• ICANN sta per approvare i TLD dei brand

    Al momento esistono quattro categorie di domini di primo livello (TLD) approvati da ICANN:

    Secondo Reuters presto ICANN potrebbe aprire a tutti la possibilità di avere un proprio TLD.

    Se venisse approvata questa norma, chiunque potrebbe teoricamente richiedere un proprio TLD, rispettando, ovviamente, alcune norme.

    Innanzi tutto, il costo per avanzare una simile richiesta è fissato attualmente a 185.000 dollari; inoltre il richiedente dovrà dimostrare la titolarità del nome legato al TLD.

    I possibili acquirenti sono, ovviamente, i brand famosi, ma si potrebbero fare avanti anche zone metropolitane.

    Visto che, stante l’attuale struttura, più in alto del TLD non si può andare, sarà interessante vedere cosa succede in caso di omonimie: ad esempio, se lo spumante Ferrari riuscisse a soffiare a Maranello il TLD cosa potrebbe succedere?

    Aggiornamento 20/6/2011 6:30 – ICANN ha approvato la creazione di nuovi gTLD sponsorizzati con 13 voti a favore, 1 contrario e 2 astenuti. Le richieste potranno essere presentate dal 12 gennaio 2012 al 12 aprile 2012.

  • VMware e la libertà di scelta

    Uno dei vantaggi del passaggio alla virtualizzazione che interessano poco l’utente finale ma è molto importante per i SysAdmin è la libertà che offre questo tipo di tecnologia.

    Qui mi riferisco a VMware perché conosco questo prodotto, con ogni probabilità le medesime cose valgono per altre piattaforme di virtualizzazione.

    Questo articolo si riferisce alla realtà delle piccole e medie imprese (PMI), caratterizzata da una notevole fluidità, che spesso rende difficile, se non impossibile, l’adozione di paradigmi di strategia organizzativa tipici delle grosse organizzazioni.

    La prima libertà è quella ovvia della virtualizzazione: le caratteristiche delle macchine virtuali (VM) possono essere variate in corso d’opera per assecondare il variare delle esigenze, spesso senza dover batter cassa. In questo modo l’IT può far fronte ad esigenze temporanee o al mutare delle condizioni e delle richieste degli utenti.

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  • Modellino originale di Aquila 1

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  • Tempismo perfetto

    Ebbene sì, è tornato il momento di parlare di nucleare civile. La recentissima decisione della Cassazione e della Corte Costituzionale e la relativa scheda grigia nel referendum di Giugno, mi danno le motivazioni e lo spunto giusto per riprendere il discorso.
    Pur consapevole del fatto che sarò probabilmente oggetto di critiche per quanto andrò a scrivere, non mi sento di lasciare che il qualunquismo e i discorsi da bar degli ultimi giorni abbiano la meglio sulla ragionevolezza e sulla realtà, cercherò quindi di proseguire un po’ sul discorso nucleare basandomi il più possibile su fatti accertati e non sulla emotività.
    Come al solito, non ho la presunzione di indicare la via o di imporre idee – come sfortunatamente fanno alcune associazioni ambientaliste e politiche – ma mi pongo solo lo scopo di presentare un punto di vista diverso al lettore su cui spero vorrà riflettere per suo conto.

    Partiamo quindi da questa decisione che è particolarmente deleteria – e lo è indipendentemente dalla parte politica in cui ci si identifica o dall’opinione che si ha sul nucleare.

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  • C’è modo e modo di aver ragione

    Un cliente ha i suoi nomi a dominio gestiti da Register.it, come altri miei clienti.

    Oggi questo cliente mi chiama lamentando un problema al mail server, esterno rispetto a Register.it e non gestito da loro.

    Dopo alcuni test, scopro che il nome a dominio (un .it) del cliente è scaduto oggi e che il cliente aveva sì l’autorinnovo del nome a dominio, ma era appoggiato su una carta di credito scaduta il mese scorso.

