Autore: Luigi Rosa

  • Client TCP o UDP con bash

            exec {fd}<>"/dev/tcp/siamogeek.com/http"
            # scrittura nel socket
            printf "GET / HTTP/1.0\r\n" >&$fd
            printf "\r\n" >&$fd
            # lettura "until EOF" dal socket
            cat &-

    Questo breve script per bash permette di scrivere e leggere dei dati da un socket TCP o UDP senza dipendere dalla presenza di altri programmi.

    Il tipo di protocollo, l’host e la porta sono specificati nella prima riga dello script; {fd} serve per dire a bash di aprire il primo file descriptor disponibile.

    La parte di scrittura è conforme allo standard http e deve essere modificata secondo le necessità. (via behind the wall…)

  • Tetяis in 140 caratteri

            function(a,b,c,d,e){return d+=c,
            e=a|b<<d,d<0|a&b<<d&&(a=e=
            parseInt((a|b<<c).toString(d=32)
            .replace(/v/,""),d),b=new Date%2?1:3),
            [a,b,d,e]}

    Questa funzione JavaScript di 140 caratteri scritta da Martin Kleppe è un piccolo Tetris giocabile.

    Il codice è disponibile in versione commentata per poter capire cosa c’è dietro quei 140 byte.

    Questo progetto fa parte di 140byt.es, un sito che promuove la creazione di frammenti JavaScript funzionanti che possono stare in un twit. (via Slashdot)

  • Senza Internet: chi per scelta chi per forza maggiore

    Sulla prima dell’edizione cartacea del Corriere di oggi c’è un richiamo ad un articolo interno il cui titolo è qui riprodotto.

    Come se non bastasse la versione cartacea, Beppe Severgnini ha riportato la sua esperienza anche in una pagina web.

    Da persona che ha a che fare ogni giorno con l’inadeguatezza dell’infrastruttura italiana, mi permetto di dire a Severgnini che il suo articolo suona un po’ troppo cyber-fighetto e se lo sarebbe potuto anche risparmiare.

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  • #nerdflix

    Ogni tanto su Twitter vengono postati messaggi a tema collegati tra loro da un filo rosso e da un hashtag.

    Questa mattina è il turno di #nerdflix, una serie di titoli di film rivisti in chiave informatica.

    Ve ne ripropongo di seguito alcuni, se non li capite chiedete spiegazioni nei commenti.

    Ovviamente le riedizioni si riferiscono ai titoli originali dei film, se ve ne vengono in mente di analoghe ma basate sui titoli italiani, i commenti sono tutti vostri. 🙂

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  • Tetяis suonato da otto lettori di floppy

    [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=fE5AcQsmcbg&w=480]

  • Dove sono i root DNS?

    Come abbiamo visto in un altro articolo, il sistema dei nomi a dominio si basa sui root DNS.

    Non ci vuole certo un esperto di networking per capire che i root DNS non solo sono un punto critico del sistema dei nomi a dominio, ma sono anche dei server molto trafficati.

    Più i root DNS sono prossimi agli utenti più questi saranno veloci nel risolvere i nomi e, quindi, ad accedere ai servizi della Rete.

    paf  ha raccolto su Google Maps la posizione dei root DNS nel mondo; la mappa potrebbe non essere aggiornatissima, ma aiuta molto a capire come sono distribuiti questi server.

    Val la pena di evidenziare che, a causa della topologia di Internet, per molti utenti di Milano potrebbe essere più vicino il root DNS di Roma o di un’altra città europea.

    Aggiornamento 17/2/2012 18:30Il sito dei root DNS ha una mappa piu precisa e aggiornata da cui si evince che in Italia ci sono due istanze a Torino, tre a Milano, due a Roma e una a Napoli.

  • Dovecot 2.1.0

    Timo Sirainen ha rilasciato la versione 2.1.0 del server IMAP/POP Dovecot.

    Il rilascio avviene, come di consueto, dopo una lunga serie di versioni alfa, beta e sette release candidate, a garanzia di una ragionevole stabilità del software.

    Le novità di questa versione rispetto alla 2.0.0 riguardano molte migliorie nel funzionamento interno, l’aggiunta di alcune estensioni IMAP e il miglioramento del supporto della multi istanza.

  • La storia di un urlo

    Screaming for help - the colored versionL’immagine riprodotta qui a fianco è un autoritratto di Noam Galai scattato il 17 febbraio del 2006.

    L’immagine è stata riutilizzata varie volte senza il permesso dell’autore ed è diventata un’icona pop, al punto che l’autore mantiene un sito e un blog per tenere traccia dell’uso dell’immagine.

    L’autore ha deciso di non adire alle vie legali contro gli utilizzatori e sta sfruttando a sua volta la popolarità del suo scatto.

    Come si dice in in inglese, what goes around comes around.

  • La NASA spegne il suo ultimo mainframe

    Foto NASA

    Mainframe è un termine che ricorda la prima era dell’elaborazione elettronica dei dati.

    Adesso siamo abituati alla virtualizzazione, all’elaborazione massiccia di dati, a server che non si fermano mai… Invece i mainframe erano sistemi che facevano elaborazioni massicce, non si fermavano mai e potevano virtualizzare altri computer.

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  • Il setup che ti prende in giro

    Windows Small Business Server è da solo una maledizione.

    Purtroppo ci sono situazioni in cui è l’unica soluzione per non pagare un sacco di soldi in più di licenze SQL, necessarie per il gestionale.

    Facile dire non devi installarlo, ma è anche facile fare i froci con il culo degli altri; semplicemente SBS in alcuni contesti è un male necessario.

    L’installazione di SBS 2008 è una pena, se si accetta, com’è consigliabile fare, di installare gli aggiornamenti al momento del setup, SBS si prenderà gioco di voi con dei messaggi che ho difficoltà a classificare.

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  • Gnome: se non funziona più il tastierino numerico

    Se un bel giorno accendete il PC e scoprite che il tastierino numerico non funziona più come vi aspettate, questa è una soluzione che ha funzionato sul mio PC.

    Aprire con il vostro editor preferito il file /usr/share/X11/xkb/compat/complete

    Cercate queste sue righe:

    augment "mousekeys"
    augment "accessx(full)"

    Mettete due slash davanti per commentarle:

    //augment "mousekeys"
    //augment "accessx(full)"

    Riavviate.

  • Voi e le vostre password complicate!

    Secondo quanto rivela il giornale israeliano Haaretz, la password dell’account mail di Bashar Assad compromesso da Anonymous sarebbe stata 12345.

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    Se la notizia fosse vera non ci sarebbe molto da commentare, tranne che solamente l’erede al trono del regno degli incoscienti (per non utilizzare termini ben peggiori) utilizzerebbe una password del genere per un account governativo.

    Poi, però, non diamo la colpa agli hacker…