• Il nome a dominio più vecchio

    Il nome a dominio più vecchio ancora attivo è SYMBOLICS.COM registrato il 15 marzo 1985.

    Il secondo è stato BBN.COM (24 aprile 1985) e THINK.COM è stato registrato un mese dopo.

    Per conoscere i primi 100 nomi a dominio registrati ancora attivi si può consultare questa pagina di whoisd.

  • La storia delle CPU x86 attraverso i registri

    Pagetable ospita un’interessante carrellata lungo la storia delle CPU x86 vista attraverso i registri.

    C’è un CR0, ma CR1 non esiste e CR2 e CR3 non hanno bit di controllo e da CR5 a Cr15 non esiste nulla tranne CR8.

    Per passare a 64 bit bisogna modificare un bit in MSR, mentre se si vuole abilitare il debug bisogna cambiare un bit di FLAGS.

    Perché questo delirio nei registri delle CPU?

    Questa è un’interessante spiegazione.

  • 0day di Adobe Flash

    Adobe segnala che sarebbe in circolazione uno 0day di Flash.

    Il problema interessa tutte le versioni di Flash e potrebbe interessare anche Acrobat, sebbene la sandbox di Reader X dovrebbe impedire l’installazione del malware.

    Il malware che sfrutta questa vulnerabilità sta girando sotto forma di file Excel (.xls) con all’interno un’animazione flash che sfrutta il baco del software per installare del codice dannoso.

    Adobe ha promesso un aggiornamento straordinario di Flash durante la settimana che inizia il 21 marzo. (via SANS)

  • BRAIN

    [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=lnedOWfPKT0&w=480]

    Mikko Hypponen, Chief Research Officer di F-Secure, si è recato a Lahore, in Pakistan, per incontrare i creatori di Brain, quello che è considerato il primo virus per computer.

  • twitter e facebook: la stessa strategia di attacco

    Gli utenti di Twitter sono interessati da una serie di attacchi basati sul social engineering, molto simili a quelli che hanno colpito facebook da tempo.

    Su Twitter stanno girando, infatti, due tipi di messaggi:

    OMG: This GIRL KILLED HERSELF after her father posted THIS on her wall
    I am xx% addicted to Twitter, find out how addicted you are here

    Ovviamente entrambi i messaggi terminano con un link accorciato, che impedisce di capire esattamente dove si va a finire se si clicka. Il link porta dritto alla pagina che installa il malware sul computer.

    Inutile dire che non esiste alcun metodo per calcolare la percentuale di dipendenza da Twitter né ragazze suicidate in seguito a quanto descritto dal messaggio virale.

    Se proprio non potete fare a meno di gossip estremo, consiglio il Sun o la Bild: alcune volte le notizie sono altrettanto inattendibili, ma almeno non vi arriva del malware sul computer. (via Naked Security)

  • L’onda nucleare

    Un reattore nucleare NON è una bomba ANon devo dirvi io che il Giappone sta vivendo in queste ore un momento tragico della sua storia. Colpito da un sisma di proporzioni enormi, la sua popolazione ha reagito con una preparazione che noi ci sogniamo e sta già avviando la ricostruzione con una efficacia che ci lascia stupiti.
    Ricordiamo che il sisma che ha colpito il centro Italia nel 2009 era di grandezza 5,9  mentre questo è di magnitudine 8,9 . Aggiungiamo che la scala Richter qui usata è logaritmica con scala di potenza 3/2, quindi questi tre gradi di differenza in intensità caratterizzano un terremoto che ha rilasciato oltre 30.000 volte l’energia di quello che ha colpito il nostro centro.
    Questo dovrebbe dare una idea delle proporzioni della catastrofe.

    Città distrutte dal terremoto e dal relativo tsunami. Migliaia di morti e dispersi nella misura di decine di migliaia, presumibilmente tutti feriti, più o meno gravemente.
    E di cosa riescono a parlare i nostri giornali?
    Centrali nucleari, della loro insicurezza, naturalmente.

    Sì, perché come ormai sanno anche i sassi, una delle centrali con 6 reattori ad acqua bollente (di tipo BWR-3, 4 e 5) è stata colpita in maniera molto dura dallo smottamento e, nonostante lo spegnimento effettuato in maniera automatica, tempestiva e corretta, c’è qualche problema nello smaltire il calore residuo.
    Per sua stessa caratteristica, un reattore nucleare ha una grande inerzia termica e quindi, anche dopo lo spegnimento delle reazioni, va raffreddato in modo da impedire la fusione degli elementi radioattivi e di tutti gli strumenti di supporto a contatto con questi. L’arresto della reazione a catena avviene grazie all’inserimento di assortitori di neutroni (in questo caso acqua e Boro), a questo punto la centrale non produce più energia e deve usarne dall’esterno per mantenere  in funzione il raffreddamento ed evitare la fusione del nocciolo. La centrale giapponese è alimentata in casi di emergenza che è stato danneggiato dal sisma. Nell’unità 1 e 3 del reattore si sta quindi intervenendo pompando acqua di mare nel reattore.
    In questo modo il reattore oltre che raffreddato viene definitivamente avvelenato dal cloruro, quindi entrambi andranno probabilmente dismessi e sostituiti.

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  • Il lato B della Luna

    Dopo l’immagine della parte visibile del nostro satellite naturale, ecco quella della parte nascosta.

