Questo weekend mi sono trovato bloccato a Gatwick con un volo cancellato.
Shit happens, a me è la terza volta che capita, tre volte in partenza da Londra, due aeroporti diversi, tre compagnie diverse, due motivi diversi.
Appena ho letto sul tabellone che il mio volo era stato cancellato, la prima reazione un po’ d’istinto e un po’ per l’esperienza è stata attivare la APP della compagnia aerea e utilizzarla per prenotare il primo volo disponibile: la APP sapeva che il mio volo era stato cancellato e lei stessa mi offriva l’opzione di riprenotare senza costi aggiuntivi.
Questo è probabilmente il motivo per cui ora sono a casa e non ancora bloccato a Gatwick.
Dopo essermi trovato un volo, mi sono messo in fila al desk, come suggerito dagli annunci. Nella fila ho trovato, ovviamente, altri Italiani nella mia medesima situazione.
In un campione non statisticamente rilevante di una cinquantina di persone solamente due (io e un passeggero in viaggio per lavoro) avevamo già usato lo smartphone per prenotare un nuovo volo. Gli altri, tutti dotati di smartphone e molti con l’ultimo modello modaiolo, non l’avevano fatto, ecco alcune ragioni:
- non ho installato la APP della compagnia aerea
- ah, ma c’è una APP della compagnia aerea? come la trovo?
- non mi ricordo la login e la password che ho usato (per accedere al sito al posto della APP)
- ho il telefono scarico
- non mi si connette a Internet
- io ho pagato e sono loro a dovermi dare una soluzione (nota: erano stati cancellati circa 10 voli, con una media di 150 pax/volo vedete voi…)
Inutile dire che quando ho suggerito di usare lo smartphone, i primi che l’hanno fatto hanno trovato il posto per il giorno successivo, gli altri forse rientrano oggi. Forse.
Quello che ho rilevato nel piccolo campione vicino a me è stato che la gran parte dei possessori di uno smartphone da svariate centinaia di euro lo usano per Facebook, Whatsapp e qualche altro social, ma non lo usano per bisogno.
In altre parole in questi casi è Internet che usa l’utente e non viceversa.
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