Fin da quando ne ho appreso i concetti teorici, non ho mai nascosto la mia passione per gli ipertesti.
Sulla fine degli anni 80, l’unico motore un po’ ubiquo per ipertesti multimediali era HyperCard per MacOS, per cui esistevano degli stack (questo era il nome dei suoi file dati) con vari contenuti, inclusa una versione ipertestuale grafica della guida agli scrittori e registi di The Next Generation. La stessa Apple Italia nel 1990 distribuiva ai rivenditori uno stack dedicato alla gestione clienti, stampa garanzie, gestione magazzino ricambi, eccetera; il pacchetto si chiamava MSB (Managing The Service Business), era realizzato, se non ricordo male, dalla Prometheus di Milano ed uno dei suo sviluppatori mi odiava palesemente perché durante i corsi avevo insegnato agli altri vendor come hackerare MSB per gestire anche prodotti non-Apple. Ma sto divagando.
Nel mondo PC per MS-DOS esistevano molti visualizzatori, uno di quest era il famoso TSR Norton Guide, di cui esisteva anche un “compilatore” per creare i propri file .NG
Esistevano anche motori ipertestuali più complessi, come ad esempio, Folio Views, disponibile prima per MS-DOS e in seguito anche per Windows 3.
È proprio con questo motore che è stato realizzato Iperlibro – Un ipertesto sugli ipertesti di Corrado de Francesco.
L’installazione su un Windows 7 di un programma per MS-DOS non è stata lineare, ma con alcuni trucchi e conoscendo come ragionavano gli installer del periodo sono riuscito a scompattare il contenuto dei floppy e ad avviare il reader.
Visto con gli occhi del 2012 potrebbe sembrare una cosa banale, ma per il periodo in cui è uscito (primi anni 90), questo vero e proprio eBook ante litteram era una vera novità, non esattamente a buon mercato (35.000 lire nel 1993).
In quel periodo gli ipertesti e, in genere, quelli che si chiamavano retrieval system iniziavano a farsi notare e a diventare importanti grazie alla crescente diffusione dei CD-ROM, supporti che erano in grado di contenere grandissime quantità di dati, per gli standard del periodo (Google sarebbe stata fondata un lustro più tardi).
Come è naturale che sia, nell’eBook non viene presa in considerazione l’idea di effettuare collegamenti ipertestuali tra i dati presenti in vari computer: il lavoro di Tim Berners-Lee era ancora relegato al mondo accademico e della ricerca.
Bisogna, invece, riconoscere a de Francesco di essere stato molto avanti con le sue idee in merito alla diffusione e alla copia illecita degli eBook, in quanto nelle conclusioni del libro c’è un link se stai leggendo una copia pirata che porta a questo testo (grassetto anche nell’originale):
A differenza dei testi cartacei che possono essere fotocopiati e che quindi penalizzano il copiatore con la scarsa qualità della carta, un infobase su dischetto può essere copiato senza che la copia sia per questo diversa dall’originale. Grande forza e debolezza degli infobase rispetto ai testi.
Sarebbe stato sciocco ed insensato cercare di proteggere questo lavoro con mezzi che ne frenassero la copia illegale. Pertanto, se non hai la possibilità di comprarti una copia originale fatti pure una copia pirata: domandati però solo se ti sentiresti ancora così furbo nel caso in cui l’avessi fatto io con il tuo lavoro.
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