    A completare il quadro murphyano, la mailbox a cui venivano recapitati gli avvisi di Register.it non viene letta da qualche mese causa avvicendamento di personale.

    Questa mattina, scaduto l’abbonamento, Register.it ha riscritto la zona del nome a dominio facendo puntare l’MX sui propri server, che, però rispondevano con un errore come questo:

    Come si può vedere, l’errore è di tipo 5xx (permanent error, do not retry), in altre parole tutta la mail spedita da questa mattina rimbalzava al mittente.

    Una volta accortosi dell’errore, il cliente ha rimediato subito e ha rinnovato l’abbonamento. Dal canto suo, Register.it ha ripristinato la zona originale immediatamente dopo l’avvenuto pagamento.

    Resta, tuttavia, l’amarezza nel constatare che un minuto dopo la scadenza di un abbonamento, Register.it inizia a forzare il rimbalzo delle mail con errore 5xx. Almeno per i primi giorni non si potrebbe semplicemente oscurare il campo MX o fare, comunque, in modo che chi spedisca la mail riceva un errore 4xx (termporary error, retry later)?

    Terrò presente anche di questo quando un cliente mi chiederà dove appoggiare i suoi nomi a dominio, è il bello della concorrenza.

  • Sownage

    Sownage è una contrazione di “Sony ownage“, il neologismo creato per descrivere la serie di attacchi portati a termine contro i siti e i servizi di Sony.

    Questa pagina tiene traccia della situazione in via di sviluppo e viene aggiornata man mano che si verificano altri atti ostili nei confronti di Sony. (via Twitter)

     

  • Hotel micragnosi

    Esci dall’ufficio, arrivi in hotel e vorresti leggere con calma la mail o qualche articolo, ma scopri che la connessione è a pagamento. Eppure sei in un albergo decisamente caro.

    Quanto segue è una coda a quanto già esposto da Luca.

    Un annetto fa l’albergo di Ancona su un’altura di fronte alla Mole Vanvitelliana voleva 10 €/ora, stesso prezzo richiesto pochi giorni fa da un Marriott della Costa Azzurra in Francia, il cui prezzo di listino (se mai l’hanno applicato a qualche sprovveduto) è di 530 € a notte; un altro albergo di pari categoria della medesima zona ha prezzi analoghi per la connessione a Internet.

    Non sto parlando, quindi, di piccoli alberghi, spesso gli unici a fornire gratuitamente una connessione, accompagnata da un sorriso del padrone.

    I grandi alberghi, invece, riescono a rendersi ancora più odiosi lucrando su un qualcosa che si può avere con un epsilon del prezzo che tentano di praticare. In buona sostanza, si sta ripetendo la storia delle tariffe delle chiamate telefoniche, che, appena prima delle diffusioni dei telefoni GSM, avevano raggiunto cifre che superavano il furto per sconfinare nella rapina a mano armata.

    Da segnalare, per quanto riguarda la mia esprerienza, una piacevole eccezione: l’hotel Hoxton di Londra, che offre connessione gratuita sia nella hall sia nelle stanze.

    Domanda agli albergatori che fanno pagare Internet: siete veramente convinti di guadagnarci facendo così? Perché non aumentare di pochi euro la tariffa giornaliera, ma offrendo la connessione Internet (ovviamente con il blocco di p2p e similari) compresa nel prezzo?

  • Aggiornare è meglio

    I recenti fatti di cronaca relativi agli attacchi informatici dei siti di varie aziende sono noti a tutti e sono in continua evoluzione.

    Se si leggono le analisi di molti malware, uno tra tutti Stuxnet, si riconosce un vettore d’attacco comune a molti programmi di questa categoria: lo sfruttamento di vulnerabilità 0-day o corrette dall’ultimo aggiornamento.

