“C’è uno sviluppatore ASP.NET (per limiti di piattaforma, prossimamente anche PHP), o un gruppo di sviluppatori, che vorrebbe collaborare con noi per sviluppare alcune idee che vorremmo portare avanti? Progetti semplici, poche pagine, ma efficaci. Anche da remoto. Ovviamente in modo gratuito. 🙂 Un modo in più per partecipare.”
Questa richiesta è stata fatta dall’attuale sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, su Facebook.
A dire il vero, nonostante apprezzi moltissimo la necessità di risparmiare, soprattutto se si tratta di spese comunali, trovo questa richiesta estremamente rischiosa. Il tutto nasce dalla frase “ovviamente in modo gratuito” che, nonostante abbia uno smile che la segue, è chiaramente seria. Sono fermamente convinto che lavorare gratis non sia per nulla la soluzione migliore per risparmiare… anzi. Si rischia di ottenere un risultato controproducente, soprattutto alla lunga.
Mi pongo quindi una domanda: quale sarebbe il criterio di scelta del “volontario” che è disposto a lavorare gratis? Posso immaginare che, conoscendo anche come il Movimento 5 Stelle tende a selezionare le persone, venga fatta una buona analisi partendo dalle qualità tecniche dei vari candidati, che magari presentano un curriculum per evidenziarne le capacità. Se questo è il criterio di scelta (e sarebbe più che corretto), ci deve essere qualcuno di cui Pizzarotti ha piena fiducia e, per selezionare una persona valida in questo campo, probabilmente si deve appoggiare a qualcuno con ottime conoscenze in quello stesso campo. (Questo, però, mi fa anche pensare che i progetti non siano poi così semplici, altrimenti questa persona potrebbe certamente portarli avanti lui… tanto sono semplici, nda).
Questo tipo di selezione dovrebbe eliminare, si spera, i bimbominkia, visto che difficilmente possono presentare un curriculum… con il rischio, però, di non includere chi bimbominkia non è ma al contrario potrebbe avere le capacità richieste per il progetto… ma senza un curriculum.
Ovviamente parlo di selezione seria. Non parlo di “scelgo lui perchè me lo ha consigliato mio cuggino”.
La persona o il gruppo selezionato deve, quindi, realizzare questo progetto. Gratuitamente. Ma poi?
Già, perchè il problema non è l’immediata soluzione al problema, ossia la realizzazione del progetto. E’ quello che viene dopo.
Se il il progetto è una cosa una tantum, breve e senza sviluppi futuri, allora può anche essere possibile trovare qualcuno che, per pubblicità e marketing, possa realizzare un progetto informatico gratuitamente per un Comune. Ma se il progetto è qualcosa che guarda al futuro, mi dispiace, ma il gratis è un boomerang.
Nella migliore delle ipotesi (e sottolineo ‘migliore delle ipotesi’) viene selezionato uno (o più sviluppatori) che sanno lavorare bene, seguono degli standard di programmazione abbastanza conosciuti, commentano e documentano il codice in modo chiaro e completo, realizzando un prodotto qualitativamente buono, che non solo risponde ai requisiti funzionali (tradotto: fa quello che gli viene chiesto e non ha bug), ma che può essere preso in mano da chiunque (per migliorarlo, aggiungergli ulteriori funzionalità, ecc.) senza alcun problema. Si, lo so, sto delirando.
Il rischio è proprio questo, ossia che la “migliore delle ipotesi” rimanga un delirio e che ci si trovi davanti all’”ipotesi normale” o alla “peggiore delle ipotesi”.
Solitamente in un lavoro fatto gratuitamente il rischio che la cosa venga fatta senza la necessaria attenzione alla qualità è molto alto. E’ normale. La necessità di non buttare via troppo tempo (non retribuito) ma di far funzionare il tutto porta a dei risultati che possono essere scarsi soprattutto a livello di qualità del codice prodotto e della documentazione ad esso connessa (commenti? what’s ‘commenti’?). Il progetto termina, funziona (magari con pochissimi “inutili” test, che rubano tempo) e può anche darsi che non crei problemi ma… che succede al primo bug? Magari colui (o coloro) che lo ha sviluppato ha poco tempo per seguirlo. E poichè sta (ancora) lavorando gratuitamente è possibile che fixi il problema come viene… velocemente, pur di far rifunzionare il tutto…. continuando sempre con la logica dei pochi test (soprattutto i regression test). E questo può anche portare a generare bug in altri punti… rischiando una catena di problemi che renderebbe l’intero progetto un colabrodo. E se chi lo ha realizzato non può più seguirlo? Bisogna trovare qualcun’altro in grado di capire quello che è stato fatto. Sempre gratuitamente… ma rientriamo, poi, nello stesso loop.
E questa è l’”ipotesi normale”, ossia quello che è molto probabile che accada, statisticamente parlando. Già perchè uno che è disposto a cedere parte del proprio tempo in forma gratuita può non essere in grado di farlo per periodi lunghi e la manutenzione è la prima cosa a rischio.
La “peggiore delle ipotesi” la scarto io perchè credo che non sia molto probabile. Varia da qualche approfittatore che riesce ad entrare in Comune e far si che il proprio lavoro sia solo un inizio, scrivendo codice talmente criptico tanto da portare a richiedere un intervento ch, però, non è più gratuito. O magari anche solo uno di quei simpatici giocherelloni (per non chiamarli in altro modo) che potrebbero, dall’interno, sfruttare in modo poco “etico” (per non dire illegale) eventuali buchi di sicurezza pre-esistenti o creadti ad-hoc. Insomma, tutti scenari poco credibili ma possibili.
Lavorare gratis per un Comune non lo vedo come un risparmio, ma una possibile (e per me altamente possibile) fonte di casini. Chiedere aiuto al mondo della rete è intelligente… ma con un compenso, onesto, giusto. Un compenso che sia completato da un contratto che vincoli l’autore (o gli autori) del progetto a realizzare qualcosa e di garantirne la manutenzione diretta oppure realizzarlo in modo tale che la manutenzione possa facilmente essere presa in mano da qualcun’altro. E non ci vedo nulla di male per un Comune costruire un rapporto serio a costi bassi. Vedo invece tanti problem in qualcosa di gratuito… anche perchè darebbe adito a malelingue.
A difesa dell’iniziativa di Pizzarotti posso però dire che anche il peggior bimbominkia non potrebbe fare più danni di quelli fatti da chi, in Trenord, ha deciso di utilizzare un nuovo software senza averlo testato seriamente.
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