Finalmente, due giorni fa ho potuto toccare con mano il BlackBerry Playbook ovvero il tablet di casa RIM annunciato mesi fa e in uscita – buon ultimo tra i prodotti simili delle grandi case – in Nord America alla metà di Aprile.
Purtroppo è stata una vera toccata e fuga: da quello che mi ha detto il tecnico di RIM che mostrava il prodotto, si tratta dell’unico esemplare esistente in Italia, quindi ognuno dei partecipanti alla conferenza ha potuto tenerlo solo un minuto.
La prima impressione è di uno strumento maneggevole: si può tranquillamente tenere con una mano afferrandolo per un lato o tenendolo nel palmo.E’ poco più piccolo di un blocco note A5, ha gli angoli arrotondati, ma per il resto è un bel “mattoncino” che da una ottima sensazione di solidità e non da l’impressione di poter sfuggire dalle mani. Pesa 425g, ma stranamente avendolo tra le mani sembra molto più pesante, evidentemente è solo una impressione data dalla combinazione con le dimensioni che visivamente sono, dopo tutto, molto ridotte.
Lo schermo è eccezionale: per quanto non abbia una risoluzione particolarmente notabile sulla carta, vedere un filmato sul display è veramente impressionate.
I colori sono brillanti, l’immagine ben contrastata, l’angolo di visione è estremo: anche guardandolo di traverso, è ancora possibile distinguere chiaramente le forme e i colori.
Le prestazioni della sezione grafica sono di altissimo livello: il tecnico ci ha mostrato dal vero un filmato e un videogioco che giravano contemporaneamente nella stessa schermata senza rallentamenti evidenti. Non sono del tutto sicuro che una tale potenza grafica sia necessaria per il target a cui si rivolge lo strumento, ma si tratta in ogni caso di una prestazione di grande livello.
Come molti avranno già letto, il PlayBook si connette ai palmari BlackBerry via Bluetooth con la funzionalità di pairing e ne replica l’utilizzo, trasferendo sia l’output che l’input sul monitor a 7″ con l’aiuto della tastiera virtuale.
Interessante notizia, che mi pare non tutti abbiano colto, è che sul PlayBook non esiste copia cache delle informazioni scambiate: una volta disconnesso il pairing, il tablet non conserva niente, per esempio, di quello che è stato scritto o letto sull’email.
Si tratta di una interessante accortezza che senza dubbio va incontro alle necessità di sicurezza delle aziende.
Sfortunatamente non è stato possibile fare nessun test approfondito sull’apparecchio, che tra l’altro non disponeva neanche della versione finale del sistema operativo e risultava quindi “zoppo” in molte funzionalità. In ogni caso, la prima impressione è stata piuttosto positiva, per quanto mi riguarda.
Contemporaneamente con l’uscita negli USA, la filiale italiana di RIM dovrebbe ricevere qualche pezzo dimostrativo. Quindi, se la vostra azienda è cliente di una delle telco partner di RIM, dovrebbe poter richiedere una dimostrazione dal vero nel giro di un paio di settimane.
Allora sapremo veramente se l’attesa che RIM ci ha imposto sarà ripagata con un prodotto effettivamente superiore.
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