Quando si fa passare lo scaffale di una libreria londinese e ci si trova davanti ad un romanzo che riporta una frase simile di Charles Stross in copertina è difficile lasciarlo lì.
The Quantum Thief è il primo romanzo scritto dal finlandese Hannu Rajaniemi e non sembra affatto un’opera prima.
Il racconto è molto denso di informazioni e la narrazione deve essere seguita con un po’ di attenzione per evitare di perdersi qualcosa per strada. Il lato positivo è che il lettore non viene trattato come un cerebroleso e i concetti non vengono ripetuti ad nauseam “perchè sennò non capisce”.
La narrazione è ambientata nel nostro sistema solare, popolato da post-umani che hanno raggiunto un notevole livello tecnologico.
La storia si basa su un ladro leggendario, Jean le Flambeur, che viene liberato dalla Prigione del Dilemma (il riferimento è al dilemma del prigioniero) da una persona che agisce per conto di un’entità, la quale vuole che Jean torni a fare il ladro per impossessarsi di qualcosa che le serve. Per completare la missione, Jean, deve prima recuperare la memoria del suo passato, custodita nella comunità marziana dell’Oubliette. Questo è, ovviamente, solamente l’inizio di una storia in cui i colpi di scena non si risparmiano.
Crittografia a chiave pubblica, stati quantici, modifiche alle persone, realtà virtuali, materia autoassemblante e alta tecnologia sono lo sfondo di questo romanzo, dove la parte in primo piano sono le interazioni tra le persone.
Se fosse uscito qualche anno fa, probabilmente il racconto sarebbe forse stato classificato come cyberpunk, per quel che vale questo tipo di tassonomia utile più ai librai che ai lettori.
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