Una notizia riportata da pochissimi: il 25 novembre i server di SOGEI sono andati offline.
SOGEI negli anni ha propagandato la sua grandeur raggiunta con i soldi dei contribuenti con lo scopo (anche) di spiare i contribuenti.
Pochi giorni dopo l’audizione autocelebrativa dell’AD di SOGEI in Commissione Vigilanza, i server si sono spenti.
Il comunicato stampa che ne è seguito è uno spaccato di burocratese da nomenklatura sovietica in cui si tenta di spiegare che i server si sono spenti perché il cielo ci è caduto sulla testa mentre era in corso un’invasione aliena durante un allineamento planetario poco favorevole. John Belushi davanti a Carrie Fisher era un dilettante. Leggete il comunicato stampa, ne vale la pena: è il tipico scritto dell’ente pubblico italiano che non perde occasione di pavoneggiarsi, anche quando farebbe meglio a soprassedere.
Altre fonti riportano che il sistema di backup elettrico automatico non funzionava.
Edoardo Narduzzi commenta bene questa figuraccia della tipica società pubblica bravissima a fare la ruota vantandosi di spendere fiumi di denaro pubblico, ma pavida e restia nella trasparenza e nell’efficienza che ci si aspetta da una società in cui “le migliori soluzioni tecnologiche siano poste, sempre, al servizio della collettività“.
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