Autore: Kazuma

  • Il mondo di Facebook

    Paul Butler, uno dei tanti ingegneri che lavorano per Facebook, ha voluto costruire una suggestiva immagine che illustrasse la distribuzione dei contatti sul social network.

    L’autore ha descritto la sua idea definendo dei pesi per ogni coppia di città “come una funzione della distanza euclidea tra di loro e il numero di utendi che condividono. A questo punto ho disegnato delle linee per congiungere queste coppie basandomi sul peso, così le linee che connettono città che hanno più interrelazioni tra loro sono state rappresentate al di sopra delle altre. Ho scelto una scala di colori che dal nero va al blu e al bianco così da avere una corrispondenza tra peso e colore della linea.

    L’immagine è stata accolta molto positivamente da Facebook, proprio perchè sottolinea la diffusione di questo social network e la versione ad alta risoluzione è disponibile su questo link.

    Guardando questa foto si identificano le parti dove facebook è meno o non diffuso per due motivi: il primo è la presenza di altri social network che hanno preso piede più di Facebook (ad esempio Orkut in Brasile). La seconda la ‘povertà digitale’, ossia i paesi dove la diffusione della rete è bassissima o del tutto assente.

  • Welcome back, Commodore 64!

    Sebbene io abbia iniziato a programmare con il Commodore Vic 20, ammetto che le prime cose “serie” le ho fatte con il Commodore 64, incluso l’iniziare a frequentare il mondo di Fidonet. E’ per questo che scoprire che la nuova Commodore sta per uscire con il nuovo Commodore 64 mi ha fatto molto piacere.

    Ovviamente non si parla dello stesso computer di un tempo, ma di una versione “moderna”, sia a livello di processore, di scheda grafica, di supporti multimediali… ma tutto all’interno dello stesso chassis che ne ha segnato la sua esistenza e, ovviamente, con la possibilità di utilizzare quell’immenso archivio di prodotti (giochi, soprattutto) di questo storico computer.

    Ovviamente quando il computer si accende c’è la possibilità di fare il boot con Windows… “if you reaaly need to“, come scritto sul sito.

    ps: se volete sorridere, usate questo link per visitare il sito della Commodore USA.

    Don’t forget that the new Commodore 64 is a fully functional PC compatible, so you can even install and use the latest versions of Windows if you really feel you need to.
  • da 14 a 774,651 utenti in 18 mesi…

    Qualche tempo fa una licenza da 14 utenti della versione Pro di Avast!, il famoso antivirus, appartenente ad una piccola società dell’Arizona ha iniziato a circolare in rete.

    Quando Avast ha scoperto che la licenza iniziava a “circolare” un po’ troppo, al posto di bloccarla l’ha lasciata circolare e dopo un anno e mezzo ha raggiunto la bellezza di 774651 utenti, in oltre 200 paesi, tra cui 2 installazioni nello Stato della Città del Vaticano.

    Interessante è stato uno dei commenti di Vince Steckler, CEO di Avast Software che ha sottolineato il paradosso negli utenti che cercano software antivirus gratuiti in luoghi con una pessima reputazione per distribuire malware.

    E poi c’è chi dice che non è vero che il problema si trova tra la tastiera e la sedia…

  • Per i fan di Star Trek.

    Sei un fan di Star Trek?

    Allora questo video del sistema di home automation ideato e sviluppato dall’olandese Pascal ‘CodeImp’ vd Heiden non ha bisogno di alcuna spiegazione…

    Buona visione!

    [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=2vOvDFxn76g&w=480]

  • Quella spennellatina sulla coscienza tipica di Facebook…

    Lo so, questo post attirerà contro di me fulmini e saette… ma sono ottimista: credo nella resurrezione.

    In questi giorni sto assistendo ad un simpatico mix tra “spennellata sulla coscienza” e “pecoroni del mondo uniamoci“: il cambio della propria immagine del profilo con quella di un cartone animato della propria infanzia. Entrambi questi atteggiamenti sono tipici di Facebook e si manifestano con frequenza regolare, soprattutto il primo.