    Solo pochissimi astronauti delle missioni Apollo hanno potuto vedere con i loro occhi questa parte della Luna.

    L’immagine originale, scaricabile dal sito del LROC, è di 1600 pixel di lato ed è stata ottenuta assemblando 15.000 immagini scattate ad un’altezza di 50 chilometri scattate tra il novembre 2009 e il febbraio 2011.

    La faccia nascosta della Luna è stata fotografata per la prima volta nel 1959 dalla sonda sovietica Luna 3. (via Discover)

     

  • 33 years and counting

    Eliopausa e VoyagerLa storia dell’esplorazione spaziale è costellata di grandi tragedie, ma anche di successi strepitosi. Di questa seconda categoria fa parte senza dubbio una intera famiglia di sonde interplanetarie Americane, tra cui primariamente la Voyager 1 che, anche dopo più di 33 anni di lavoro, ancora non ha smesso di stupirci.

    Da quando al sonda ha superato le orbite dei pianeti esterni e ha completato il suo compito nell’ambito della planetologia, si sta “dedicando” ora allo studio del vento solare e della sua interazione con il vento interstellare.

    La Voyager 1 ha apparentemente raggiunto la Eliopausa, ovvero la regione in cui la radiazione solare viene fermata dal mezzo interstellare. Si sa che questa regione è ben oltre l’orbita di Plutone e non è chiaro se coincida o meno con la Magnetopausa. Ora la sonda spaziale ha realisticamente la possibilità di studiare questa zona e di identificarne almeno alcune delle caratteristiche.

    Le due sonde Voyager stanno viaggiano ai confini della Eliosfera e sono quindi due strumenti fondamentali per studiarne i margini, in particolare la Voyager 1 pare avere effettivamente oltrepassato il limite.
    Dal Giugno dello scorso anno, infatti, la lettura dello strumento Low Energy Charged Particle è scesa a zero, facendo pensare agli scienziati che il vento solare abbia cambiato direzione oppure si sia effettivamente fermato.
    Per stabilire la correttezza di una delle ipotesi, l’idea era quella di modificare l’assetto di volo della sonda in modo da misurare la velocità degli ioni lungo vettori diversi e verificare l’eventuale cambio di direzione.

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  • Terremoto in Giappone: attenti alle truffe

    Questo blog non ha la pretesa di narrare o dare conto dei tragici eventi che stanno colpendo il Giappone in queste ore.

    F-Secure e SANS avvisano che gli eventi connessi al terremoto e allo tsunami potrebbero essere utilizzate per scopi fraudolenti.

    È, quindi, consigliabile, evitare di visitare siti di dubbia autorevolezza o aprire email o allegati provenienti da fonti sconosciute, specialmente se chiedono danaro e/o promettono di mostrare immagini sensazionali.

  • Quanto è utilizzato il GPS?

    La città sulla baia si sveglia come tutte le mattine.

    Lentamente riprendono le attività di tutti i giorni, le persone vanno al lavoro, i corrieri consegnano le merci e i servizi pubblici su gomma, ferro e acqua trasportano i loro passeggeri come al solito.

    La mattina scorre tranquilla e si avvicina il mezzogiorno. Negli uffici si comincia a pensare dove andare a fare il break; un impiegato decide di telefonare ad un amico per mangiare qualcosa assieme, ma il suo cellulare è sconnesso dalla rete, così come quelli dei suoi colleghi.

    Un altra persona che voleva ritirare dei soldi da un bancomat non riesce a trovarne uno funzionante.

    Chi attende i mezzi pubblici non riesce più a sapere quanti minuti mancano all’arrivo del prossimo autobus, le imbarcazioni che stanno incrociando nella baia rischiano di collidere tra loro.

    I fattorini che stavano terminando le consegne della mattina non sanno più come trovare i destinatari dei pacchi…

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  • DNS prefetching: una pessima idea

    browser moderni hanno una funzione apparentemente utile, ma che provoca un notevole e inutile incremento di traffico DNS.

    Una piccola spiegazione a grandi linee su cime funziona la risoluzione dei nomi, una delle tecnologie che stanno alla base del funzionamento di Internet per l’utente finale.

    Ogni macchina (host) collegata a Internet ha un indirizzo IP che è necessariamente univoco (tralasciamo i NAT delle reti private che non ci interessano in questo contesto). L’indirizzo IP è, per ora, formato da una quaterna di numeri decimali da 0 a 255 separati da punti, tipo 1.2.3.4

    Per rendere più facile la memorizzazione dei siti, esiste un sistema che assegna ad ogni indirizzo (ad esempio 209.62.58.154) uno più nomi a dominio (ad esempio siamogeek.com). Questo accoppiamento è gestito dal DNS.

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  • Sarà anche un’arma goffa o erratica…

    [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=RUXXGbNS8oY&w=480]

    Sembra non essere un falso: Patrick Priebe avrebbe assemblato questa pistola che, con le quattro celle Li-ion 14650 a piena carica, sparerebbe 50 impulsi da 1 MW della durata di circa 100 ns l’uno. Il dispositivo si basa su un laser allo stato solido Nd:YAG, ovvero un cristallo di ittrio e alluminio (YAG) drogato al neodimio, che emette nell’infrarosso su una lunghezza di 1064nm (il lampo che si vede nel filmato è la lampada stroboscopica che pompa il cristallo).