• It’s bigger on the outside?

    Un'idea che considero geniale anche se forse poco pratica XD
    Un’idea che considero geniale anche se forse poco pratica XD

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  • Programmare è un’arte?

    Tom Armitage offre un punto di vista sull’attività di scrivere software.

    Chi non si è mai posto il problema di come nasca il software spesso crede che sia un’attività di tipo prettamente tecnico, quasi meccanico.

    Chi, sempre esterno al mondo della programmazione, ha visto all’opera alcuni programmatori spesso li definisce artisti, per come riescono ad utilizzare la creatività per risolvere i problemi (è capitato molte volte anche a me di sentirmi definire tale).

    Chi scrive software probabilmente non si riconosce in nessuna delle due categorie.

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  • Gerry Anderson 1929-2012

    Gerry_AndersonStingray, Thunderbirds, UFO, Spazio 1999, Captain Scarlet.

    Sono alcune delle creazioni di Gerry Anderson, che ci ha lasciati oggi.

    Queste serie resteranno per sempre nell’immaginario di chi, da bambino, è cresciuto con loro e su di loro ha formato parte del senso del meraviglioso che si porta dentro ancora adesso.

    I lettori di questo blog sanno che il 13 settembre di ogni anno mi piace ricordare con un articolo Spazio 1999. Credo che nessuno della mia generazione potrà dimenticare quello che ha fatto Gerry Anderson.

    Grazie davvero Gerry! (via BBC)

  • Partizioni ed esperimenti natalizi

    hard-drive-partitions

    In questo post vi racconto le mie ultime avventure ed esperimenti in ambito di storage per condividere qualche risultato che trovo interessante.

    Parto dall’inizio raccontandovi che il mio desktop è dotato di una scheda madre con chipset del southbridge ICH8R: avevo quindi originariamente optato per montare due dischi da 250GB configurati in RAID1 (comunemente chiamato anche mirroring).
    Inizialmente avevo creato due partizioni: la prima da 80GB per contenere sistema operativo e applicazioni mentre l’altra serviva come archivio di tutti i dati. La doppia partizione è una idea che non mi ha mai entusiasmato, ma è una scelta molto utile quando il sistema operativo ogni tanto gradisce una “formattata e reinstallata” per tornare a funzionare bene, come purtroppo è spesso il caso di Windows.
    Con l’aumento continuo della richiesta di spazio da parte degli applicativi e dei file di contenuti come le fotografie digitali – con tutti il loro contorno di panoramiche, HDR, meta-dati e via dicendo – già all’inizio del 2012 la situazione dello spazio libero stava diventando critica.
    Come soluzione (purtroppo solo temporanea), qualche mese fa avevo quindi scelto di recuperare due piccoli dischi da 160GB inutilizzati per creare un altro array in RAID1 e così suddividere ulteriormente i dati utente su un altro disco. Lascio immaginare la lettore la totale impraticità del setup, ma per qualche mese mi sono accontentato e arrangiato.
    Poche settimane fa, lo spazio libero sulla partizione del OS è sceso sotto il 10% dello spazio totale: a quel punto mi è suonato in testa il campanello di allarme generale.
    Dovevo trovare una soluzione più elegante, più funzionale e più a lungo termine: qui inizia la parte interessante del racconto.

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  • Il poliziotto grep

    A long time agoGib Van Ert ha scritto A long time ago – Growing up with and out of Star Wars e l’ha pubblicato come eBook su Amazon.

    Il libro descrive come il primo Star Wars, quello del 1977, abbia influenzato l’immaginario di un bambino che ora è diventato adulto. Potrebbe essere la storia di molti di noi.

    Il libro di Gib non è un romanzo, non racconta una storia inventata ambientata nell’universo di Star Wars, non utilizza i personaggi della saga per intrattenere i lettori.

    Il giorno di Natale Amazon ha fatto un brutto regalo a Gib perché gli ha comunicato che il suo libro è stato rimosso dal Kindle Store in quanto utilizza dei marchi registrati (Star Wars).

