La cascata dei catorci


Computer-TrashOggi voglio parlarvi di una pratica aberrante, che io definisco “la cascata dei catorci”.

Quando un computer di qualche impiegato si rompe o e` troppo lento per le sue necessita`, anziche` comperare un computer nuovo all’impiegato in oggetto  l’azienda comprera` un computer nuovo per il titolare, quindi dara` l’ ex-pc del titolare alla persona subito sotto di lui, l’ ex-pc di questa persona alla persona subito sotto di lui, e cosi` via, fino ad arrivare a sostituire il pc troppo lento in oggetto.

In pratica il PC nuovo viene inserito al vertice dell’organigramma, e tutti i vecchi PC piu` in basso cadono, a cascata, verso il gradino piu` basso dell’organigramma stesso.

Ovviamente in tutto questo nessuno pensa che “migrare” un PC da un utente all’altro e da un uso (dirigenziale) all’altro (cad) e` un lavoro lungo che impegna come minimo due persone (il tecnico che lo fa, e il proprietario del PC che durante la migrazione non ha il PC a disposizione).  Nessuno pensa che durante questa migrazione possono trovarsi problemi, intoppi, incompatibilita` del software, o ci possono essere perdite di dati accidentali.  E nessuno pensa che se si applica la “cascata dei catorci”, ad ogni PC nuovo installato corrispondono non una, ma da un minimo di  due a un massimo di quattro migrazioni.

Questa pratica e` diffusa in moltissime piccole aziende, soprattutto in quelle che si trovano in ristrettezze economiche, ed e` giustificata da ben due assunti totalmente errati:

  1. La potenza (o il costo) di un PC deve essere proporzionata alla posizione dell’utente nell’organigramma, quindi non e` accettabile che un subalterno abbia un PC piu` costoso o potente del suo capo.
  2. Comperare un PC nuovo per un subalterno e` una spesa che non possiamo permetterci, mentre comperare un PC nuovo per il capo e` una spesa giustificata

 

Ed e` cosi` che l’azienda si trova a spendere 1800 euro per il nuovo subnotebook-tablet convertibile touch screen per il grande capo anziche` 400 euro per un desktop Core i3 per il subaleterno, piu` ovviamente 500 euro per il tecnico  che deve fare piu` migrazioni a cascata anziche` una sola, piu` il tempo di fermo di ogni persona inclusa nella cascata dei catorci.

Del resto l’azienda e` in ristrettezze economiche, non puo` permettersi di  comperare un PC nuovo per un subalterno. Molto meglio spendere il triplo dei soldi per spostare una serie di PC vecchi da un utente all’altro, in attesa che il prossimo PC vecchio della catena si rompa.

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18 risposte a “La cascata dei catorci”

  1. Oh come è vero. E non solo in questi tempi di ristrettezze economiche.
    Chi è in alto deve sempre fare il figo, gli altri si arrangino.

    • Max, il problema non e` solo quello. E` che se avessero comperato due o tre PC nuovi avrebbero speso forse qualcosa di piu`, ma avrebbero avuto tre o quattro PC buoni per i prossimi 3 o 4 anni, invece cosi` la cascata dovra` ripetersi fra sei mesi, e poi fra altri sei mesi…

  2. Mi e’ capitato un sacco di volte e negli ultimi anni tento (non sempre riesco) di evitare questo effetto onda suggerendo di comprare PC uguali per tutti, magari in noleggio tecnologico.

    Pero’ l’onda dei PC e’ veramente IL MALE.

    Poi viene fuori che il capo si compera il PC per se’, ma quello e’ sempre avvenuto e in alcune situazioni ha anche una giustificazione di “immagine”.

  3. E d’altronde cosa ce ne dobbiamo fare del PC “vecchio” del capo?
    Di solito anche se scartato è ancora migliore di molti altri……. 😀
    Un vero spreco rottamarlo.

  4. Se poi aggiungiamo il fatto che l’ultimo Anello della catena spesso viene destinato a un qualche angolo buio del qualsivoglia magazzino/ripostiglio aziendale perché “non si sa mai” il quadro risulta decisamente Familiare.

  5. Secondo me è più sensato dare una macchina potente al tecnico, che solitamente lo userà per compiti ad alte prestazioni (cad, calcolo parallelo, analisi dati, …) che al dirigente che userà il pc per fare principalmente diapositive in powerpoint. La cascata, se proprio la si vuol fare, sarebbe più intelligente invertirla.

  6. Il manager deve leggere solo le mail e al massimo l’agenda digitale.
    Il povero tapino deve progettare ed ha bisogno di un hardware adeguato. Troppo semplice?
    Ho lavorato in una ditta dove i pc non si spegnevano mai, la notte elaboravano i percorsi utensili per le fresatrici in modo che fossero pronti la mattina. Peccato che non erano delle workstation adeguatamente carrozzate e dunque, ogni tanto, si bruciava l’alimentatore, oppure la matherboard faceva le bizze… però il padrone era contento perché costavano poco… con imprenditori così l’Italia dove vuole andare?

  7. Contribuisco a questo mesto scenario aggiungendo che nella P.A. l’assegnazione di nuovi pc avviene esclusivamente così; e considerato che la scala gerarchica è spesso lunga, estremamente lunga, chi sverna alla base della piramide solitamente si arrangia con un pc pentium e Win 98 SE.

