Il secondo intercalare resta in vigore


La ITU World Radiocommunication Conference (WRC-15) che si sta tenendo a Ginevra ha deciso che sono necessari ulteriori studi sull’impatto della modifica del sistema di riferimento universale per il tempo (UTC) che includa l’abolizione del secondo intercalare.

La decisione di WRC-15 propone nuovi studi sull’impatto di un eventuale nuovo sistema di riferimento temporale. Questa documentazione sarà presa in considerazione nella World Radiocommunication Conference del 2023.

Il secondo intercalare viene applicato preferibilmente a fine giugno o a fine dicembre e come seconda opzione a fine marzo o a fine settembre; l’annuncio del secondo intercalare avviene con almeno otto settimane di anticipo rispetto alla data di applicazione.

In questo momento esistono sei conteggi di riferimento del tempo diversi fra loro:

  • UT0: l’ora solare media del primo meridiano calcolata con osservazioni astronomiche dirette;
  • UT1: UT0 corretto con gli effetti della rotazione della Terra attorno al proprio asse;
  • UT2: UT1 corretto con le fluttuazioni stagionali della rotazione della Terra;
  • TAI: il riferimento internazionale per il tempo atomico, batte un secondo in maniera continua a partire dal 1 gennaio 1958; è mantenuto da BIPM;
  • UTC: tempo universale coordinato mantenuto dal BIPM con il supporto di IERS; è basato sul TAI da cui differisce da un numero intero di secondi per essere il più possibile vicino a UT1.

I riferimenti UT si basano su osservazioni astronomiche.

L’ultimo secondo intercalare è stato applicato nel giugno 2015, l’elenco di tutte le correzioni apportate a UTC con questo metodo è disponibile presso IETF.


4 risposte a “Il secondo intercalare resta in vigore”

  1. Certo che la comprensione di questi argomenti deve essere un gran casino… tanto di cappello a questi signori… noi al massimo ci limitiamo a configurare l’ NTP ;-(

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