Categoria: Software

  • VM con Linux in JavaScript

    Fabrice Bellard ha creato un emulatore di una CPU x86 su cui gira un Linux, il tutto in JavaScript.

    Lo script richiede un browser relativamente nuovo che supporti i typed array di JavaScript.

    Per ora non c’è alcun supporto di rete o di interfaccia grafica.

    L’emulatore può essere provato qui, la prima volta che visitate la pagina, aspettate un attimo per il download degli script.

     

     

  • Adobe Flash Player 10.3

    Finalmente un pannello di controllo decente

    Adobe ha rilasciato la versione 10.3 di Flash Player per tutte le piattaforme.

    La documentazione della release descrive in dettaglio tutte le novità contenute in questa versione.

    Tra le migliorie degne di nota c’è finalmente la possibilità di accedere facilmente alle impostazioni del programma. Fino alle versioni precedenti, l’accesso non era intuitivo e l’interfaccia lasciava a desiderare. Dalla 10.3, nel pannello di controllo del sistema operativo è possibile richiamare la funzionalità di configurazione del player. In questo modo gli utenti possono vedere chiaramente quali dati vengono registrati da Flash.

    Da questa versione viene supportata l’API ClearSiteData, che permette al browser di cancellare, se richiesto dall’utente, anche i dati memorizzati da Flash. Una funzionalità analoga è supportata anche per Internet Explorer.

    Da segnalare l’implementazione anche per la piattaforma OSX della funzionalità di auto aggiornamento già presente in Windows. Per default, viene effettuato un controllo ogni settimana.

    Una volta aggiornato Flash, verificate le impostazioni nel pannello di controllo e cancellate i dati registrati da siti che non conoscete.

  • Microsoft starebbe per comperare Skype

    Skype starebbe per passare ancora una volta di mano.

    La società è stata fondata nel 2003 dagli estoni Ahti Heinla, Priit Kasesalu e Jaan Tallinn, che avevano fatto parte del team di sviluppo di Kazaa. Utilizzato all’inizio solamente dagli smanettoni, il programma è diventato sempre più famoso, specialmente quando molte aziende riuscivano a chiamare all’estero con costi ridotti. Nel 2005 eBay compera Skype per 2,6 miliardi di dollari in cash, per rivendere due anni dopo il 70% delle azioni ad una cordata di investitori privati; la transazione portava il valore della società a 2,75 miliardi.

    La scorsa estate CISCO aveva messo gli occhi su Skype, valutata in quel periodo attorno a 5 miliardi di dollari.

    Microsoft starebbe per farsi avanti con un’offerta tra i 7 e gli 8 miliardi.

    Nel 2010 Skype ha registrato incassi per 860 milioni di dollari, con un passivo di 7 miliardi. (via WSJ)

    Aggiornamento 10/5/2011 17:00 – Microsoft ha completato la transazione per 8,5 miliardi.

     

  • Abilitare i programmi ad utilizzare l’indicator di Unity

    La shell Unity, di default in Ubuntu 11.04 Natty Narwhal, ha cambiato un po’ di cose rispetto alla shell standard di GNOME.

    Tra i cambiamenti c’è una nuova area di notifica, l’indicator, ma non tutte le applicazioni sono autorizzate ad utilizzare l’indicator.

    Per conoscere le applicazioni autorizzate utilizzare questo comando:

    gsettings get com.canonical.Unity.Panel systray-whitelist

    il cui output di default è

    ['JavaEmbeddedFrame', 'Mumble', 'Wine', 'Skype', 'hp-systray']

    Per abilitare una singola applicazione, per esempio Dropbox, dare il comando

    gsettings set com.canonical.Unity.Panel systray-whitelist "['JavaEmbeddedFrame', 'Mumble', 'Wine', 'Skype', 'hp-systray', 'Dropbox']"

    Per abilitare tutte le applicazioni:

    gsettings set com.canonical.Unity.Panel systray-whitelist "['all']"

    Le impostazioni hanno effetto al riavvio di Unity, quindi è necessario fare logout (non serve il reboot) e rifare il login.

  • Ubuntu 11.04 Natty Narwhal

    Dopo aver fatto un bel backup, questa mattina ho aggiornato il desktop con Ubuntu alla 11.04.

    Un paio d’ore di download, una ventina di minuti di installazione e il gioco era fatto.

    Unity non è male, è solamente un’interfaccia con dei paradigmi diversi: ne abbiamo viste a decine e una in più non è certo un dramma. Quello che manca forse è la possibilità di personalizzare l’interfaccia in alcuni dettagli.

