La sindrome da hard disk pieno

Io la chiamo così. È una sindrome, ovviamente, ed è estremamente facile da diagnosticare.

Hai un hard disk da 20 MB? Hai 21 MB di dati da mettere sull’hard disk.

Hai un hard disk da 128 GB? Hai 129 GB di dati.

Hai un hard disk da 6 TB? Hai 7 TB di dati.

A dispetto del nome, la sindrome può anche girare attorno ad altri aspetti del computer, o della connessione, o del sistema, o della sala server, o del data center (o anche solo della casa di nonna Laura).

Vuoi raggiungere i 30 FPS? Fai 29 FPS.

Hai una larghezza di banda di 7 MB/s? Ti servono 8 MB/s.

La tua interfaccia ha 16 ingressi analogici? Hai 17 segnali analogici.

La tua interfaccia ha 32 ingressi analogici e 8 ingressi digitali? Hai 33 segnali analogici e/o 9 segnali digitali.

Hai 12 rack da 45U? Hai 541U di macchine.

Hai licenze per virtualizzare al massimo 40 macchine? Ti servono 41 virtual machine.

Puoi ciucciare 60000 watt? Consumi 60001 watt (e il precisissimo wattmetro non ti permette di sgarrare nemmeno di 1 watt e ti “promuove” allo scaglione di pagamento superiore, o peggio, stacca brutalmente tutto).

La sindrome si manifesta però più frequentemente nel caso dell’hard disk (anche se oggi sarebbe meglio parlare di hard drive). Cosa indica l’hard disk pieno? Che il notebook nuovo fiammante era disponibile in pronta consegna solo con un hard disk troppo modesto? Che stai esagerando con le mailing list? Che hai scoperto i video porno su Internet? Che il tuo manager ha fatto male i conti? Che il settore acquisti ha sbagliato modello?

Sì, tutto questo, ma altro ancora: un più sottile e strisciante problema è all’opera qui. Se hai l’hard disk pieno per un motivo x, prima o poi comprerai un hard disk più capiente. Non si scappa. Al massimo aspetterai fino ad avere il permesso di chi controlla il budget. Con l’hard disk nuovo ti rilassi e pensi, *sbagliando*, che lo spazio ora a disposizione ti durerà una vita. Poco (per la precisione, *troppo* poco) tempo dopo ti accorgi che stai soffrendo di nuovo della sindrome da hard disk pieno, e dovrai comprare un hard disk ancora più capiente. Cos’è successo?

È successo che tutti noi tendiamo a sfruttare lo spazio che abbiamo a disposizione, che odiamo lo spreco, che siamo ingordi, che non sappiamo regolarci, che *poiché* abbiamo a disposizione il ventuplo dello spazio libero che avevamo prima, ci viene in mente di cominciare a fare editing video in alta definizione (che occupa un sacco di spazio e che non era ancora stato inventato ai tempi dell’hard disk precedente), che poiché il salotto nuovo è molto spazioso compriamo dei mobili più comodi ( = più ingombranti) e arredamento extra (e quindi non passi più dietro al tavolo, esattamente come nel salotto vecchio), che poiché ho la scheda grafica più veloce posso installare giochi più impegnativi (che fanno fondere anche la scheda nuova), che poiché la nuova linea VDSL2 è più veloce, il management ti fa installare tutti quei servizi per il B2B che prima non venivano nemmeno presi in considerazione (e quindi i ricercatori navigano più lenti di prima), che poiché il nuovo file server è cazzutissimo, ci devi mettere su tutti i file che attualmente sono sparsi sui diciotto hard disk esterni dispersi per tutto il palazzo, che poi verranno dismessi. Abbiamo la capacità, sfruttiamola. Senza pianificare.

In pratica, tendiamo tutti a sfruttare qualunque tipo di sistema fino alla sua capacità massima *e appena un pelo in più*.

Il problema richiede una soluzione. La soluzione apre un’opportunità (magari precedentemente impensabile). L’opportunità rinnova il problema.

Quando arriva l’hard disk nuovo, tutti quanti vogliono una fetta di spazio libero. In ambito casalingo “tutti” sono i vari programmi, dispositivi, metodi di lavoro, giochi (etti di foto, etti di musica, chili di distruzione di mondi alieni, tonnellate di video, propri e non). In ambito professionale/aziendale, “tutti” sono i vari dipartimenti, dirigenti e raccomandati.

E in capo a pochi mesi tu ti ritrovi, per spinta personale o per disposizioni dall’alto, a dover dirottare tempo produttivo verso l’esame e l’eventuale cancellazione di miriadi di file doppioni e file che non vengono toccati da più di y giorni, la cui grandezza totale è tipicamente dell’ordine di un centesimo dello spazio necessario. È inutile che cancelli i file di configurazione vecchi (2108 byte), devi cancellare i film (813 megabyte) e le immagini ISO (5.12 gigabyte)!

Oppure devi acquistare un hard disk più capiente.

