• Stanford R. Ovshinsky (1922 – 2012)

    Come spesso accade per chi non punta all’iMmagine ma alla sostanza e che lavora per migliorare realmente il mondo e non per incrementare solo l’iNterfaccia del nostro ego, nessuno (meglio dire molto pochi) ha dato la notizia della morte di Stanford R. Ovshinsky a 89 anni, un mesetto prima del suo 90° compleanno.

    Considerato da molti il “Thomas Edison dei nostri tempi“, il suo intento non era quello di dire a tutti di essere affamati e pazzi, ma di inventare qualcosa che potesse aiutare il vero progresso dell’umanità. E a differenza dei markettari, è morto senza proclami sui social network…

    Qualcuno lo ricorda per la realizzazione meccanica, insieme al fratello Herb, di un modello di una cellula nervosa chiamata Ovitron, mentre altri lo ricordano per essere stato colui che ha inventato le batterie che vengono attualmente utilizzate all’interno delle moderne macchine ibride.

    Altri, purtroppo, non sanno nemmeno chi fosse.

     

  • Ubuntu 12.10 Quantal Quetzal

    Secondo appuntamento del 2012 per la release di Ubuntu, la 12.10 Quantal Quetzal.

    Questa release segue una versione Long Term Support (LTS ) supportata per 5 anni anziché i normali 18 mesi, quindi alcuni potranno decidere di non aggiornare.

    A parte alcuni aspetti di interfaccia utente, sono stati aggiornati alcuni software, tra cui:

    • Linux 3.5
    • Grub2 con il supporto UEFI completo di una firma elettronica generata da Microsoft
    • Python versione 3, sebbene la versione 2 sia ancora supportata
    • Unity 6.8
    • Schermata di login che supporta il collegamento RDP verso un altro computer
    • LibreOffice 3.6.1.2
    • Gimp 2.8

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  • I tubi di Google

    Copyright Google

    Per la prima volta, Google ha pubblicato le fotografie dell’interno di alcuni dei suoi data centre.

    Sono ritratte varie parti delle strutture, tra cui la parte di raffreddamento, i rack, i sistemi di storage robotici su nastro e i dischi guasti dopo il trattamento fisico di cancellazione.

    Aggiornamento 20/10Google ha pubblicato un’intervista al fotografo che ha realizzato il servizio, con alcuni esempi di immagini prima e dopo il ritocco applicato.

  • Alfa Centauri Bb

    È il nome del primo pianeta scoperto nel sistema di stelle più vicine al nostro sistema (4,3 anni luce).

    Il sistema è formato da due stelle binarie simili al nostro Sole (Alfa Centauri A e Alfa Centauri B) e da una nana rossa (Proxima Centauri) compagna, che non si sa se sia gravitazionalmente unita al sistema binario.

    Alfa Centauri Bb ha una massa pari a 1,31 volte quella della Terra, ma è troppo vicino alla stella per ospitare una vita come la conosciamo noi, sebbene la stella sia leggermente meno calda del Sole.

    La distanza che separa il pianeta da Alfa Cen B è di 6 milioni di chilometri (la Terra orbita ad una media di circa 149,597 milioni di chilometri, Mercurio 80 milioni). (via Bad Astronomy)

  • Virtual host di Apache in IPv6

    La prima versione di questo articolo spiegava in maniera onestamente un po’ cervellotica come abilitare su un server CentOS 6 la gestione degli host virtuali di Apache 2.2 basati sugli indirizzi (IP-based virtual host) per IPv6 e basati sul nome (name-based virtual host) per IPv4.

    Questa revisione si propone lo stesso scopo, ma con un metodo molto più rapido e meno invasivo.

    Nella documentazione di Apache viene detto esplicitamente che la gestione degli host virtuali basati sul nome è una tecnologia creata per far fronte alla scarsità degli indirizzi IPv4; dal momento che questo non è un problema di IPv6, possiamo usare tranquillamente gli host virtuali basati sugli IP. Questa tecnologia permette, tra le altre cose, di avere più certificati HTTPS caricati sul medesimo server.

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  • Un salto di 39 chilometri

    Felix Baumgartner oggi ce l’ha fatta: si è lanciato da 39 chilometri d’altezza ed è atterrato in piedi sano e salvo dopo poco meno di dieci minuti.

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  • The Apocalypse Codex

    Ogni romanzo del ciclo della Lavanderia di Chales Stross è una fontana di divertimento e sorprese.

    In questo ciclo Stross ignora tranquillamente i limiti dei generi letterari, per gli amanti della tassonomia libraria e per i commessi di libreria che devono trovare lo scaffale giusto, si potrebbe definirlo un ciclo di fantascienza.

    Gli assunti di base di questo ciclo sono che esistono mondi paralleli abitati da esseri nemici e che questi mondi sono accessibili con opportuni accorgimenti fisici, matematici e, soprattutto, informatici; per citare un esempio la visualizzazione dell’immagine frattale sbagliata potrebbe uccidervi a causa di una possessione demoniaca.

