Qualche giorno fa, per la precisione il 30 Aprile, mi sono imbattuto in un interessante post su Valigia Blu il cui titolo “Facebook: la minaccia con armi di Morisi sì, la copertina dei Led Zeppelin no e ti blocco per 3 giorni” mi aveva colpito molto perché sottolineava uno dei tanti paradossi di quel social network.
Qualche giorno dopo averlo condiviso sul mio profilo ho ricevuto una simpatica notifica che il mi comunicava che il mio post era stato rimosso in quanto violava gli “Standard della community in materia di nudo o atti sessuali“.
Come aveva predetto l’articolo infatti, avendo usato la copertina di “Houses of the Holy “, disco dei Led Zeppelin uscito nel 1973, l’assurdo sistema di controllo di Facebook ha ritenuto opportuno bloccarlo, confermando in toto il paradosso sul modo assolutamente assurdo e arbitrario che questo social network ha di gestire i loro “standard”.
L’articolo (di cui ve ne consiglio vivamente la lettura), parte da
un post veramente allucinante del social manager di Matteo Salvini, Luca Morisi, pubblicato nel giorno di Pasqua, la cui immagine e, soprattutto il testo che lo accompagnava avevano un tono velatamente minaccioso e violento, nonostante fosse banalmente celato dietro un linguaggio goliardico. Per questa ragione numerosissimi utenti (tra cui il sottoscritto) hanno ritenuto necessario segnalarlo a Facebook.
La risposta del social network è stata, però, piuttosto prevedibile considerando che l’autore ècollegato a un partito politico che investe moltissimo in pubblicità e, pertanto, sarebbe stato controproducente per loro rimuovere quel contenuto. Ancora adesso se si prova a segnalarlo Facebook mette subito in evidenza il fatto che “il team” ha già valutato il post e che rispetta gli standard.
Gli “Standard della Comunità”.
Il fatto è che se loro li presentassero in un modo più onesto, non ci sarebbe nulla da ridire… non so una cosa tipo “sistema di controllo per tutelare noi e chi ci paga“.
Volete fare un test? Provate a postare l’articolo di ValigiaBlu.
Tempo qualche secondo questo vi verrà immediatamente bloccato “per nudità”. E questo nonostante, proprio come evidenziato dallo stesso articolo, si tratti di un’opera d’arte molto conosciuta e diffusa, base sulla quale il blocco non dovrebbe esserci.
Allo stesso tempo per Facebook sono “normali” e “in linea con gli standard” alcuni post in ambito calcistico in cui si augura la morte degli avversari o li si insultano pesantemente:
Secondo Facebook cono anche in linea con gli standard gli insulti, anche pesanti, diretti a chi fa ricerca medica:
Facebook ritiene poi che sia in linea con gli standard la condivisione di pericolose bufale contro i vaccini accompagnati da insulti a chi osa provare a promuoverli o ne parla a favore:
E non mi metto nemmeno a citare le quintalate di post politici che vomitano odio contro gli oppositori politici o gli immigrati, oppure quelli che, sulla bacheca di un ministro dell’interno italiano, augurano stupri e morte a delle ragazze minorenni ree di non pensarla come il suddetto ministro.
Ripeto: non contesto il fatto che Facebook, per garantirsi le entrate, debba tutelare se stesso e chi gli paga la pubblicità. E, a dire il vero, non mi importa nemmeno che per raggiungere tale scopo se ne strafreghino completamente dell’etica, della correttezza e dell’imparzialità, anche perché, come ho scritto sopra, nessuno è obbligato a frequentare questo Social.
Quello che però mi fa ridere è che questa gentaglia si ostini a usare il termine “Standard della comunità” quando di standard non hanno assolutamente nulla e facendolo continuano a considerare i propri utenti idioti a tal punto da credere che esistano suddetti standard.
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