Spendi soldi, sì, ma *sprechi* soldi? Questa spesa, a fronte dello svantaggio di intaccare il budget, ti porta dei vantaggi, tangibili o meno? Ti fa “respirare” meglio? Ti rende più tranquillo, almeno per qualche mese? Ti permette di non doverti portare nello zaino anche due hard disk esterni? Ti azzera, diciamo così, i contatori SMART? Ti fa fare bella figura con gli investitori? Ti libera il sistemista per fargli fare altri compiti? Ti permette, collateralmente, di uscire dall’obsolescenza della tecnologia o anche solo della garanzia dell’hard disk precedente? In breve, ne vale la pena?

Nel mio piccolo, due anni fa soffrivo della sindrome in un portatile vecchio ma non obsoleto. Cambiato l’hard disk con un modello tre volte più capiente, senza neanche spendere troppo perché non mi serviva il non plus ultra, mi sono sentito subito meglio. È stato per due anni il mio server-fisico-di-prova-da-massacro, comportandosi benissimo. Ora l’hard disk è di nuovo pieno e sto anche progettando di aggiungere un paio di servizi di prova all’arsenale: la sindrome. *Potrei* passare del tempo a cancellare file superflui e meno superflui, ma per quanto mi riguarda non ne vale la pena: il tempo è denaro, il denaro è tempo. Visto il mio budget personale, consultato il mio capo (cioè me), spenderò un po’ di più e gli comprerò un hard disk dieci volte più capiente, attualmente il massimo che si possa acquistare. Lento ma ampio. Più di così il mercato non mi permette di sforzarmi. Mi darà qualche altro mese di autonomia. Sarà adeguato. Ne varrà la pena. YMMV.

Commenti

3 risposte a “La sindrome da hard disk pieno”

  1. Avatar afullo

    Per fortuna io mi ero fatto ordinare 50 DVD vergini l’anno scorso ad un prezzo molto conveniente che ho poi finito per non utilizzare quasi in 18 mesi circa. Così ora sto trasferendo gli originali delle registrazioni dalla TV lì, mentre mi tengo sull’HD i convertiti in formato compresso. Naturalmente mi sono tenuto gli originali nel remoto caso in cui voglia ancora pasticciarci un po’ sopra, ma se non avessi avuto proprio modo, mi sarei rassegnato a cancellarli, come ho fatto per altri originali in passato. È tutta questione di testa…

  2. Avatar Kurgan

    Sono in assoluto disaccordo con il metodo “compera un hard disk piu` grosso”. Questa non e` affatto la soluzione piu` economica, in quanto oltre ad un hard disk piu` grosso ti servira` anche un sistema di backup piu` grosso. E soprattutto comperare un hard disk piu` grosso senza discutere manda un messaggio molto sbagliato, cioe` “potete chiedermi sempre piu` spazio e io vi accontentero` sempre”. E sappiamo tutti che non e` cosi` che si educano gli utenti.

    1. Avatar Alessandro Pini
      Alessandro Pini

      Sono pienamente d’accordo a metà (cit.)
      La mancanza di (auto)disciplina, di cui sono ambasciatore presso l’ONU, è di certo fra le cause prime della sindrome, ma non sempre l’unica.
      Qui stiamo parlando di quando si verifica una concomitanza di problemi, alcuni dei quali non risolvibili né dai soli utenti, né dai soli sistemisti. In tali casi c’è un punto di rottura giunti al quale o si aggiorna o si viene buttati fuori mercato (o si cambia hobby).

      Due casi “vissuti”, per chiarire.

      1, pressione dal basso, in una ditta che progetta macchine *grosse*. La nuova versione del CAD (non so quale, all’epoca non avevo nemmeno il tempo di chiedere) salvava i file con *molti* più dati e metadati: cinque volte la taglia dei file precedenti. Purtroppo era anche due volte più rapida e aveva delle caratteristiche che (dichiaravano gli utenti al management) pur non essendo indispensabili, rendevano possibili nuove prodezze produttive. La concorrenza stava aggiornando, la ditta in questione no. Lo storage era d’annata ed era rimasto più che adeguato fino a un mesetto prima. Era ora di ampliare. Ne valeva la pena.

      2, pressione dall’alto, in una ditta il cui lavoro implicava parecchia pubblicità. I sistemi erano adeguati fino all’avvento di YouTube e simili, poi è diventato *i-ndis-pe-nsa-bi-le* aggiornare (enfasi e sillabazione errata sono del manager, m’è rimasto impresso). Hanno riconosciuto subito di dover maggiorare le CPU in breve tempo, per evitare di invecchiare (e andare fuori mercato) durante le conversioni dei video, ma per due mesi hanno cercato di farmi liberare spazio negli hard disk (notare il plurale) cancellando messaggini e file-etti. Non solo non ne valeva la pena (due mesi di sistemista a cottimo…), ma si è rivelato del tutto inefficace. Proprio come diceva il sistemista, eh? guarda un po’. *Alla fine* hanno dovuto aggiornare anche gli hard disk. Ne valeva la pena.

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