    È evidente a tutte le persone di buon senso che non c’è nessuna violazione. Inoltre Amazon ha agito in maniera autonoma, in quanto non c’è stata alcuna lamentela da parte del detentore dei diritti.

    Sicuramente nell’accordo di licenza per l’utilizzo del Kindle Store ci sarà scritto da qualche parte che Amazon può fare quello che ha fatto, ma questo tipo di comportamenti orwelliani devono far riflettere sull’opportunità di affidare la pubblicazione di libri a terzi che non rispondono alle nostre stesse leggi. (via Cory Doctorow)

    Aggiornamento del 27/12/2012L’eBook è ricomparso sul Kindle Store. Brittany Turner, un rappresentante delle pubbliche relazioni di Amazon, ha informato che il libro è tornato ad essere disponibile e non ha fornito altre spiegazioni.

  • La macchina più inutile ancora più inutile

    [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=Djc8FPHs45o&w=480]

    Brian Benchoff è riuscito a creare una versione ancora più inutile della macchina più inutile.

    Grazie alla meccanica di spostamento della testina di una Canon 850i, la nuova versione gestisce fino a 8 levette, per un nuovo livello di inutilità. (via Gizmodo)

  • Abbiamo finito con queste stronzate?

    È finita la storia della presunta fine del mondo legata alla presunta fine del calendario dei Maya?

    Ora che nessuno ci romperà più gli zebedei con questa idiozia possiamo ringraziare i protagonisti di questa scemenza virale.

    Grazie a tutti i “giornalisti” che hanno deliberatamente (e a scopo di lucro) dato credito all’idiozia della presunta fine del mondo.

    Grazie ai responsabili di testata, ai redattori, ai direttori del palinsesto che non hanno fatto nulla per togliere questa cazzata della programmazione o dalla pubblicazione.

    Tutta questa gente ha guadagnato su questa invenzione: chi ha venduto copie, chi ha venduto spazi pubblicitari, chi ha venduto libri.

    La prossima volta che leggerete di persone che si fanno truffare da un presunto mago, che muoiono perché si curano il cancro con il bicarbonato o la polmonite con dello zucchero dovrete dire grazie anche a chi ci ha menato il belino con la storia dei Maya.

    Grazie a tutti questi “professionisti dell’informazione” abbiamo un’Italia più spaventata, più credulona e meno intelligente.

    Grazie a tutti.

  • Metadati

    I metadati sono le informazioni che descrivono un insieme di dati.

    Detta così, è una definizione che crea più dubbi di quanti non ne risolva. Prendiamo ad esempio una lettera scritta con un elaboratore di testi. Il contenuto e la formattazione della lettera sono l’insieme di dati, il nome del file, la data e ora di creazione e di ultimo aggiornamento sono i metadati.

    Nell’informatica per anni i metadati sono stati largamente ignorati, sia perché i programmi non li gestivano sia perché non si sentiva la necessità di utilizzarli.

    Quando la mole di documenti informatici è iniziata a diventare cospicua (vuoi per l’accumularsi dello storico, vuoi per l’uso preponderante del computer) è diventata sempre più pressante la necessità di catalogare i documenti elettronici in un modo tale da rendere semplice reperire un’informazione specifica.

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  • Da FLASH a HTML5

    swiffy_logo_beta

     

    Dovendo inserire le consuete animazioni natalizie in alcuni siti, mi sono scontrato con il fatto che la maggior parte di quelle disponibili sono in formato SWF.

    In genere evito di utilizzare il formato FLASH optando, ove possibile, per l’HTML5.

    Avevo sentito parlare di Google Swiffy, ma non l’avevo mai provato.

    Si tratta di un progetto attivo da poco più di un anno il cui intento è quello di trovare una soluzione per visualizzare contenuti FLASH sui dispositivi per i quali non esiste un plugin apposito come per esempio iphone, ipad e quelli dotati delle recenti versioni di Android.

