Abbiamo il diritto di aver qualcosa da nascondere


F-Secure ha pubblicato un articolo in cui viene spiegato perché è legittimo che le persone oneste abbiano qualcosa da nascondere.

Ho aiutato Paolo Attivissimo a tradurre l’articolo in italiano; qualsiasi sia la lingua, vi consiglio una lettura di quel breve testo.

Il diritto alla privacy non è negoziabile. La storiella che rinunciando alla propria privacy si aiuta a costruire una società più sicura è una clamorosa bugia dimostrabile con i fatti. Chi rinuncia alla propria privacy alimenta uno stato di sorveglianza in cui i diritti vengono erosi uno alla volta. Oggi è la privacy, domani cosa sarà?

How much is too much?

La giusta conclusione dell’articolo è che le persone che rinunciano alla propria privacy forzano i loro amici e contatti a rinunciare alla loro perché i dati che rivelano riguardano anche terzi.

Come non ci fideremmo a consegnare dati o valori materiali ad organizzazioni che non dimostrano di avere una giusta cura nella loro conservazione, così dovremmo iniziare a ridurre le informazioni condivise con chi non pone la giusta attenzione nella gestione dei dati.

Sembra un’affermazione forte, ma se ci si pensa è quello che molti fanno inconsciamente da sempre. Non si rivela un’informazione a chi sappiamo che la direbbe a tutti e rifiutiamo un contatto sui social a persone che hanno contatti che non ci piacciono. È un nostro diritto di auto-tutela e non dobbiamo sentirci colpevoli per questi comportamenti.

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Una risposta a “Abbiamo il diritto di aver qualcosa da nascondere”

  1. Rinunciare alla privacy porta effettivamente ad una societa` piu` sicura.

    Ad esempio, Nicolae Ceausescu istitui` la Securitate, probabilmente la polizia segreta piu` invasiva della storia europea, e cosi` facendo rese tenne la societa` rumena al sicuro da ogni tentativo di ammodernamento, democratizzazione o miglioramento delle condizioni di vita.

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