    Quando ho visto i primi “cambi” ho pensato che fosse l’idea di qualche buontempone, tanto da chiedere a un paio dei miei contatti che già avevano fatto la modifica il perchè di questa cosa e ho ricevuto risposte poco chiare, molto confuse. Con facilità sono, però, riuscito a trovare il perchè ed il percome di questa idea e… francamente sono rimasto deluso e ho deciso di non partecipare.

    La mia impressione (si, lo so, è certamente sbagliata) è che ci sia tanta ipocrisia in gesti come questi e quello che leggo in queste azioni è una cosa tipo “Hey, è la settimana dell’infanzia… e io ci partecipo attivamente… cambio la mia immagine di profilo anche io.
    Ma fare qualcosa di concreto… no? E solo in questi giorni bisogna pensare all’infanzia? Gli altro 358 giorni no?
    Lo so, sono cinico e probabilmente anche un po’ stronzo. Lo so benissimo. Ma questo è quello che penso. E, tristemente, è la stessa identica cosa che penso quando vedo cose tipo “Pinco Pallino ha aderito alla causa ‘Raggiungiamo <numero superiore a 100.000> iscritti per fermare <causa banale e ovvia>’” oppure quando vedo “Pallino Pinco si è iscritto al gruppo ‘facebook contro la [pedofilia|vivisezione|ecc. ecc.]‘.
    L’immagine è quella del vecchio barbiere che con la spazzola toglie dalla spalla i capelli rimasti… solo che in questo caso la spalla sarebbe la nostra coscienza.

    A questo poi aggiungiamo tutta quella marea di pecoroni che hanno fatto questo cambio non sapendo bene di cosa si tratta. E ce ne sono, credetemi. Provate a chiedere ai vostri contatti per verificare. Chiedete il perchè di questa iniziativa. Chiedete su cosa bisogna sensibilizzarci e non limitatevi alle frasi fatte tipo “è la settimana dell’infanzia”. Quello lo sa anche Nicole che di anni ne ha 5. Quanti sanno entrare nei particolari? Quanti sanno qualcosa della “Convenzione sui Diritti dell’Infanzia“?

    Tornare bambini per qualche minuto, per qualche ora o, ancora più ipocritamente, per qualche giorno modificando l’avatar del proprio profilo di facebook non serve a nulla.

    Più che tornare bambini, dovremmo pensare di più e con più attenzione ai bambini e, magari, porre maggiore attenzione al loro futuro.

  • Meta Tag, come li usi?

    Non sono mai stato un amante dei META TAG, ma sono sempre piuttosto fondamentali per i (sempre più) numerosi Search Engine. E’ vero che più si va avanti più i sistemi SEO non si basano più solo ed esclusivamente su quelli, ma certo è che la visibilità passa ancora per questi (maledetti) tag.

    Proprio ieri un amico mi chiedeva se avessi qualche indicazione e suggerimento per lui, per come dovesse impostare i META TAG, cosa e come compilarli, quali info mettere, ecc. ecc. Non mi voglio considerare un esperto nel settore e mi sono limitato a girargli un tool online, il Free Meta Tag Analyzer, che analizza gli elementi del sito che gli viene indicato, fornendo come risposta un indice di visibilità e, soprattutto, una piccola ma piuttosto completa analisi completa di suggerimenti.
    (Se poi volete diventare (a pagamento) utenti del sito avrete a disposizione un numero di tool molto maggiore).

    Attenzione. Così come per l’altro tool da me suggerito (relativo alle performance), anche in questo caso non vengono fornite soluzioni (e meno male) ma solo consigli. Sta poi a chi si occupa del sito di leggere e capire sia l’analisi ed i suggerimenti e valutare se metterli in pratica o meno.

  • Tanti auguri WWW

    WWW di Robert Cailliau
    L'immagine originale del WWW, disegnata da Robert Cailliau

    HyperText is a way to link and access information of various kinds as a web of nodes in which the user can browse at will. Potentially, HyperTextprovides a single user-interface to many large classes of stored information such as reports, notes, data-bases, computer documentation and on-line systems help. We propose the implementation of a simple scheme to incorporate several different servers of machine-stored information already available at CERN, including an analysis of the requirements for information access needs by experiments.”

