E’ da qualche giorno che su Facebook mi capita di leggere status e discussioni sulla richiesta di una tale Giulia Innocenzi che ha chiesto su quel social network (magari lo ha fatto anche su altri, non so) questo:
AAA INFORMATICO CHE VUOLE MIGLIORARE IL MONDO CERCASI!
Sei uno smanettone che ha voglia di dedicare le sue capacità a una buona causa che potrebbe generare grandissimi benefici a chi ne ha più bisogno? Hai voglia di far partire un progetto su cui spendere un po’ di tempo nel mese di giugno e luglio? E avresti voglia di fare tutto questo aggratis?
Se la risposta a queste 3 domande è sì (cioè se sei uno che ne capisce di questioni informatiche, hai un po’ di tempo libero da ora fino a luglio, e hai voglia di farlo gratuitamente, visto che si tratta di fare del bene), allora sei la persona giusta per il progetto più giusto che ci sia!
Gratis. Ma che bella parola.
Non voglio, questa volta, rifare la stessa analisi fatta quando il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti fece una simile richiesta. Sarebbe inutilmente ripetitivo e, sicuramente, ci sarebbe qualche paladino che sottolineerebbe come quella richiesta era sostanzialmente diversa da quella di questa signorina, visto che parla di una idea per “fare del bene“.
Quello che voglio fare è capire perchè questa tale Giulia Innocenzi richieda qualcosa che lei stessa non farebbe mai. Perchè lei chiede a qualcuno di lavorare gratis, quando lei stessa, nemmeno due anna fa, dichiarò in una intervista che:
“[…] Vorrei rimanere al fianco di Michele Santoro, sarebbe un piacere e un onore. Lui disposto a restare in Rai per un euro a puntata? Per quanto mi riguarda il lavoro deve essere retribuito: mi appassionata, ma devo pensare anche a campare! […]”
Oltretutto lei stessa, su quest’ultima vicenda, scrisse nel suo blog:
[…] Ora, sfido chiunque a trovare una contraddizione in un’argomentazione del genere. Anche stare qui a spiegare perché il lavoro debba essere retribuito mi fa ridere, e quindi evito. Ci tengo solo a sottolineare che quelli di destra hanno la malsana idea che quelli di sinistra vadano avanti a bacche e latte appena munto, e quindi non abbiano bisogno di soldi per sopravvivere. Purtroppo ci servono, e quindi a un lavoro – solitamente – deve corrispondere uno stipendio, che uno voti Bersani o Berlusconi. […]
Già, quello stipendio, quella retribuzione che tu, cara tale Giulia Innocenzi, non vuoi dare per un “tuo” progetto. E qui non si tratta di “braccino corto”. Qui si tratta di altro.
ps: sarà, ma quando si cercano “smanettoni” che “lavorino gratis” per un progetto che “farà del bene”, chissà perchè mi vengono in mente un bel paio di mutande di ghisa…
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