RFI, la società che gestisce l’infrastruttura ferroviaria, ha da anni automatizzato gli annunci alle stazioni.
Il vantaggio è innegabile: gli annunci sono oramai chiari, privi di inflessioni locali e vengono fatti con le tempistiche corrette.
Il problema è che il sistema, così com’è stato pensato non gestisce correttamente le eccezioni con risultati schizofrenici da scena di film comico.
Un esempio è la farsa che è andata in scena a Pavia questa mattina dalle 08:30 in poi, protagonisti la linea suburbana S13 di Trenord, una navetta Pavia-Milano Bovisa che parte ogni 30 minuti (:09 e :39), e, loro malgrado, i passeggeri che avrebbero voluto fruire del servizio.
Il treno delle 8:39 non è partito e nemmeno quello delle 9:09. Alle 9:39 c’erano fisicamente 3 treni che sarebbero potuti partire per Milano (tralascio il disagio dei passeggeri e l’assoluta assenza di informazioni) in quanto i convogli erano correttamente arrivati da Milano.
Alle 09:40 il sistema automatico ha iniziato ad annunciare le partenze di tutti e tre i convogli (due su un binario e uno su un altro). Sembrava una scena da L’aereo più pazzo del mondo.
Ovviamente ne sarebbe partito solamente uno e solo un annuncio umano (all’inizio errato anche lui) conseguente alla disabilitazione degli annunci automatici è riuscito a chiarire la situazione e a fermare la transumanza di passeggeri imbufaliti da un binario all’altro.
In molti casi quando un sistema automatico (ovvero, alla fine, un software) non riesce a gestire gli errori e le eccezioni è meglio che si chiami fuori e passi la palla a chi, si presume, ha una migliore capacità di gestione.
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