    Il progetto ha già dato buoni frutti ed esiste un’ utility online che consente di convertire direttamente un file .SWF fornendo in uscita il codice HTML5 corrispondente.

    Ho provato a caricare diverse animazioni in formato FLASH ed il risultato è sempre stato ottimo.

    Potete trovarne un’esempio qui (ho solo aggiunto poche linee di javascript per far muovere il robot da destra a sinistra).

    Ho testato l’animazione con diversi tra i browser più recenti senza riscontrare problemi di compatibilità.

  • Nevica sul terminale

    La neve artificiale non è solamente per i campi da sci, ma anche per le interfacce a riga di comando di *NIX.

    Con una semplice command line si può far nevicare nel proprio terminale (o fare uno scherzo ad un collega).

    Questa è la versione ASCII (tutta su una riga):

    clear;while :;do echo $LINES $COLUMNS $(($RANDOM%$COLUMNS));sleep 0.1;done|gawk '{a[$3]=0;for(x in a) {o=a[x];a[x]=a[x]+1;printf "33[%s;%sH ",o,x;printf "33[%s;%sH*33[0;0H",a[x],x;}}'

    questa invece è la versione UNICODE:

    clear;while :;do echo $LINES $COLUMNS $(($RANDOM%$COLUMNS)) $(printf "\u2743\n");sleep 0.1;done|gawk '{a[$3]=0;for(x in a) {o=a[x];a[x]=a[x]+1;printf "33[%s;%sH ",o,x;printf "33[%s;%sH%s 33[0;0H",a[x],x,$4;}}'

    Nell’esempio UNICODE viene utilizzato il carattere 0x2743 HEAVY TEARDROP-SPOKED PINWHEEL ASTERISK, ma si possono utilizzare altri simboli simili del range Dingbats. (via climagic)

  • Laptop fai da te

    NovenaAndrew “bunnie” Huang ha progettato un laptop open, battezzato Novena.

    Sono stati utilizzati solamente componenti con specifiche prive di NDA che possono funzionare senza parti binarie di codice proprietario.

    La progettazione è iniziata in giugno e pochi giorni fa una ditta ha consegnato ad Andrew un prototipo funzionante di Novena.

    Le caratteristiche hardware sono:

    • CPU ARM quad core;
    • firmware su microSD per il boot;
    • RAM DDR3 a 64bit, massimo 4 Gb;
    • SATA II;
    • slot mini PCI Express per la connettività wireless;
    • connettore LVDS a doppio canale per il display LCD (massima risoluzione 2048×1536) con un canale USB 2 per la telecamera;
    • due connettori interni USB 2 per mouse e tastiera;
    • controller per touchscreen resistivo;
    • microfono e speaker;
    • accelerometro.

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  • IPv6: attacco RA flood

    Sam Bowne ha scoperto e verificato sul campo che molti sistemi operativi sono vulnerabili ad un attacco di RA flood.

    L’attacco, che si verifica solamente se sono attivi lo stack IPv6 e l’assegnamento automatico dell’indirizzo, consiste nel bombardare la vittima con dei pacchetti RA creati appositamente con un numero tale di informazioni da mandare in crash i sistemi.

    I sistemi interessati da questo problema sono moltissimi: Microsft Surface, Android, tutti gli iPad (incluso il mini), Mac OSX, Windows 7, Windows 2008 e Windows 2008 R2.

    Se viene installato l’IPv6 Readiness Update su Windows il problema viene leggermente mitigato, anche se il sistema si congela durante l’attacco, per riprendersi una volta che l’invio di pacchetti termina.

    Linux Ubuntu ha passato indenne questo tipo di attacco.

    Non è la prima volta che viene dimostrata una vulnerabilità dei sistemi di autoconfigurazione di IPv6. Eventuali test in un ambiente non controllato dovrebbero essere condotti per il momento senza attivare questi automatismi sugli host per evitare che qualche buontempone si diverta con uno dei tanti script che sono in circolazione.