  8. La “cascata dei catorci” e’ figlia naturale del “cambiamo un PC alla volta”.

    Se cambi un PC alla volta, c’e’ un’alta probabilita’ che il PC scartato sia piu’ potente del piu’ sfigato dei PC nell’organizzazione. Ergo il primo che arriva si prende il PC e scarta il suo. Il loop termina quando il PC scartato e’ piu’ sfigato di tutti quelli attivi.

    Del resto se tu usassi il PC piu’ sfigato ti piangerebbe il cuore a vedere che un PC piu’ potente del tuo viene buttato via.

    L’unica soluzione e’ pianificare il cambiamento e cambiare i PC in blocco (io in blocchi). Anche se non si cambiano tutti, chi ha il PC sfigato sa che da li’ ad un paio di mesi (esempio) avra’ un PC nuovo e si minimizzano le cascate.

    • Verissimo. Certo che se poi i PC avessero Linux al posto di Windows, sarebbe molto semplice migrare una installazione (copia del disco) da un PC vecchio a uno nuovo, essendo che non ci sono problemi di licenza e nemmeno problemi di compatibilita` HW e di driver eccetera. Ma siccome non viviamo nel migliore dei mondi possibili…

  9. penso che questo comportamento sia prerogativa delle aziende medio piccole con una dirigenza non conscia delle esigenze informatiche specifiche dei propri dipendenti (per mancanza di addestramento).

    Da noi, la selezione della dotazione avviene sulla base della effettiva necessità del dipendente.

    – il progetto ha delle macchine fisse assolutamente allo stato dell’arte, aggiornate ogni 2 anni ed adeguate alla funzione specifica (in genere il progetto meccanico che usa i cad 3d ha le esigenze maggiori, seguito da sviluppo elettronico) con monitor di grandi dimensioni.

    – i dirigenti, hanno dei ultraportable, per facilitare gli spostamenti (sostituiti ogni 2 anni)

    – dipendenti che hanno una mobilità medio alta (anche all’interno dello stesso stabilimento) sono dotati di portatili standard, non particolarmente ingombranti ma neppure al livello degli ultraportable. Sostituito ogni 2 anni.

    – i restanti dipendenti che non hanno caratteristiche specifiche, sono dotati di fissi convenzionali, aggiornati ogni 4 anni.

    Chi è dotato di portatile, ha in dotazione, nella sede di principale appartenenza, docking station, tastiera estesa, mouse e monitor per replicare la comodità di una postazione fissa.
    Ovviamente i portatili sono collegabili in qualsiasi sede aziendale, con totale disponibilità delle risorse personali anche geograficamente disperse su più siti.

    Mi sembra che dopo tanto penare, la configurazione attuale sia all’altezza delle esigenze di tutti i dipendenti.

      • Le organizzazioni non piccole hanno dei contratti con MSFT e usano le licenze “SA” (software assurance) che costano un po’ di piu’ ma valgono anche se aggiorni la release del software.

      • Sinceramente non saprei. Ipotizzo che siamo state acquistate le licenze per un certo numero di macchine. I PC vengono acquistati (noleggiati) a lotti in base alle scadenze del parco macchine precedente. Gli hd sono completamente cancellati e viene installato una suite contenente il software di base necessario ed approvato per quella specifica configurazione. Le modifiche alla configurazione di base sono poi richieste dal singolo utente sulla base delle esigenze. Molte applicazioni sono Web based o virtualizzare (es. Cytrix) quindi non hai licenze specifiche ne installato da gestire.

  10. Ho lavorato e continuo a lavorare come consulente informatico per grosse aziende e la situazione non è molto diversa da quanto descritto nell’articolo. Si fanno scelte illogiche, spesso anche a danno dell’azienda, forse per favorire un parente o un amico o per spartirsi “la torta”. Un esempio? Qualche anno fa i dipendenti lamentavano rallentamenti sulle loro postazioni. Dato che tutte le operazioni dei sistemisti interni non avevano dato alcun esito (penso che si limitassero a cancellare i file temporanei), mi incaricarono di effettuare un analisi della situazione. Riscontrai subito che il problema era causato dalla scansione dell’intero sistema da parte dell’antivirus programmata alle ore 10:00 di ogni mattina che teneva impegnato il pc per almento 2-3ore. Interessai il gruppo di competenza per far modificare tale comportamento. Dopo qualche mese l’azienda acquistò un nuovo antivirus rimanendo la scansione del sistema alle ore 10:00 di ogni giorno e riscontrando lo stesso problema. Alla fine (dopo ancora qualche mese e dopo molto disagi per i dipendenti e i clienti) hanno modificato i parametri dell’operazione pianificata come da me suggerito. Ora considerate la spesa inutile dell’acquisto di un nuovo antivirus (fra l’altro più scarso di quello precedente) moltiplicatelo per oltre 70mila macchine e capirete l’enorme spreco di risorse. Solo dopo venni a sapere che il rappresentante del nuovo antivirus era parente/amico di un grosso dirigente. Chi ha programmato la distribuzione del nuovo AV ha avuto anche un premio e a tutti gli altri dipendenti è stato chiesto di fare sacrifici per ridurre le spese (niente straordinari, premi di produzione sospesi, ticket restaurant sospesi). questa è l’Italia

    • Fantastico. Peraltro nelle grandi aziende le scelte errate sono dettate dal clientelarismo e dal nepotismo e dalla corruzione. Nelle piccole dall’idiozia pura e semplice.

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