Ancora una volta alcuni media danno grande enfasi ad una azione della polizia postale. Ancora una volta il titolo sensazionalistico denota la loro ignoranza informatica e l’incapacità di informarsi prima di scrivere.
Il Corriere.it titola “«Rubavano» le partite a Mediaset. Sequestrati i siti di streaming.“, mentre TGCom24 “Calcio in streaming, sequestrati 10 siti pirata.” e Repubblica.it “Partite in diretta gratis su Internet, Mediaset fa sequestrare dieci siti.” Ma se utilizzate Google News potete facilmente vedere come “il sequestro” sia il leitmotiv di questa vicenda. E anche leggendo gli articoli troppo spesso non si capisce bene cosa sia effettivamente accaduto. Questo porta necessariamente il lettore ad immaginare una scena quasi televisiva con un gruppo di poliziotti postali che entrano in un sito (per giunta straniero) e sequestrano tutti i computer… solo perchè lo ha detto il gip di Milano. (qualche “vecchio” lettore però forse ha vissuto, direttamente o indirettamente, una cosa simile nel 1994, vero?)
Ma, ripeto, il compito del giornalista moderno non è quello di informare, ma di creare sensazionalismo, attirare il lettore a fare un click in più senza realmente informarlo, riscrivendo, magari, il testo di una agenzia (magari facendo un doppio copia e incolla per farlo apparire più lungo) tutto perchè non ha la benchè minima idea di quello che è realmente successo e non ha la benchè minima intenzione di informarsi, approfondire e, magari, verificare.
I siti, infatti, sono ancora lì, trasmettono quello che trasmettevano prima esattamente come prima. Quello che è stato fatto è stato solo quello di imporre ai provider italiani di fare in modo che i loro DNS non fossero in grado di risolvere quei nomi, impedendo quindi ai computer di raggiungerli. Una soluzione tanto idiota quanto inutile ma che fa immagine. E soprattutto fa più figo parlare di “sequestro” che di “impedimento dell’accesso”. In fondo quello che è stato fatto equivale a mettere davanti ad una sola porta di ingresso di un centro commerciale un cartello con scritto guarda che quello che cerchi non devi cercarlo. Basta entrare da una differente porta senza leggere quel cartello e trovare quello che si stava cercando. (Chi ha detto OpenDNS? Io no.)
Ma nessuno dei giornalisti che hanno redatto questi articoli si è posto questo problema. Tutti hanno creato un sano titolo ad effetto, e solo pochi hanno voluto poi scrivere la verità nell’articolo, stando bene attenti che fosse ben nascosto e poco chiaro… il che fa pensare che abbiano scritto quello che hanno sentito in qualche conferenza stampa senza porre domande o approfondire, per non perdere tempo.
Mi chiedo… ma a che serve informare la gente alla cavolo? Perchè spaventare o illudere? Perchè non dire le cose come realmente stanno, raccontare il fatto in modo reale e non cercare necessariamente la favola o, peggio, il mito?
Poi rinsavisco. Stiamo parlando di giornalisti.
Già.
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