    Buona l’idea di includere i comandi dei player multimediali nell’applet sonora dell’indicator di Unity; Clementine si integra perfettamente in questa nuova interfaccia. Mancano un pochino tutte le applet da ficcare nell’indicator, ma confido che verranno portate prima o poi.

    L’ultima versione di vmware Workstation non ha problemi con Natty.

    L’implementazione di una ricerca veloce delle applicazioni come Windows 7 è davvero la benvenuta, visto che la struttura gerarchica del menu delle applicazioni inizia ad essere un po’ obsoleta.

    Arrivederci al prossimo 13 ottobre per la 11.10 Oneiric Ocelot.

  • Trasferire account email

     

    Riprendo un tema analogo a quello già trattato in precedenza nell’ottimo articolo di Luigi Rosa (copiare messaggi tra mail client incompatibili) estendendo l’argomento a migrazioni di grossi e numerosi account email per i quali il sistema di copia attraverso client IMAP non è possibile.

    Partiamo dal caso reale: mi trovo a dover migrare un certo numero di account dal vecchio server DOMINO ad uno di tipo differente.

    Ciascun account contiene una struttura di cartelle piuttosto complessa e un gran numero di messaggi (alcuni più di 30.000).

    Stimo un totale che supera abbondantemente il mezzo milione di messaggi da migrare (chissà perchè la gente non cancella mai niente 🙂 ).

    Fallito miseramente l’utilizzo del tool che gira sotto windows fornito dal provider del nuovo server e fallito al primo tentativo lo spostamento con client (TB impallato ripetutamente…..) mi trovo a dover cercare una soluzione differente ed affidabile.

    La prima scelta, confortata da un certo numero di messaggi sui forum che ne esaltavano le grandi qualità è imapsync.

    Il prodotto è scritto in PERL e fa già parte dei pacchetti diponibili per la maggior parte delle distribuzioni LINUX.

    Purtroppo le ultime versioni non sono free, ma acquistabili per una cifra irrisoria.

    Utilizzando il pacchetto disponibile su rpmforge scopro che:

    • è in grado di migrare in automatico ricostruendo pari pari tutta la struttura di cartelle IMAP
    • riesce a sincronizzare gli account. Cioè se lo fermo e lo rilancio, non mi trasferisce nuovamente le mail già copiate
    • supporta il protocollo SSL (indispensabile)
    • con un semplice bash script si può far lavorare su una lista di account (file .CSV) elaborandoli in sequenza consentendo di automatizzare migrazioni grosse.

    Provandolo sul mio account (circa 16.000 messaggi) scopro che la migrazione è veloce ed assolutamente indolore. Mi ricrea tutte le cartelle uguali sul nuovo server e trasferisce tutti i messaggi. Rispetto al copia/incolla  con TB è veramente una festa.

    Dopo avere creato il file .CSV con tutti gli utenti da migrare, l’ho lanciato più volte (la copia ha richiesto un intervento manuale per eliminare un messaggio che bloccava il procedimento). In pochissimi casi ha creato dei messaggi duplicati sui quali sono intervenuto con un altro ottimo prodotto che meriterebbe una trattazione a parte: imaptools (in particolare delIMAPdups).

    Insomma un piccolo software che vale la pena tenere sul nostro PC portatile e che può semplificare la vita in alcune situazioni.

    Ultima nota: esiste una versione windows sempre acquistabile per un importo veramente modesto.

     

     

     

     

     

     

  • CentOS 5.6

    È uscita la versione 5.6 di CentOS.

    La sola sincronizzazione dei mirror potrebbe aver mosso più di 11 Tb prima ancora che sia iniziato il download degli aggiornamenti.

    Si sono verificati alcuni problemi con il pacchetto eclipse-ecj, risultato danneggiato nella versione x86_64, che hanno provocato uno slittamento della data di rilascio.

    Tra le novità di questa release ci sono la possibilità di installare PHP 5.3 (pacchetto php53) e bind 9.7 (pacchetto bind97).

    Le note di rilascio complete sono disponibili qui ed è consigliabile leggerle prima di aggiornare, specialmente se si aggiorna da una versione precedente la 5.5.

    A causa di un baco, chi aggiorna una CentOS con un Apache e certificati SSL deve fare alcune operazioni per far funzionare Apache.

    L’aggiornamento alla nuova versione avviene con un semplice yum update.

    Se, eseguendo questo comando, non succede nulla, potrebbe essere che il vostro mirror di riferimento non sia ancora aggiornato; uno yum clean all potrebbe risolvere il problema. Se l’aggiornamento si blocca con un errore di dipendenza durante i primi giorni dopo l’uscita è probabile che il mirror utilizzato non sia ancora completamente aggiornato.

