via.
I tag non risolvono certamente tutti i problemi: come in altre classificazioni, il punto debole è la persona che esegue la classificazione, quindi ci potremo aspettare che prima o poi saranno gli stessi autori o editori ad indicare i tag corretti all’interno dell’opera, proprio come adesso si può leggere nelle prime pagine del libro il codice di classificazione della Library of Congress o, alcune volte, un’indicazione tipo File under Science Fiction, Space Opera, probabilmente per aiutare il libraio o il commesso poco preparato e per non mettere La fattoria degli animali di Orwell nella letteratura per bambini.
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