L’argomento “privacy“, in particolare legato a Facebook ma a Internet in genere, è sempre di moda. Non solo sui giornali o sui blog (va di moda dire “l’ho letto su un blog”, non importa quale), ma anche nelle conversazioni tra amici che, magari, vogliono mostrare la propria cultura informatica buttando qua e là qualche nozione o qualche luogo comune.
E così ti capita di assistere a divertenti conversazioni tra ingoranti informatici. Quella che segue è quello che mi ricordo di quella che ho dovuto ascoltare ieri mentre tornavo a casa in autobus. I protagonisti erano due signori più o meno sulla 40ina, ovviamente entrambi con il sasso piatto (iPhone) in mano:
A: “…. si perchè i giochi su facebook ti rubano l’identità”
B: “oh vero, l’ho letto ieri su un blog… c’è stato un casino con Facebook… applicazioni che ti rubano l’indirizzo di email, poi sanno tutto di te…”
A: “si, si… mai io su Facebook non gioco. Scrivo qualche cosa, ma basta…”
B: “anche io, poi sono giochi stupidi, da bambini…”
[pausa di qualche minuto, passiamo davanti a qualcosa e..]
A: “tu usi Foursquare?”
B: “si… anche ‘luoghi’… perchè?”
A: “se vai in quel bar puoi registrarti!”
B: “oh… ci andrò.”
Ora, al di là della chiara scarsissima cultura informatica, mi ha fatto ridere la frase “applicazioni che ti rubano l’indirizzo di email, poi sanno tutto di te”… seguita poco dopo dalla conferma dell’uso di una applicazione (Foursquare come Facebook Places, stessa cosa) che comunica al mondo (ad esempio tramite Facebook stesso) dove sei in quel momento…
Parli di privacy? E allora parlane bene: non serve rubare l’email per sapere che in quel momento non sei a casa… basta leggere Facebook e con quell’informazione è più facile rubare… ma non qualcosa di virtuale… qualcosa di materiale (macchina, svaligiare casa…).
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