    Dopo l’aggiornamento il comando rpm -q centos-release ritorna centos-release-5-6.el5.centos.1

    Per chi volesse scaricare la versione completa din CD o DVD questi sono i link ai torrent con i relativi MD5 dei file torrent:

    Ora che la versione 5.6 è uscita, il team si dedicherà alla 6.0.

    Fra circa un anno verrà interrotto il supporto della CentOS 4.

     

     

  • Solo una occhiata

    Finalmente, due giorni fa ho potuto toccare con mano il BlackBerry Playbook ovvero il tablet di casa RIM annunciato mesi fa e in uscita – buon ultimo tra i prodotti simili delle grandi case – in Nord America alla metà di Aprile.
    Purtroppo è stata una vera toccata e fuga: da quello che mi ha detto il tecnico di RIM che mostrava il prodotto, si tratta dell’unico esemplare esistente in Italia, quindi ognuno dei partecipanti alla conferenza ha potuto tenerlo solo un minuto.

    La prima impressione è di uno strumento maneggevole: si può tranquillamente tenere con una mano afferrandolo per un lato o tenendolo nel palmo.E’ poco più piccolo di un blocco note A5, ha gli angoli arrotondati, ma per il resto è un bel “mattoncino” che da una ottima sensazione di solidità e non da l’impressione di poter sfuggire dalle mani. Pesa 425g, ma stranamente avendolo tra le mani sembra molto più pesante, evidentemente  è solo una impressione data dalla combinazione con le dimensioni che visivamente sono, dopo tutto, molto ridotte.

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  • Clementine 0.7

    È stata rilasciata la versione 0.7 di Clementine Music Player.

    Sono disponibili le versioni pronte per il setup per Debian, Fedora, OSX, Ubuntu e Windows. Naturalmente è anche disponibile la versione sorgente.

    Tra le nuove feature ci sono un nuovo editor di tag MP3, il supporto per i file CUE e molte altre.

  • Chi custodisce i custodi stessi?

    Un recente articolo sul blog di Tor mette in evidenza che, a mio avviso, uno dei principali problemi della sicurezza al giorno d’oggi sia: “quanto ti fidi del tuo browser?”

    Al di la’ delle paranoie che io non so come lavora il mio browser (qualunque esso sia) sotto di me, quali backdoor possa avere aperte, chi mi dice che una sessione SSL sia aperta da manuale… c’e’ tutto un mondo intorno che puo’ risultare compromesso…

    Buona lettura… si fa per dire…

  • Mozilla Firefox 4.0

    È disponibile da oggi la versione definitiva di Firefox 4.0.

    Sotto Windows l’installer per default aggiorna automaticamente la versione precedente.

    Le similitudini con Google Chrome sono molte. L’interfaccia è più minimalista per lasciare il massimo screen real estate possibile alla navigazione. Anche Firefox ha introdotto un servizio di sincronizzazione delle impostazioni tra le varie installazioni, con in più, rispetto a Chrome, la possibilità di utilizzare un server di sincronizzazione diverso da quello di Mozilla.

  • Le vulnerabilità degli SCADA

    L’episodio di STUXNET ha acceso i riflettori sul problema della protezione dei sistemi industriali di controllo e raccolta dati (SCADA).

    Fino a qualche anno fa gli SCADA erano un mondo a parte: il dialogo tra i sistemi di supervisione, i sensori e i PLC avveniva su bus proprietari o seriali e il computer di supervisione era isolato dal mondo perché serviva solamente a controllare una o più macchine. Addirittura il fatto che il supervisore fosse un PC era, di fatto, puramente incidentale.

    Con il progredire dell’informatizzazione è nata la necessità di far dialogare il sistema di produzione con il gestionale o un software di analisi. Il PC di supervisione è stato, quindi, connesso alla LAN aziendale.

    In seguito, il dialogo tra il PC di supervisione e i PLC anziché avvenire con un’interfaccia seriale (tipicamente RS-232RS-485RS-422) avviene via TCP/IP su ethernet in rame (UTP); quindi in molte realtà i PLC vengono connessi direttamente in LAN.

    La possibilità di raggiungere le LAN di produzione attraverso collegamenti remoti via Internet o la disponibilità di app per i dispositivi mobili che permettono di ricevere gli allarmi completa il quadro dell’evoluzione.

    Solamente le realtà più grosse tengono le LAN separate o mediate da un firewall, ma avviene comunque un dialogo tra la rete office e quella di produzione. Senza contare che il personale di manutenzione utilizza spesso chiavette USB o portatili poco protetti da antivirus, per avere una maggior efficienza dei software di amministrazione dei PLC. Pare sia stato questo il vettore che ha permesso di infettare l’impianto iraniano con STUXNET.

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