    Avevo già trattato questo argomento qualche anno fa, ma mi sembra il caso di tornarci, anche perché sono cambiate un po’ di cose, tra cui la virtualizzazione.

    Anche lasciando la variabile virtualizzazione fuori dall’equazione, credo che nel 2011 aggiornare i sistemi operativi e gli applicativi sia l’unica strada sensata percorribile.

    Pensare che continui ad andare bene perché fino a quel momento è andata bene è irresponsabile e per nulla professionale.

    Aggiornamento del 16/6/2011 – Secondo un articolo di Naked Security l’aggiornamento di Windows distribuito all’inizio dell’anno che ha cambiato il comportamento dell’AutoRun ha drasticamente ridotto la diffusione di virus che si propagano attraverso le chiavette USB.

    Certo, deve esistere un solido disaster recovery plan che regga il sistema informativo, ma l’adozione di un sistema di virtualizzazione che, come VMware, disponga di un sistema di snapshot unito ad un buon software di backup (come Veeam e l’Instant VM Recovery) rendono la vita molto facile a chi vuole aggiornare in tutta tranquillità, senza correre il pericolo di lunghi downtime dovuti al recovery di un disaster.

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  • Sandcrawler in LEGO

    [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=V5SG5N0fyEg&w=480]

    Marshal Banana ha realizzato un sandcrawler dei Jawa in LEGO.

    La realizzazione ha dei numeri di tutto interesse:

    • 10.000 pezzi di LEGO;
    • circa un metro di lunghezza;
    • 20 kg di peso;
    • 9 motori elettrici;
    • 22 LED LEGO;
    • 4 ricevitori.

    Il modello, di cui sono disponibili anche alcune foto, ha l’interno diviso su tre piani con vari dettagli, tra cui il cockpit e il deposito dei droidi. (via io9)

  • XSS sulla MyFastPage

    Emilio Pinna ha scoperto una vulnerabilità XSS dell’autenticazione dell’utente della MyFastPage di FastWeb.

    Esiste anche una pagina in cui è possibile verificare se si rischia di cadere vittime di questo tipo di attacco.

    Un ipotetico attaccante potrebbe modificare la password di accesso o accedere ai dati dell’utente e alla posta elettronica.

    Questo documento [PDF] mostra in dettaglio come sia possibile sfruttare questa vulnerabilità.

    Emilio ha segnalato il problema a FastWeb un mese fa ed ha ricevuto una risposta, ma il problema permane. (via Full Disclosure)

  • Due nuovi elementi

    [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=24-pj9uG_8g&w=480]

    Lo IUPAC ha sancito oltre ogni ragionevole dubbio l’esistenza di due nuovi elementi.

    Gli elementi sono l’Ununquadium (Uuq, numero atomico 114) e l’Ununhexium (Uuh, numero atomico 116). I nomi sono provvisori e ci vorrà ancora un po’ di tempo prima che vengano scelti quelli definitivi.

    Il video del Professor Martyn Poliakoff illustra i dettagli della scoperta. (via Twitter)

  • Microsoft Standalone System Sweeper Beta

    Microsoft ha reso disponibile la versione beta di Standalone System Sweeper.

    Il tool, una volta scaricato, crea un CD o una chiavetta USB avviabili con cui dovrebbe essere possibile rimuovere il malware più insidioso dai computer infetti.

    Il CD contiene, purtroppo solamente una versione dell’antimalware di Microsoft, ma mancano due funzioni fondamentali che l’avrebbero reso uno strumento davvero utile.

    Innanzi tutto non esiste una funzione in grado di aggiornare le definizioni o via file o direttamente da Internet.

    In secondo luogo, sarebbero stati graditi una shell per accedere al file system del sistema infetto e un editor del registry del sistema infetto. Queste due funzioni avrebbero aiutato moltissimo il personale tecnico esperto.

    Un’altra occasione sprecata in cui le terze parti sono molto avanti rispetto a questo stadio.