Molti illustri nomi della scienza e della letteratura hanno iniziato a studiare nella biblioteca paterna.
Per qualche oscura ragione, in questo momento mi viene in mente solamente l’esempio del piccolo Giacomo che passava le ore sui libri del padre, il Conte Monaldo Leopardi.
Io stesso sono cresciuto in una casa piena di libri acquistati dai miei genitori, che potevo liberamente sfogliare e leggere, alcuni dei quali sono in questo momento in casa mia.
Con l’avvento dei DRM sui dispositivi di fruizione personale come i reader eBook e i tablet la situazione cambia radicalmente.
I contenuti acquistati tramite iTunes o Kindle sono concessi per la fruizione in maniera non trasferibile; non si acquisisce nemmeno la proprietà della copia di quei contenuti.
L’utilizzo dei contenuti è concesso al proprietario dell’accont informatico con cui è stato acquistato il diritto di fruizione.
Ma cosa succede quando la persona a cui fa capo l’account muore? Legalmente, tutte i diritti di fruizione delle canzoni dei libri vanno persi come lacrime nella pioggia.
In altre parole ai legali eredi resta un dispositivo elettronico vuoto e nient’altro. Bello scherzo, eh?
Siamo in una situazione di vacatio legis che deve essere al più presto sanata, almeno nel campo del diritto successorio, per evitare situazioni paradossali o alternative artificiose, come la creazioni di fondi patrimoniali analoghi a quelli degli immobili, che rischiano di essere più dispendiose del valore che si vuole legittimamente tutelare.
Certo, ci sono metodi spicci per liberare dai DRM i contenuti, ma sarebbe bello poterlo fare restando dalla parte della legge, specialmente quando si tratta di contenuti che vengono considerati dei beni e non delle canzonette estive.
La prossima volta che decidete in favore di un dispositivo o di un contenuto bloccato da DRM pensate anche a questo. (via MarketWatch)
Lascia un commento