    Questo è l’abstract del documento WorldWideWeb: Proposal for a HyperText Project, che due ingegneri del Cern, Tim Berners-Lee e Robert Cailliau, realizzarono ed inviarono affinchè venisse preso in considerazione ed accettato per lo sviluppo.

    Era il 12 Novembre 1990. Vent’anni fa. Tanti auguri!

  • Ci arriveremo mai?

    Guardate bene la foto… bello vero?

    Non è una foto di fantasia, anzi. E’ uno dei (pochi, per ora) punti “rete” del progetto “Artist 2.0” (peccato per quel 2.0 maledetto), ideato da Aram Bartholl.

    Date un occhio a questo post su Shareables per vedere un altro paio di interessanti foto e leggere qualcosina in più.
    Poi chiedetevi (e rispondete nei commenti, se volete)… cosa succederebbe se a qualcuno venisse in mente di farlo anche in Italia?

  • Venghino signori, venghino!

    Hai bisogno che si parli di te?
    Hai bisogno di stare per un po’ sulle prime pagine dei media tecnologici?
    Hai bisogno di pubblicità gratuita?
    Semplice, spara o inventa qualche cazzata che abbia a che vedere con Facebook ed il gioco è fatto. Non importa quanto stupida, illogica, inutile, qualunquista o retorica… non importa se reale (tipo il ‘socialsalvin’, vero Marco?) o solo a parole. L’importante è farlo.

    L’ultima è di Jimmy Kimmel che, a detta del Corriere, pare sia un popolare comico e conduttore statunitense. Un genio che ha proposto, per il 17 Novembre, il National Unfriend Day, data nella quale si invitano tutti (coloro che non hanno cervello per pensare da soli, nda) a cancellare i ‘friends‘ che non sono friends, filosofeggiando che “These people on Facebook..they’re not your friends. That’s all.
    I casi sono due o questo è veramente un povero ingenuo mononeuronico che crede che il significato di “facebook friend” sia identico a quello di “friend”, oppure questo sa benissimo che i due concetti sono completamente diversi ma, ovviamente, gioca con l’ingenuità di chi gli da retta.

    E’ vero che per molti idioti è importante il numero di amici che si hanno in lista. Non parlo di chi usa Facebook a livello commerciale (ci sono professioni che se sfruttassero Facebook bene migliorerebbero il proprio business), ma parlo di chi usa Facebook un po’ come uno status symbol… e ce ne sono a quintali. Quelli che “sei su Facebook? Quanti amici hai?” oppure “Come non sei su Facebook? Figata… io ho x amici!”. Ed è a questi ingenui bagonghi che questo signor Jimmy punta (e sfrutta) per farsi pubblicità…
    Ma la cosa triste è che la stragrande maggioranza di chi commenta questa notizia… gli da ragione, affermando che lo faranno loro stessi… forse perchè anche loro, nel loro piccolo, hanno bisogno di pubblicità. E il luogo comune più retorico che viene utilizzato è “se hai perso di vista un amico e non lo senti da oltre 10 anni, è perchè non è tuo amico”.

    Il problema di base è che “Facebook Friend” non significa friend. Il fatto che il marketing facebookiano, per tradizione e intelligenza, abbia usato questa parola non è sufficiente per farti spegnere il cervello. Su Facebook l’”amico” non è lo stesso amico che hai nella vita reale. E’ un contatto. Punto e basta.
    E’ possibile che qualcuno di questi contatti sia anche un amico vero e proprio, ma questo è un caso. Solitamente sono persone con cui condividi un hobby o un interesse. Sono persone con cui magari ti capita di intavolare discussioni dalle quali impari sempre qualcosa (non ho detto cambi idea, ho detto impari qualcosa). Seono persone i cui l’1% di status o link possono anche farti sorridere o farti pensare. Magari quell’1% mischiato tra l’altro 99% di inutilità, ti fa conoscere qualcosa di interessante, uno spunto per una risata, per un po’ di relax o per un approfondimento. Sono persone che hai perso di vista per qualche motivo e con cui ti fa piacere, ogni tanto, scambiare qualche messaggio senza dover necessariamente trascorrere ore insieme. Sono persone a cui chiedere un veloce suggerimento.