    Questa conoscenza non è nelle mani di tutti, ma di organizzazioni governative segrete; l’agenzia britannica è chiamata informalmente la Lavanderia, dove lavora il protagonista, Bob Howard, un ex consulente IT (un collega, quindi) che si trova coinvolto in varie vicissitudini che avrebbe molto volentieri evitato.

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  • Lo studio di Einstein il giorno in cui morì

    Segnalo questo articolo a riguardo. Enjoy!

  • Voyager 1 abbandona il sistema solare

    La sonda Voyager 1 potrebbe aver abbandonato il sistema solare.

    Lanciata nel 1977 (l’anno di uscita di Guerre Stellari), la Voyager 1 si trova ora a 122  unità astronomiche (18,2 miliardi di chilometri, poco meno di 17 ore-luce) dal sole.

    I sensori, ancora funzionanti, della sonda hanno rilevato un netto calo delle particelle, in gran parte protoni, che colpiscono la Voyager. Inoltre è stato rilevato un aumento dei raggi cosmici ad alta energia di fonte extra-solare.

    Questi sono due dei tre indizi che permetterebbero di stabilire con certezza che la sonda la lasciato il nostro sistema stellare.

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  • Sui brevetti

    Il New York Times ha pubblicato un interessante articolo su come la legge sui brevetti sia stata oramai deformata in modo tale da favorire non la protezione delle idee, ma dei comportamenti deplorevolevoli.

    Siri, la tecnologia usata dagli utenti dell’iPhone per creare il contenuto delle schermate che vengono poi pubblicate su Internet, contiene anche del codice scritto da Michael Phillips, una persona che per 30 anni si è dedicato allo sviluppo di software di riconoscimento vocale.

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  • L’idiozia degli URL shortener surrettizi

    Pochi minuti fa tutti gli URL presenti nei messaggi di Twitter hanno smesso di funzionare.

    Questo perché il social network avvolge in maniera surrettizia tutti gli URL dei twit nel proprio sistema di ridirezione/shortnening basato sul nome a dominio t.co

    Purtroppo i name server autoritari per t.co rispondono che il dominio non esiste (NXDOMAIN):

    $ dig -t ns t.co
    
    ; <<>> DiG 9.8.1-P1 <<>> -t ns t.co
    ;; global options: +cmd
    ;; Got answer:
    ;; ->>HEADER<<- opcode: QUERY, status: NXDOMAIN, id: 41775
    ;; flags: qr rd ra; QUERY: 1, ANSWER: 0, AUTHORITY: 1, ADDITIONAL: 0

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  • Risoluzione problemi alle estremità…

    Su Leggo cartaceo del 26 Settembre ho trovato questo articoletto. Lo riporto per intero che online non l’ho trovato:

    Tecnologia ai piedi. Quando i Lacci asciugano le scarpe in pochi minuti.

    Sono dei normali lacci ma oltre ad allacciare le scarpe sono capaci di asciugarle in pochi minuti. Realizzate con un materiale che conduce elettricità. le Warm Shoestrings create dal designer russo Alexey Chugunnikov hanno dei cappucci colorati speciali che, una volta collegati alla presa di corrente in dotazione, liberano calore e asciugano qualsiasi tipo di scarpa. Accolto con entusiasmo in Russia e in Usa, il concept diventerà realtà entro pochi mesi (www.chugi.ru).

    Letta così l’idea è fighissima. Lo sanno gli dei se ODIO visceralmente stare a lavoro o all’università con le scarpe zuppe per ore e con il cambio non disponibile. Però allo stesso tempo qualche domanda me la pongo. Cioè, si attaccano alla parete? E se per caso, sottolineo per caso, la presa in dotazione non funziona quanti geni attaccheranno una presa normale con potenziale frittura del soggetto, di casa e delle scarpe? Riporterei l’attenzione alla dicitura “qualsiasi tipo di scarpa”. Uhm, ok. Quelle di pezza ancora ancora ma hanno presente cosa succede su quelle di cuoio? Su quelle di suede? O peggio quelle con inserti metallici? Secondo me al massimo la scarpa diventa calda ma mica si asciuga davvero. Almeno questo mi viene in mente quando le scarpe di cuoio vanno sotto il termosifone quando so zuppe. Ci vogliono gli anni. E per finire, che caspio sarebbe sto materiale che conduce elettricità? Qualcosa di più preciso no?

    Amo le stranezze e di solito queste cavolate mi riempiono di entusiasmo infantile. Ma stavolta non troppo.

    Ribadisco che non ci ho capito niente e magari ho detto una palata di castronerie. Però le domande me le faccio uguale.

    Però la lente d’ingrandimento per spagnolette la voglio. Siccome che sono cecata… (cit.)