Ogni tanto prendo qualche chincaglieria tecnologia da AliExpress: quelle piccole cose che fanno contenti i geek, dalle memorie rimovibili, ai laser, alle strisce di led… Tutta roba a basso costo.
Quella che segue è la sequenza degli eventi ricostruiti ex post che dimostra come per alcune infrastrutture siamo ancora al medioevo.
Dovendomi preparare per l’annuale vacanza in un’isola greca, il 2 marzo decido di approfittare di una promozione e ordino una fotocamera SJ4000 (di fatto un clone cinese della GoPro) con un sacco di accessori, incluso un guscio subacqueo. È il mio acquisto più caro fin’ora da AliExpress, ben $57,59. Il medesimo giorno il sito conferma che il pagamento è andato a buon fine.
Il 3 marzo il venditore conferma la spedizione della merce.
Il 13 marzo il pacco arriva a Linate come indicato dal Dovequando delle Poste:
Il 24 marzo il CSI Milano Linate mi spedisce una raccomandata che ricevo il giorno dopo, come indicato dal Dovequando:
La missiva è una comunicazione che un Funzionario dell’Agenzia delle Dogane (tutto rigorosamente maiuscolo e, se possibile, pronunciato con la dovuta deferenza) ha ispezionato il plico e ha fatto una sensazionale scoperta:
In sostanza, se non avessi inviato la documentazione richiesta, avrei dovuto pagare le tasse doganali su un valore presunto (su quali basi non è dato sapere) di 100€, per una cosa che vale $57,59, che, al cambio del 2 marzo secondo XE fanno 51,46€; la Dogana ha arbitrariamente raddoppiato il valore, senza fornire spiegazioni di sorta e, soprattutto, senza comunicarmi quale sia il valore dichiarato dal mittente nella bolla doganale.
Il 25 marzo spedisco al praticissimo (da trascrivere) indirizzo gestionedocumenticlientifermivm@posteitaliane.it quanto richiesto, ovvero:
- il foglio della raccomandata debitamente compilato (cellulare, mail, descrizione della merce, valore dichiarato);
- un altro foglio allegato debitamente compilato (cognome, nome, nascita, residenza, telefono, codice fiscale, numero raccomandata (13 caratteri), numero magazzino (21 caratteri), descrizione della merce, valore dichiarato) in cui dichiaro che:
- la merce non rientra tra quelle protette dalla Convenzione di Washington (certificato Y900, CE 338/97) per la protezione delle specie della flora e fauna selvatiche,
- la merce non rientra nell’elenco dei beni dannosi all’ozono (certificato Y902, CE 1005/2009),
- la merce non rientra nell’elenco dei beni che potrebbero essere utilizzati per la pena di morte, la tortura o per altri trattamenti o pene crudeli, inumane o degradanti (certificati Y904, Y905, Y906, Y908, CE 1236/2005),
- la merce non consiste di o non contiene pellicce di cani o gatti (certificato Y922, CE 1523/2007),
- la merce non contiene gas florurati (certificato Y926),
- la merce non contiene prodotti derivati dalla foca (certificato Y032, CE 737/2010),
- la merce non è soggetta a controllo veterinario (certificato Y930);
- copia della pagina di AliExpress al momento dell’acquisto (idea fantastica quella di AliExpress quella di conservare una copia della pagina al momento dell’acquisto di un oggetto);
- copia della pagina di AliExpress con il dettaglio dell’ordine;
- copia della mail di AliExpress in cui confermano la spedizione.
Secondo i racconti di altre persone sono fortunato perché non trovo la praticissima casella gestionedocumenticlientifermivm@posteitaliane.it piena. Per cautelarmi mando gli allegati uno per volta in messaggi separati preceduti da una mail riassuntiva in cui metto anche i link a Dropbox per ciascun allegato. Ci voleva tanto a fare un’interfaccia web in cui uno mette il codice del pacco, carica tutti i file e compila i dati richiesti?
Il 27 marzo il doganiere apre la mia mail (fonte: il call centre delle Poste) e avvia la pratica di sdoganamento. Il call centre mi dice che sono necessari almeno cinque giorni lavorativi e arriviamo a Pasqua.
L’8 aprile il call centre delle Poste riconferma che la documentazione è arrivata ed è completa, bisogna solamente attendere l’evasione della pratica.
Probabilmente i doganieri festeggiano anche la Pasqua ortodossa in quanto la mattina del 13 aprile, esattamente un mese dopo l’arrivo del plico in Italia, c’è questo aggiornamento:
Dopo soli quattro giorni il plico arriva allo smistamento di Pavia:
e alla fine il 16 aprile lo vado a ritirare all’ufficio postale, dietro pagamento di 22,96€ di bollettino di cui 11,96€ di diritti doganali su un valore di 54,37€ (come da bolla doganale) e 10€ di BHO!
Morale: una cacchio di fotocamera cinese da cinquanta euro ha impiegato più tempo a fare 30 Km da Linate a Pavia che dal Guangdong a Linate.
In questo tempo, oltre ad aver praticato la pazienza di Giobbe, ho scoperto cose interessanti come l’esistenza della convenzione di Washington, nozione che può tornare utile per la Settimana Enigmistica.
Non potrò utilizzare la fotocamera per fare pessime foto o riprendere filmati orribili e mostrarli in pubblico, altrimenti contravverrei alla dichiarazione resa in merito ai “beni che potrebbero essere utilizzati per la pena di morte, la tortura o per altri trattamenti o pene crudeli, inumane o degradanti.”
Questo è l’esempio di quella che è la burocrazia, letteralmente il potere dell’ufficio. Chi pensa che la burocrazia abbia uno scopo utile lo scriva qui sotto che voglio proprio vedere quali motivazioni adduce.
Lascia un commento