    Ripeto: non sono friends. Sono “Facebook Friends“.

    Poi certo sicuramente tutti (me compreso) abbiamo qualche inutile “friend” nella nostra lista. Ma questo e il Social Network (in genere) non ha per nulla “deprezzato il concetto di amicizia“, che è una delle filosofeggiate retoriche di Jimmy (e chissà quanti altri).
    Semmai sarebbe più utile e importante che la gente non deprezzi il proprio cervello esaltando i Social Network, rendendoli uno status symbol e dando a gente come questo Jimmy la possibilità di farsi pubblicità con queste cazzate.

    Chi sarà e cosa si inventerà il prossimo personaggio alla ricerca di pubblicità gratuita?

  • “L’Open Source non inventa.”

    Sedetevi su una sedia prima di leggere questa frase. E’ meglio.

    L’Open Source non inventa. Copia e rende libero ciò che altri inventano per evitare che Microsoft copiando e *rubando* diventi padrona di tutto. Dei due mali, io preferisco la via di mezzo: il giusto guadagno ma il buon prodotto.

    Questa è una delle frasi di un thread che è nato sulle risposte allo status di un mio contatto. Discussione nata, a dire il vero, dalla recente scoperta di vulnerability issues su Froyo (Android 2.2, nda). Da qui si è passati a parlare (a vanvera) del Garbage Collector (“donna delle pulizie che passa quando vuole, quando meno te l’aspetti e blocca tutto quello che stai facendo“) e poi, con una logica tutta particolare, si è arrivati a parlare (ancor più a vanvera) dell’Open Source perchè uno degli interlocutori ha dichiarato il suo interesse per Android, essendo un amante del software libero, associando la ‘libertà’ offerta dagli smartphone con sistema operativo Android alle ‘limitazioni’ imposte sugli iPhone (attenzione: qui non c’è alcun fanboyismo).

    La risposta include alcuni frammenti estremamente interessanti:

    Apple ha fatto guadagnare un sacco di soldi a molti programmatori che non avrebbero mai visto un dollaro tramite l’open source. Inoltre la fame di successo (soldi) ha generato in un anno una marea di applicazioni, molte delle quali di ottima qualità.” […] “Ma l’open source non è ciò che farà progredire il mondo. E poi, le applicazioni per Android non sono gratis, almeno non tutte. Quindi non vedo la differenza.

    Il primo grave, gravissimo errore già denota una scarsa conoscenza dell’Open Source, associandolo al concetto di “gratuito”. E’ un errore fin troppo comune, ma che mi aspetto da chi non è un programmatore o, comunque, non bazzica attivamente nell’ambito informatico. No, Open Source non vuole affatto dire gratis. Per favore, toglietevelo dalla testa.

    Tralascio un pezzo di dissertazione molto confusa che inizia con “Sono un po’ incazzato con l’OpenSource, ma non è colpa del movimento stesso. È colpa di Microsoft.” e arrivo al pezzo che più mi ha sconvolto, quello che contiene il frammnento riportato all’inizio del post, che viene “premesso” da quest’altra frase: “Prova solo un attimo a pensare cosa sarebbe stato il mondo informatico senza Apple. Togli il Mac, togli l’iPod, togli l’iPhone. Io credo che debba sempre esistere una convenienza economica per portare ad una evoluzione.

    Già. E non mi sembrava stesse scherzando.

    Chi parla dice di essere un programmatore (non conoscendolo, non posso che accettare questa affermazione) ma credo che abbia le idee fin troppo confuse e, forse, una scarsa conoscenza del mondo dell’Open Source, perchè oltre all’errore di prima sul concetto di gratuito, alla fine di tutto si sottolinea che l’Open Source non genera software di buona qualità, non innova ma copia, suggerendo che solo grazie ad Apple c’è stata vera innovazione.

