Gli aggiornamenti del sistema operativo sono fonte di lunghi dibattimenti, troppo spesso basati su limitate esperienze personali e non su dati raccolti in maniera scientifica.
Quante volte abbiamo sentito qualcuno dire «Ricordo che una volta nel 2003 ho fatto un aggiornamento e il giorno dopo mi si è rotto l’alimentatore del server».
Non ridete, ho sentito molto spesso opinioni di amministratori di sistema (non solo Windows…) basati su esperienze personali episodiche e non su una popolazione statisticamente significativa.
Vi do un’ulteriore buona ragione per installare gli aggiornamenti.
Immaginiamo che il vostro sia un server virtuale e immaginiamo che sia protetto da un software di backup come Veeam Backup & Replication.
Orbene, avete questa macchina in cui state ritardando gli aggiornamenti, il backup viene fatto ogni giorno e va a buon fine.
Un bel giorno il titolare degli applicativi vi chiede un Instant Recovery della VM. Voi gli dite «Tranquillo, cinque minuti e hai la VM!»
Ma dopo un’ora è ancora lì ad installare aggiornamenti.
Questo perché la VM crede di essere stata riavviata quando viene ripristinata in DR/Instant Recovery, quindi installa gli aggiornamenti in canna.
Se state facendo un Instant Recovery, VMware sta scrivendo (inutilmente) tutti i log transazionali del VMDK del disco di boot della VM mentre questa sta aggiornandosi, buttando via un sacco di tempo.
Quindi, da bravi: o disabilitate gli aggiornamenti automatici, o li applicate. Tertium non datur.
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