    Non voglio scatenare una guerra di religione (non è lo scopo di questo post) magari citando la causa che Xerox fece ad Apple (credo perdendola) all’inizio degli anni ’80 quando fece uscire “Lisa” (prima) ed il “Machintosh” (poi) dotati del “mouse” che era stato inventato, appunto, da alcuni dipendenti Xerox e non voglio nemmeno sottolineare che alla base del sistema operativo OsX c’è FreeBSD, spesso considerato uno dei primi progetti Open Source derivati da Unix.

    Open Source significa (tra le altre cose) collaborazione: condividere i sorgenti di un progetto permette a diverse persone di migliorarlo, di farlo crescere aggiungendo funzionalità e/o correggendone gli errori. Associare l’Open Source a prodotti di bassa qualità (indirettamente come è stato fatto nella discussione) non è solo sbagliato, ma è ipocrita. Linux, MySQL, Apache Http Server, Firefox, OpenOffice, Eclipse… sono tutti risultati dell’Open Source e sono prodotti assolutamente di ottima qualità per non sottolineare che sono alla base di un numero altissimo di prodotti e/o servizi anche commerciali.

    Firefox è stata una vera e propria fonte di innovazione nel mondo dei browser, anche indirettamente (progetti Open Source nati per estendere Firefox stesso). OpenOffice già solo con OpenDocument dovrebbe essere citata di diritto nella scala dei progetti innovativi. Eclipse è diventato uno degli IDE più utilizzati anche perchè non limitato ad un unico linguaggio, grazie ad un innovativo sistema di plug-in. Per non parlare di tutte quelle società (grosse e piccole) che grazie all’Open Source hanno potuto creare e migliorare la  propria offerta… e non parlo solo di IBM, Google, Oracle, ma parlo anche di tante società che vivono fornendo servizi ad alta qualità grazie a quello che il mondo dell’Open Source propone.
    E potrei continuare per pagine e pagine.

    Ma mi fermo qui. E’ meglio.

  • Il problema dei biscotti

    Tempo fa illustravo ad alcuni amici, poco informatici, quanto molti dei protocolli utilizzati dalla rete siano assolutamente poco efficienti perchè disegnati quando, forse, era impossibile immaginare quanto la rete stessa potesse crescere e, soprattutto le direzioni che avrebbe preso.

    Ma tra gli esempi che avevo portato, mi ero dimenticato di includere i cookies. Questo splendido post di Michael Zalewski (ricercatore di Google nell’ambito della sicurezza) illustra quanto questo protocollo sia stato disegnato veramente male.

    Vi consiglio, però, di dimenticarvelo presto… soprattutto se state per fare un acquisto in rete, visto che l’eCommerce si basa proprio sull’utilizzo di questo meccanismo…

    (ps: la foto viene dal sito “www.ilpolliceinfarinato.it” e sono i biscotti che Nicole e le sue amichette hanno fatto durante la sua festa… se non avete problemi di dieta, andate a vedere anche la torta…)

  • Da noi si sospende, nel resto del mondo si innova…

    Ancora una volta mi trovo a dover riconoscere che siamo sempre indietro quando si guarda l’atteggiamento degli altri paesi verso il mondo della rete.

    Google ha siglato un accordo con il servizio postale svedese, per cui permetterà alle piccole aziende di fare direct marketing in tempi brevissimi a costi molto bassi, sfruttando il web per la creazione di fliers (tramite templates) e la scelta dell’area  (tramite Google Maps) dove farli distribuire, operazione che verrà realizzata direttamente dal servizio postale svedese in un’ora.

    La notizia è vecchiotta (risale al 22 Ottobre) ma mi ha colpito immediatamente se contrapposta all’annuncio della sospensione del servizio di consegna della posta il sabato da parte di Poste Italiane.

    http://www.amazon.com/dp/1607617714